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direttore Paolo Di Maira

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RAPPORTO APA / Due proposte al governo e agli OTT

Siglare un patto con le OTT dove definire regole di ingaggio tra gli streamers ed i produttori indipendenti per una equa e corretta valorizzazione dei diritti ed una loro limitazione temporale. E chiedere al governo di abolire la tassa di concessione governativa sul canone e  per lasciare invariato l’importo complessivo corrisposto dall’utente e neutralizzare i gravi effetti negativi della riforma in corsi del Tusmar che diminuirà sensibilmente i ricavi pubblicitari (di circa 100 milioni di euro) della Rai con un rischio reale per gli investimenti sul cinema e audiovisivo. Queste le due proposte annunciate da Giancarlo Leone, presidente di APA, a conclusione della presentazione del 3° Rapporto sulla Produzione Nazionale, avvenuta oggi, 14 ottobre al MIA di Roma, alla presenza di Maria Pia Ammirati, Direttore Fiction RAI, Eleonora Andreatta, Vice Presidente delle Serie Originali italiane Netflix, Daniele Cesarano, Direttore Fiction RTI SpA – Gruppo Mediaset.

I ricavi sul mercato dell’industria audiovisiva italiana, che quest’anno supereranno i 10 milardi di euro, saliranno a 12 nel 2023: di questi il 20% è rappresentato dalle piattaforme di video on demand, una cifra che è destinata a crescere. IL valore complessivo della produzione audiovisiva nazionale si attesta invece intorno a 1 miliardo e 300 mila euro, con i 615 milioni della serialità nel 2020 che fanno la parte del leone. Ed è significativo che il 42% di questa cifra arrivi dall’apporto dei produttori italiani ed esteri, e il 15% (quasi 100 mln di euro) dagli operatori SVOD, un mondo che fino a qualche tempo fa non esisteva, e che invece avrà un ruolo determinante nella crescita del valore di produzione della serialità che nel 2023 toccherà i 900 milioni di euro. Gli investimenti delle piattaforme on demand raggiungeranno 250 milioni di euro l’anno in sola serialità tv entro il 2023. “Per questi motivi occorrono regole di ingaggio tra gli streamers ed i produttori indipendenti. La legge consente alle associazioni maggiormente rappresentative di trovare accordi con i soggetti rilevanti del mercato: proponiamo un patto tra produttori e piattaforme che sia in grado di interpretare correttamente il cambiamento e la crescita nel rispetto dei diritti e degli investimenti di chi realizza le opere.” Dichiara Leone.

“Quello dei produttori italiani è un mercato straordinario, fatto di tanti piccoli imprenditori coraggiosi che sono al centro dell’attenzione europea” – osserva Maria Pia Ammirati, che ha parlato anche dell’opportunità di rivoluzionare e far crescere Rai Play, sia dal punto di vista tecnologico che da quello dei contenuti.

Eleonora Andreatta ha messo l’accento sulla rivoluzione copernicana effettuata da Netflix “nel momento in cui ha deciso di spostare i centri di produzione nei vari paesi europei sulla base del presupposto che una storia bella può essere prodotta ovunque, cosa che, fra l’altro, in Italia abolisce anche l’ostacolo linguistico che è uno degli impedimenti all’internazionalizzazione del nostro settore. Per noi è importante lavorare sulla prossimità culturale, la nostra forza è avere serie turche, indiane, italiane che ci raccontino i vari paesi. Riconosciamo l’universalità di alcune storie lontanissime fra loro, e vogliamo rappresentare la diversità, andando magari a rompere anche qualche tabù finora non affrontato”.

Vanno in questo senso progetti come Tutto chiede salvezza, sulla forza e la debolezza dei ventenni, come anche “altri progetti che abbiamo in sviluppo sche parlano in modo inedito di sessualità femminile; ci interessa, inoltre, il tema morale degli antieroi.”

Fra i racconti period, con cui “Netflix ha la libertà di raccontare temi scomodi e lavorare sul passato rompendone i cliché”, Andreatta ha citato Briganti e un’altra opera, ancora senza titolo, sulla prima donna avvocato nella Torino del 1800.

Per quanto riguarda gli adattamenti, La vita bugiarda degli adulti e “quello di Fedeltà, in uscita il prossimo anno. Inoltre, sono molto fiera di Strappare lungo i Bordi, l’adult animation di Zerocalcare qui al Festival di Roma, fra l’altro in un formato non consueto, puntate da 12 minuti, che è un’altra libertà che possiamo sperimentare”

Andreatta, infine, ha tenuto a sottolineare anche l’impegno di Netflix Italia nella partecipazione di registe e sceneggiatrici, commentando il dato del rapporto APA, che evidenziava come la percentuale di lungometraggi di produzione europea realizzata da registe donne sia del 18% e fornendo a sua volta dei numeri: “In questi anni abbiamo realizzato 16 serie in cui hanno lavorato 27 sceneggiatrici, il 39% del totale e 13 registe, 37% del totale”

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