di Chiara Gelato
Un mercato più snello, costruito sui risultati dello scorso anno, con una presenza massiccia della produzione italiana e la partecipazione di oltre cinquanta operatori internazionali provenienti da venticinque diversi Paesi: per il quinto anno consecutivo, il settore Industry del RomaFictionFest (25-30 settembre), il festival romano della televisione promosso da Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e organizzato dall’APT (Associazione Produttori Televisivi), presenterà il meglio della fiction nazionale più recente, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e lo scambio tra la comunità produttiva italiana e quella internazionale.
Tre giorni di incontri, convegni e proiezioni – dal 28 al 30 settembre – all’Auditorium Parco della Musica, legati da un unico filo conduttore: la crescente internazionalizzazione del business della fiction televisiva. “Come nella passata edizione”, illustra il direttore dell’Industry Antony Root, “i Roma TvScreenings proporranno il prodotto di fiction italiana a quaranta buyers provenienti da tutto il mondo.
Un programma presentato dai nostri principali distributori e da un numero in crescita di produttori italiani che rappresenta i diritti esteri delle opere.
Ci saranno anche sedici produttori internazionali “” tra co-production executive di importanti Broadcaster (BBC, ZDF, France Television), produttori individuali come Andy Harries (UK) o Anne Thomopoulos (già executive producer di Rome, Borgia, Camelot) e rappresentanti di note compagnie di produzione (Bavaria Film, la svedese Filmlance, la francese Son et Lumiere, la spagnola Vertice 360) – invitati a prendere parte al mercato per esplorare nuove opportunità di collaborazione e co-produzione”.
Grande attesa per le Masterclass che la sezione Industry ospiterà , in collaborazione con la Direzione artistica del Festival, indagando i diversi modi in cui il crescente processo di internazionalizzazione sta cambiando il modo di produrre fiction nel mondo.
Tra i relatori, gli sceneggiatori e produttori Gina Matthews e Grant Scharbo (Usa) con il loro Missing, thriller di ambientazione europea con Ashley Judd e Sean Bean per la ABC, e il pluripremiato produttore americano Tom Fontana (Oz, The Philanthropist, St. Elsewhere), che presenterà alla platea l’esperienza di Borgia, fiction girata a Praga. “Scopo delle Masterclass”, commenta Root, “è di ragionare insieme, a partire dall’esempio di alcune recenti lavorazioni internazionali, su una serie di interrogativi: quanto influisce sui contenuti l’internazionalizzazione di un prodotto?
Può una fiction avere un’identità sovranazionale?
Come creare un mercato internazionale per prodotti che non sono parlati in lingua inglese?
Il dominio della lingua inglese e delle produzioni di origine anglosassone è uno degli aspetti che affronteremo.
Ed è una questione che nel mio Paese non si pone, ma che in Italia è assolutamente rilevante”.
L’edizione 2011 dell’Industry sarà anche l’occasione per “presentare agli ospiti internazionali il nuovo sistema di incentivazione introdotto dalla Regione Lazio per attrarre le produzioni audiovisive sul territorio: un’iniziativa importante in un momento in cui la concorrenza di altre aree geografiche che hanno attivato efficaci sostegni economici e validi sistemi di servizi a supporto delle produzioni, si fa sempre più serrata e i Paesi dell’Est “” Budapest e Praga in prima linea “” dominano il mercato della produzione televisiva europea”.
Alla vigilia del Festival diretto da Steve Della Casa, si comincia già a pianificare la prossima edizione.
“Stiamo lavorando per diventare il più importante mercato del prodotto televisivo in Europa.
L’apporto sempre più incisivo dell’APT nella struttura gestionale dell’evento, ha comportato un maggiore coinvolgimento della comunità produttiva italiana, oggi più sensibile al dialogo e al confronto con i mercati internazionali”.
Un’edizione che, a detta di molti, vedrà la fusione delle due kermesse capitoline del grande e del piccolo schermo.
Una formula efficace per il mercato?
“Sicuramente da un punto di vista manageriale ed economico”, conclude Root, “ma credo sia fondamentale fare attenzione a riconoscere le diverse identità del mondo televisivo e di quello cinematografico, che operano secondo canoni distinti”.