di Claudio Montenovi
Il prossimo febbraio il circuito pugliese “D’Autore”, che raccoglie venti sale distribuite in tutta la regione, compie un anno di vita, e i risultati raggiunti sembrano essere più che positivi: “˜rischia’ quasi di diventare un modello per il rilancio del cinema di città e delle sale indipendenti.
Un caso da studiare, gestito con modalità diverse, ma lo stesso spirito imprenditoriale delle grandi catene, declinato alla crescita del cinema di qualità .
“D’Autore rappresenta una vera e propria innovazione nel panorama italiano, perché va a coordinare un numero di sale, con una logica di programmazione congrua nell’ottica dell’eccezione culturale (il 51% della programmazione è data dal cinema europeo), e in coerenza con il contributo dell’Unione Europea erogato attraverso la Regione.” Spiega il Presidente dell’Apulia Film Commission Oscar Iarussi:
“Questa scelta ha portato ad un aumento delle presenze per queste venti sale che corrispondono circa al dieci per cento dei cinema pugliesi.
Questo perché siamo andati a toccare il nodo essenziale che è quello del pubblico.
I film che vengono programmati non uscirebbero, altrimenti, nella nostra Regione, quindi è proprio per fare fronte alla richiesta da parte degli spettatori che nasce questo progetto.
Il senso dell’intera operazione è che sia l’offerta a modellare la domanda.
Siamo consapevoli che un’offerta articolata e di qualità può diventare interessante e incisiva anche sul piano commerciale.”
“D’Autore”, per contratto, prevede non solo una programmazione cinematografica, ma anche un mese di eventi gratuiti riconducibili ad un’idea del cinema d’essai e della sala cinematografica come punto di aggregazione culturale in grado di dare vita a veri e propri eventi legati al cinema.
Un modello “˜stile ventunesimo secolo’ per l’esercizio di qualità .
“Gli eventi e gli incontri con John Turturro, Mario Martone, Ascanio Celestini hanno ottenuto un grande successo che si è riverberato, poi, sulle perfomance dei loro film nelle sale”, osserva Iarussi, che rilancia: “La nostra idea è rivitalizzare quartieri e paesi intorno alla sala cinematografica, creando aggregazione e movimento intorno a quello che diventa un piccolo polo culturale.”
Il Direttore Artistico Angelo Ceglie aggiunge:
“Le sale coinvolte hanno raccolto il 25% di presenze in più rispetto all’anno precedente.
Per questo, laddove la nostra gestione riguarda solo uno degli schermi presenti nella struttura, gli esercenti ci hanno chiesto di programmare l’intera struttura. In questi mesi possiamo dire di avere rivitalizzato sale che non esistevano nella geografia locale e che invece, oggi, ottengono risultati commerciali nella media nazionale se non, in alcuni casi, addirittura superiori.
Basti pensare che programmando “La pecora nera” di Ascanio Celestini, dopo la presentazione del regista che ha registrato il tutto esaurito, la sala cinematografica del nostro circuito ha ottenuto lo stesso risultato commerciale che a Napoli è stato raggiunto negli stessi giorni da ben due schermi.”
Eventi e promozione territoriale sono fondamentali per il buon esito delle pellicole. “Ci siamo dotati di un ufficio stampa e di un ufficio comunicazione che, ogni settimana, sull’edizione locale de “La Repubblica”, pubblica un flano interamente dedicato alla nostra programmazione.
Gli eventi, poi, donano grande lustro alle sale e gli incontri determinano una velocizzazione significativa del passaparola.”
Continua Ceglie: “La nostra volontà è quella di evitare la funzione “˜passiva’ del singolo film, ma coinvolgere in maniera più diretta lo spettatore.”
Il lavoro non è stato facile, e alcuni distributori hanno impiegato un po’ di tempo per entrare nello spirito del progetto:
“Molte case di distribuzione non hanno un agente in Puglia, e quando abbiamo chiesto loro il film, non sapevano neppure chi fossimo. Questi stessi distributori – osserva il direttore artistico “” grazie ai risultati sorprendenti, sono ora diventati nostri sostenitori, aiutandoci a coinvolgere, laddove possibile, gli autori e i protagonisti dei film.
Noi vogliamo creare partecipazione e promozione delle sale, perché il problema del cinema d’essai e delle sale cittadine non è solo di natura qualitativa.
La gente non va al cinema solo per le poltrone o la qualità dello schermo.
Deve sentirsi partecipe di un qualcosa di diverso e significativo.”
Gli sviluppi futuri?
Angelo Ceglie indica nei contenuti derivati dal digitale un possibile fattore di incremento di pubblico e di ulteriore innovazione:
“Esperienze come quella di “Ritorno al Futuro”, riproposizioni di vecchi classici in digitale, e “” perché no “” anche il teatro e la lirica, possono diventare fattori molto interessanti.”
Dice: “La diffusione “˜folle’ dei materiali su diversi supporti, ha evidenziato la difficoltà dei giovani di orientarsi nella storia del cinema. In questo senso, un circuito come il nostro può fare la differenza, recuperando la vecchia funzione dei Cineforum e andare in una direzione nuova.
I contenuti vanno rivitalizzati e promossi presso gli spettatori.
Il rinnovamento ambientale era un’emergenza, oggi, bisogna andare oltre l’elemento strutturale e puntare sulla comunicazione e la promozione del prodotto.”