di Marco Spagnoli
Consolidamento della società di produzione e distribuzione cinematografica e dopo la creazione di un'etichetta discografica (RadioFandango), di una casa editrice (Fandango Libri), di una divisione specializzata nella produzione e distribuzione di documentari (Fandango Doc) e l'acquisizione di un cinema romano (Politecnico Fandango), Domenico Procacci continua il suo lavoro per stabilire un marchio di qualità nel campo dell'entertainment, ma anche delle arti, accogliendo sotto la sua ala talenti che sono in sintonia con le sue idee nei confronti della vita e “” più in generale – con il suo modo di intendere il cinema, la musica, la letteratura.
“Il sogno di Domenico Procacci? Potere bere un giorno una FandanCola.” Scherza un amico produttore che aggiunge: “Il suo modello è quello di seguire le orme di Richard Branson, trasvolatore in solitaria in aerostato e fondatore del marchio Virgin, che dopo la musica è passato agli aerei, alle bibite gassate e a tanti altri interessi in diversi campi.” Vero o meno, sta di fatto che il lavoro di Fandango resta un unicum in Italia, essendo stata la prima società che ha esteso il concetto di marchio di qualità dal cinema ad altri settori della cultura e dell'arte.
L'interessato, però, nega che ci sia una cosciente opera di “brandizzazione” del marchio Fandango:
“Il lavoro che stiamo portando avanti fa parte di un progetto ad ampio raggio dove le divisioni imposte dal mezzo sono molto più tenui di quanto possa sembrare. I documentari che distribuiamo in sala e in Dvd non sono, poi, così diversi dai saggi che pubblichiamo attraverso la nostra casa editrice.” Spiega Domenico Procacci “Chi ha voglia può riconoscere una stretta parentela tra i documentari, i film di finzione, i libri e perfino i Cd che pubblichiamo. Gian Maria Testa ha inciso un album bellissimo sul tema dell'immigrazione. Il suo Cd è più forte di un qualsiasi saggio che è stato scritto su questo tema. Sicuramente, quindi, c'è una linea editoriale alle spalle di un progetto culturale abbastanza ampio che si sviluppa su piattaforme differenti. Non sono, però, sicuro che funzioni un meccanismo di brandizzazione e che venga riconosciuto, capito e apprezzato dal pubblico. O meglio: certi giorni lo penso, altri meno.” Quando gli facciamo notare che, ad esempio, l'ultimo libro di Alessandro Baricco è stato lanciato con una campagna pubblicitaria cinematografica e che “” quindi “” la contaminazione artistica dei linguaggi operata da Fandango vive una situazione speculare sotto il profilo del marketing e “” più in generale “” della promozione e dell'ufficio stampa, Procacci annuisce: “E' vero: anche il Caffè Fandango è stato lanciato seguendo la falsariga di una campagna di marketing cinematografica, ma da qui a pensare che sia in corso la creazione di un brand vero e proprio con tutto quello che ne consegue credo sinceramente che ce ne corra.”
Procacci riconosce di trovarsi ad affrontare un momento di passaggio con molti progetti in fase avanzata di sviluppo. Come “” ad esempio “” la co-produzione di “Seta” tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro Baricco che Medusa distribuirà a partire da marzo. Il regista de “Il violino rosso” Franà§ois Girard dirige un cast internazionale composto da Michael Pitt, Keira Knightley e Alfred Molina. Una serie di sfide che riguarda “” ad esempio “” anche il mondo dei documentari. Fandango, oltre ad una collana pensata appositamente per le edicole, sulle orme di Feltrinelli “” Real Cinema ha preparato per il 2007 una collana di libro + Dvd pubblicata direttamente da Fandango Libri e collegata al documentario.
Aggiunge Procacci: “Spero che nel corso di questi anni dalla nascita di Fandango Doc il nostro lavoro si sia notato. E' evidente che per alcuni documentari è stato più facile, mentre per altri di minore impatto un'uscita cinema era più complicata. Anche se in televisione si vedono pochi documentari, quei pochi hanno un gradimento da parte del pubblico molto alto.
Il documentario in Italia piace molto.” Un'idea più generale, però, domina “” in questa fase “” il lavoro di Procacci: “Noi stiamo cercando il pubblico in luoghi diversi, complementari e alternativi a quelli tradizionali ed è una delle sfide più interessanti di questo momento.”
Cinema&Video International 11/12-2006