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direttore Paolo Di Maira

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RFF/L’Audiovisivo italiano: manca una strategia di sistema

Il fenomeno della delocalizzazione,  frutto della corsa alla compressione dei costi, è un fenomeno sempre più rilevante nella produzione di fiction italiana. Lo registra l’indagine “Il mercato audiovisivo e la fiction: quali leve per lo sviluppo?”, IV Rapporto Iem Fondazione  Rosselli realizzato per APT, di cui è stata data anticipazione nel convegno “ Le risorse pubbliche per la fiction in Europa e nei principali paesi europei” svoltosi  il 1° ottobre a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, organizzato da APT  e Eurovisioni durante il  Roma Fiction Fest.

La perdita complessiva di risorse domestiche dal 2008 ad oggi è stimata in circa 120 milioni di euro: l’incidenza maggiore riguarda i mancati proventi per le società di nolo ( 67milioni), mentre un quarto è dovuto ai mancati introiti fiscali. Nel periodo analizzato dal rapporto  sono 102 su 648 ( 16%) i titoli realizzati all’estero. E nel  2012 viene segnalata una accelerazione del fenomeno.

La delocalizzazione è uno dei focus della ricerca  curata da Flavia Barca e Bruno Zambardino, mirata a determinare l’entità e i beneficiari di fondi di provenienza europea  – Fondo Sociale Europeo (FSE), Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Eurimages, e MEDIA) che hanno contribuito a sostenere i vari ambiti della filiera italiana dell’audiovisivo. Nel periodo esaminato 2007-2011, le risorse europee stanziate a sostegno dell’audiovisivo italiano ammontano complessivamente a 60,7 M€ (dato provvisorio) rappresentando la quota maggioritaria su una spesa complessiva ( comprensiva di risorse provenienti da Stato, Regioni e privati) di circa 105 milioni di euro.

L’apporto maggiore viene da MEDIA con 33,5 milioni (55%), seguito da  FESR con 18 milioni (29%), e  Eurimages con  8,3 milioni (14%) e dal FSE  con circa un milione (2%). Il settore che ha maggiormente beneficiato delle risorse MEDIA è la distribuzione ( 18,5 milioni), seguito dal sostegno ai produttori pari a 7,7milioni ( di cui 1,2 milioni ai progetti di fiction):  cifra, quest’ultima, di gran lunga inferiore a quella della Francia che ha ottenuto 43 M€ e  il Regno Unito 17 milioni . La quota italiana, ferma al 4,9% degli stanziamenti complessivi di MEDIA, mostra una scarsa capacità attrattiva delle risorse del programma MEDIA da parte del nostro paese.

Ance se i “big four” (Francia, Germania, Regno Unito e Italia) nel 2011 accusano una contrazione del 6% nella spesa dei broadcaster free nella produzione di fiction originale rispetto all’anno precedente (- 26% dal 2007), all’estero emergono segnali di crescita “grazie al processo di diversificazione delle fonti di finanziamento e ad un quadro regolatorio chiaro ed efficace”.

In Italia, dove  il trend negativo dei broadcaster ha determinato una contrazione dei fatturati di fiction  scesi nel 2011 sotto la soglia dei 700 M€ (stime IEM), si sconta – è detto nelle conclusioni della ricerca –  l’assenza di una strategia di sistema in un settore “governato” da una molteplicità di attori pubblici: il Mise per il framework regolatorio e l’innovazione tecnologica, la Rai per il sostegno pubblico alla produzione, la Commissione Parlamentare di Vigilanza, l’Agcom sul rispetto delle quote di produzione nazionale ed europea, le Regioni in merito ad incentivi e strumenti di sostegno.

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