direttore Paolo Di Maira

PROSPETTIVE/Verso l’Italian Green Cluster

foto-torneranno-i-prati-38-highLa qualità dell’ambiente è un valore che le Film Commission sono chiamate a tutelare per vocazione e per la loro natura trasversale, tra cultura, turismo e sviluppo economico: lo ha detto la presidente di Italian Film Commissions, Stefania Ippoliti confermando l’impegno dell’associazione per individuare strumenti adeguati ad orientare gli imprenditori dell’audiovisivo all’adozione di pratiche ecosostenibili.
E’ un percorso che ha trovato in Edison (l’azienda , al momento, è l’unica ad aver definito, in Italia, un protocollo green) un “compagno di strada”: il primo ma non l’unico, si augura Ippoliti, manifestando l’apertura dell’associazione ai contributi di tutti i soggetti coinvolti, nella prospettiva di creare nuove figure professionali ( eco-manager?).

Ippoliti traccia una linea di demarcazione sul quesito di fondo: chi rispetta l’ambiente deve essere premiato, o piuttosto deve essere punito chi l’ambiente non lo rispetta?
Le Film Commission ospiti si sono interrogate sul tema: incentivare o disincentivare?

In Trentino, territorio dove molto è stato fatto in termini di promozione della sostenibilità, quest’attenzione si sta trasferendo anche sull’audiovisivo, grazie al progetto di Ecomovie, una start up che offre servizi di consulenza legati alla sostenibilità ambientale nelle produzioni cinematografiche, con particolare riguardo all’applicazione di protocolli di certificazione di sostenibilità già sviluppati ed utilizzati nel contesto europeo.
“L’obiettivo del nostro lavoro è quello di promuovere la sostenibilità ambientale sul set cinematografico, con una consulenza volta a instaurare un meccanismo di premialità che va ad incentivare produzioni cinematografiche che intendano dotarsi di un approccio green., – afferma Corrado Menegatti, uno dei soci fondatori, – io e i miei colleghi (Stefano Boscherini e Giorgia D’Annibale) siamo esperti di sostenibilità, veniamo da percorsi diversi: loro si sono formati sulle certificazioni ambientali, sui cantieri e nella bioedilizia, io sulla ricerca qualitativa sul territorio e la comunicazione della sostenibilità. Ad aprile seguiremo la nostra prima produzione, ed è nostra intenzione trasferire la nostra competenza sui set, facendo uso di questa rete che già esiste (facendo ricorso a servizi di catering e di ristorazione a km0 e eco-compatibile, ad esempio)”

Per Luca Ferrario, co-direttore di Trentino Film Commission, Ecomovie è un “tassello mancante nel nostro panorama, necessario per realizzare un aspetto che sembra banale ma richiede un lavoro notevole in Italia, e cioè quello di avere un fondo per l’audiovisivo che indichi una strada chiara per sposare la sostenibilità alla produzione e instauri un meccanismo di premialità. In questa fase credo che gli incentivi diretti siano fondamentali e che non basti indicare la giusta via, perché i produttori e i registi che sono disposti a seguirla sono pochi”.

Dello stesso avviso Enrico De Lotto, di Torino Piemonte Film Commission: “è necessario usare soprattutto leve economiche per far comprendere alle produzioni che i comportamenti eco-sostenibili portano a risparmiare. L’industria cinematografica è per sua natura poco attenta all’ambiente e piuttosto ‘sprecona’: solo un’azione incentivante può correggere questa mancanza di vocazione.”

A mettere l’accento sulla dimensione economica della sostenibilità è anche Gianluca della Campa, di Edison : “La sostenibilità è prima di tutto un’opportunità imprenditoriale. Basti pensare al risparmio che comporta sostituire il gruppo elettrogeno classico (che generalmente ha un costo fisso tra noleggio, autista e combustibile, che oscilla fra i 3 e i 6 mila euro a settimana) con l’allaccio temporaneo alla rete elettrica, che, per la fornitura della stessa quantità di energia, costa 750 euro al mese. Le produzioni de “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì, “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi e “Il ricco, il povero e il maggiordomo “ di Aldo Giovanni e Giacomo, hanno risparmiato qualcosa fra i 70 e gli 80 mila euro a film solo su questi costi, avendo anche un miglior servizio perché con la rete elettrica non ci sono sbalzi di tensione e i rumori di fondo sono ridotti al minimo.”

Nelle Marche la soluzione tra cinema,sostenibilità, territorio e promozione si è consolidata con la creazione del fondo di promozione del paesaggio attraverso i prodotti audiovisivi, “ uno strumento che ci ha permesso di portare nel mondo le bellezze, la storia, l’unicità delle Marche – racconta Anna Olivucci, responsabile di Marche Film Commission – coinvolgendo i giovani professionisti locali da noi formati con grande determinazione anche se con fondi limitati”.

“Più buon senso, meno protocolli”: così potrebbe riassumersi, in sostanza, il pensiero di Alessandro Bonifazi, produttore con la sua Blue Film, del film documentario “Sul Vulcano” di Gianfranco Pannone, girato nel parco nazionale del Vesuvio, adottando pratiche green, poi ribattezzate dalla produzione stessa “protocollo Vesuvio”: “per i sopralluoghi siamo arrivati a Napoli in treno, e poi abbiamo noleggiato auto Euro 5 sul posto.
Per le riprese, invece, abbiamo usato solo un furgone abbastanza grande, dove abbiamo stretto tutti i mezzi tecnici, più un van per la troupe di 10 persone, tutto questo riducendo i consumi di CO2. Sul set mangiavamo i panini a km 0, comprati nei paesini intorno al Vesuvio, e eravamo dotati di sacchetti per il riciclo. Abbiamo rinunciato a molte cose per non essere invasivi, e anche per questo l’Osservatorio Vesuviano e il parco ci hanno aperto completamente la collaborazione.”

Collaborazione tra Enti,Parchi, Pubblica Amministrazione e produzioni, che le Film Commission potranno rafforzare e rendere meno episodiche su tutto il territorio nazionale, grazie alla messa in rete delle risorse disponibili e delle best practices.
I casi italiani raccontati a Cagliari, infatti, mostrano che sta prendendo corpo un vero e proprio “green cluster”, cioè un insieme di pratiche che generate dalle singole regioni, sempre di più alla ricerca di un’integrazione, diventa sistema ‘Made in Italy green’

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