direttore Paolo Di Maira

REGISTE / Italia e Bulgaria i paesi con le percentuali più basse

Il Pardo d’Oro è andato al dramma lituano Toxic (Akiplėša), diretto da una regista esordiente, Saulé Biluvaité, un ritratto incisivo sulle schiaccianti aspettative imposte sulle giovani adolescenti.

Erano 8 le registe del Concorso Internazionale quest’anno (su 17 film). 2 le italiane: Sara Fgaier con la sua opera d’esordio Sulla terra leggeri (leggi qui) e Silvia Luzi, regista, assieme a Luca Bellino, di Luce (leggi qui).
Sono state protagoniste, assieme alle interpreti dei loro film, Sara Serraiocco e Marianna Fontana, e ad Adele Tulli, regista di Real (Cineasti del Presente), di
“Sguardi al Femminile”, una chiacchierata condotta da Piera Detassis, presidente dei David di Donatello sulla presenza femminile nel cinema, che ha preso spunto da
uno studio del think tank francese Lab Femmes de Cinéma, tradotto in italiano dal Trieste Film Festival.
I dati dello studio dicono che la media europea delle registe donne (su un totale di 30 paesi europei) è del  23%, mentre quella italiana scende al 15% (dopo l’Italia, solo la Bulgaria con il 14%), ha rivelato Detassis.
Il film ‘più difficile’ come quota di regia femminile è il terzo: qui la percentuale cala al 13%, mentre è più alta la quota nei documentari o cortometraggi.

I paesi con maggior uguaglianza di genere sono quelli nordici (primo fra tutti l’Islanda con il 37% delle registe donne), e molti hanno  adottato da anni alcune politiche innovative in questo senso, come ad esempio, l’obbligatorietà di frequentare corsi sul gender gap e sugli stereotipi di genere per accedere ai finanziamenti pubblici.

Tra il 2019 e il 2022 le registe di documentari sono passate dal 17% al 25%, e dall’11% al 13% quelle di lungometraggi di finzione. Attualmente non sono disponibili dati statistici ufficiali che riguardano l’equilibrio di genere in altre professioni cinematografiche  come direttrici della fotografia, compositrici, sound designer o montatrici. In Italia, inoltre, non esistono dati ufficiali sulle persone non binarie che ricoprono queste posizioni chiave dell’industria cinematografica.

QUI LO STUDIO COMPLETO

Tornando al Palmares del Festival, che ha visto molti riconoscimenti alle autrici (scopri qui i premi), così ha commentato il direttore del festival, Giona Nazzaro: “La vittoria dell’esordiente Saulė Bliuvaitė, che con Akiplėša ha conquistato il Pardo d’Oro e lo Swatch First Feature Award, conferma la capacità del Locarno Film Festival di individuare i talenti più innovativi in attività. Ed è altresì la dimostrazione, insieme al Premio Speciale della Giuria a Mond di Kurdwin Ayub, al MUBI Award – Debut Feature a Green Line di Sylvie Ballyot o ancora al Premio per la miglior regia emergente del Concorso Cineasti del Presente alla ticinese di origini capoverdiane Denise Fernandes (Hanami), della grande attenzione che le nostre giurie hanno prestato alle autrici più audaci. Locarno77 ha affermato con ancora più forza la centralità delle voci femminili nel cinema contemporaneo.” 

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