direttore Paolo Di Maira

RE-ACT/I nuovi progetti

Sono stati annunciati al Festival di Cannes i 7 progetti che sono stati selezionati (su 16) per prendere parte al secondo workshop di RE-ACT, l’iniziativa lanciata dal Centro Audiovisivo Croato, dal Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e dallo Slovenian Film Centre (in collaborazione con il Torino Film Lab), volta a sostenere e incoraggiare le co-produzioni internazionali fra Croazia, Slovenia e Friuli Venezia Giulia.

“Don Dynamo” (scritto da Jasmina Kallay, diretto da Kristijan Milić e prodotto da Stanko Babić per Telefilm –Croazia-), “Closed to the Public”, scritto e diretto da Vanja Svilićić e prodotto da Damir Terešper Maxima Film –Croazia), “Ugo, History’s Eyes”, (documentario scritto e diretto da Giordano Bianchi e Martina Maraffato, e prodotto da Paolo Sponda per Border Studio –Italia-), “The Angel in the Wall” (scritto da Lorenzo Binachini e Fabrizio Bozzetti, diretto da Binachini e prodotto da Samantha Faccio e Thomas Bertacche di Tucker Film –Italia-), “Don’t Forget to Breathe” (scritto da Martin Turk e Gorazd Trušnovec, diretto da Turk e prodotto da Ida Weiss per Bela Film –Slovenia-), “No Place like Home”, scritto e diretto da Jurij Gruden e prodotto da Tanja Gruden per Avi Film –Slovenia), “Wake me up” (scritto da Marko Šantić e Goran Vojonović, diretto da Šantić e prodotto da Zala Opara e Danijel Hočevar per Vertigo –Slovenia-): sono questi i 7 progetti prescelti, che saranno seguiti a Izola, in Slovenia, dal 2 al 5 giugno prossimi, nel corso del Festival di Cinema Kino Otok, dal team di esperti di RE-ACT (Stefano Tealdi e Rada Šešić ) e di Frame Work, uno dei programmi del TFL.

E’ positivo il bilancio del primo anno di RE-ACT tracciato da Alessandro Gropplero ( Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia): “non solo sul fronte dello sviluppo dei progetti, cioè dell’apporto formativo-pedagogico, ma anche quanto riguarda la possibilità, da parte dei progetti, di trovare potenziali partners nelle aree di Re-Act, e di avere così poi la possibilità di fare richiesta, a fine anno, al fondo di co-sviluppo, per accedere al quale è necessario avere almeno due co-produttori nelle tre aree”.
Continua Gropplero: “avendo trovato il co-produttore grazie alle situazioni di network create all’interno del workshop, avendo fatto domanda del fondo di co-sviluppo, si è creata una situazione in cui tutti i nostri fondi erano a conoscenza di questi progetti. Averli già finanziati per il fondo di co-sviluppo significava aver già riconosciuto un livello alto di qualità, quindi una successiva eventuale domanda di co-produzione minoritaria sarebbe stata certamente accolta. Così infatti è stato, a riprova del fatto che questo è un sistema virtuoso. In questi mesi, infatti, si stanno già negoziando nuovi accordi di co-produzione fra vari progetti.”
Anche per quest’anno il budget del fondo è riconfermato a 120 mila euro: “abbiamo visto che non serve aumentarlo, perché non è l’apporto finanziario a fare la differenza, ma le occasioni di incontro e di network e l’esistenza di un finanziamento di co-sviluppo capace di legare le realtà produttive di Slovenia, Croazia e Friuli Venezia Giulia incentivando la co-produzione fra le 3 aree, e creando una piattaforma dove sviluppare rapporti artistici-produttivi.”

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