Cercare nuove strade, in termini di innovazione, discontinuità, ricerca di nuovi linguaggi, di commistioni di genere, internazionalità.
“Una sfida, che corrisponde anche alla responsabilità di una società pubblica di tendere ad un utile che non sia solo economico, ma metta al centro la soddisfazione dei cittadini, non lasciandosi intimidire da eventuali insuccessi ma rischiando, e ‘lanciando il cuore oltre l’ostacolo’”.

Questo, nelle parole dell’amministratore delegato Paolo Del Brocco, segna il nuovo percorso tracciato dalla direzione di Rai Cinema, che lo scorso 5 aprile ha presentato i titoli più rappresentativi di questa nuova “eclettica identità editoriale”, fino a poco tempo fa prevalentemente legata al linguaggio autoriale o alla commedia comica.
La rottura e la e ricerca di nuove strade guarda ai giovani autori (Giovanni La Parola con “Il mio corpo vi seppellirà”,una specie di western su una band di banditesse subito dopo l’Unità di Italia, Matteo Rovere con “Il primo re” rivisitazione di storia di Romolo e Remo, film dei “The Jackal”, “Addio Fottuti Musi Verdi”) ma non solo, ““Il film dei Manetti Bros “Ammore e Malavita” ha almeno 5 generi diversi dentro.- specifica Del Brocco.- Certo non possiamo chiedere agli autori più consolidati di venire meno alla loro cifra autoriale, cerchiamo comunque di spingerli a fare storie più forti. Bellocchio ad esempio, dopo “Buongiorno Notte” sulla vicenda Moro, passa con “Il Traditore” a parlare di Buscetta.”
Fra i nomi della ‘tradizione’ di Rai Cinema, Gianni Amelio (ad aprile esce ”La tenerezza”), i fratelli Taviani, che stanno terminando il doppiaggio de “Una questione privata”, Luchetti che sta girando “Io sono tempesta”; stanno poi per inziare le riprese: Martone, con la storia di inizio secolo “Capri-Batterie”, Pupi Avati con “Il signor diavolo”, e Garrone, “che ritorna ad un certo tipo di atmosfere con “Dogman”, una sorta di western metropolitano che muove dal fatto di cronaca del “canaro della Magliana” , e diventa una sorta di riflessione sulla cattiveria dell’uomo”.
Resta preminente la ricerca di nuovi talenti: “ su 372 film realizzati in 7 anni sotto la mia direzione 182 sono state opere prime e seconde, – afferma orgoglioso Del Brocco- fra i film che abbiamo raggruppato sotto la definizione Cinema del Futuro troviamo sia debutti, come il bellissimo “Cuori Puri” di Roberto De Paolis, “Look up” di Fulvio Risuleo, che passa al lungo dopo il corto con cui si era aggiudicato il terzo premio Cinefondation a Cannes; sia autori alla seconda o alla terza opera, come Laura Bispuri (“Filglia mia”), Alice Rohrwacher (“Lazzero felice”), Leonardo Di Costanzo (“L’Intrusa”), Antonio Piazza e Fabio Grassadonia (“Sicilian Ghost Story”), Pietro Marcello (“Martin Eden”).” E ancora, De Brocco cita l’esordio al lungometraggio di finzione della documentarista Valentina Pedicini (“Jenish”), e evidenzia così un altro fondamentale segmento del profilo editoriale di Rai Cinema, quello legato al cinema della realtà:
“Abbiamo realizzato decine di documentari ogni anno (300 dal 2010, per un investimento complessivo di 17 milioni di euro), ormai è il cinema del futuro”. E cita il nuovo film di Roberto Minervini, “Nobody in This World is Better than Us”, “La strada dei Samouni” di Stefano Savona, una storia legata alla Palestina, “Happy Winter” di Giovanni Totaro, “Il cratere” di Silvia Luzi e Luca Bellino, su una famiglia di giostrai di Napoli, che vuole che la figlia diventi una cantante neo-melodica.
Altro ‘mandato’ è quello della ricerca di film con maggiori potenzialità internazionali: “quindi cinema che parte dall’Italia con caratteristiche internazionali, dal film di Paolo Virzì “The Leisure Seeker”, girato in America e prodotto anche da Sony Classic, a “Il Libro delle visioni” di Carlos Hinterman, che ha Terence Malick come produttore esecutivo, “Nico 1988” della Nicchiarelli, storia della cantante dei Velvet Underground, girato in inglese, come anche “The Whale” di Andrea Pallaoro e “Land” di Babak Jalali.
Ma anche film che nascono fuori dal nostro paese, come quello di Polanski “Based on a true story”, che è un’acquisizione come “Il rapimento di Edgardo Mortara” di Spielberg, anche se quest’ultima è una storia italiana che si gira qui. E ancora “Il peccato” di Konchalowsky, la storia di Michelangelo, che co-produrremo, come co-produrremo anche, assieme a Beta, “Works without an author” di Florian Henkel Von Donnersmark.”
“Abbiamo infine la grande soddisfazione, – conclude Del Brocco, – di un regista, Stefano Sollima, che ha girato con Rai Cinema l’opera prima e seconda, e che adesso andrà ad Hollywood a realizzare un film ad alto budget, “Soldado”, grazie ad un accordo fra noi, Leone Film Group e Lionsgate.”