direttore Paolo Di Maira

PRODUTTORI ESECUTIVI/Film Commission, nostre alleate

“La prima cosa a cui guardano i produttori stranieri, oltre alle locations, è soprattutto un aiuto nei primi sopralluoghi, poter contare cioè su un’ospitalità dalle film commission, su location manager e trasporti locali. Mi riferisco soprattutto a film indipendenti low budget”.
A parlare è Enzo Sisti, produttore esecutivo di film quali ”Spectre”, “Avengers: Age of Ultron” “Mission impossibile III”, attualmente impegnato a Matera sul set di “The Nightingale” una produzione Warner Bros.

“Recentemente mi hanno contattato produttori australiani chiedendomi se è prevista l’ospitalità qualora venissero in Italia per fare i sopralluoghi. Io credo che lo Stato, dal momento che ha riconosciuto ufficialmente le film commission (nel nuovo disegno di legge n.d.r.) debba garantire questo piccolo incentivo, accanto a quello ‘grande’ del tax credit, che è un aiuto fondamentale, che ci permette di ‘combattere’ ad armi pari con gli altri paesi anch’essi dotati di incentivi, e dove magari i costi sono minori. Il Ministro Franceschini ha fatto un lavoro eccezionale con l’aumento del tetto massimo del tax credit, e la sua estensione anche alle fiction televisive. Direi che adesso funziona tutto davvero bene, perché un euro di tax credit ne genera 9-10, un toccasana per l’economia nazionale.”

“E’ fondamentale fare fronte comune con le film commission negli appuntamenti internazionali, non tanto o non solo per spiegare come funziona il sistema, quanto piuttosto per portare esempi reali, di film che sono stati realizzati con successo e che garantiscono per la nostra credibilità, come i recenti “Ben Hur”, o “Zoolander”.“ Prosegue Sisti: “Ancora più utile è organizzare convegni dove invitare professionisti stranieri che hanno usufruito del tax credit perchè condividano la loro esperienza. Noi l’abbiamo fatto nel 2009, in collaborazione con ANICA, con Gorge Clooney e i produttori di “The American” , che ci ha fatto una pubblicità enorme. E la presenza delle film commission in questo è fondamentale, per il prezioso data-base fotografico di cui dispongono, per la loro esperienza e per la grande cultura del lavoro e del territorio”.

La proposta lanciata dalla presidente di IFC Stefania ippoliti di un fronte comune delle Film Commission con i produttori esecutivi, trova riscontri favorevoli.

“Mi sembra una proposta molto sensata”, afferma Marco Valerio Pugini di Panorama Films (“Voice from the Stone”, “Zoolander 2”, “Still life”, “The Vatican”): “è opportuno avere un rapporto più sinergico con le istituzioni, e quando dico istituzioni mi riferisco alle Film Commission”.
Pugini vorrebbe che il “fronte” fosse esteso anche alle industrie tecniche:
“Abbiamo delle buone società di visual effect fra Roma e Milano che potrebbero svilupparsi di più se avessero dei lavori un po’ più importanti. Lo stesso si può dire per i teatri di posa, a parte Cinecittà che è conosciuta in tutto il mondo, ci sono tan- te piccole altre strutture fra Torino, Roma e il Lazio. L’anno scorso, oltre a film che hanno fatto uso solo di location, come “Bond” o “Inferno” ce ne sono stati altri come “Ben Hur” o “Zoolander”, che hanno usato anche strutture tecniche e questo è un bel segnale. Abbiamo un panorama di incentivi fiscali molto buono, ma quello che ci manca è un’efficace operazione di marketing, perché ancora ci sono persone all’estero che non sanno che esiste un tax credit che funziona bene come il nostro.”

Sostanzialmente d’accordo Enrico Ballarin, di Mestiere cinema (“The Italian Job”, “Harry’s bar”, “Casanova”), che precisa: “le cose sono comunque molto migliorate rispetto a qualche anno fa. Adesso se un produttore straniero ti chiama, la prima cosa che ti chiede è come si fa per ottenere il tax credit. Certo, sarebbe necessario agire in maniera sistematica per raggiungere anche chi ancora ‘non ci chiama’, e credo sarebbe giusto farlo nei mercati, dove solitamente noi andiamo in maniera indipendente in quanto privati, con una forza diversa rispetto a quella delle istituzioni.”

E per quanto concerne la strategia promozionale, Ballarin suggerisce : “Ho come la sensazione che le film commission italiane comunichino l’esistenza del tax credit come una notizia aggiuntiva, mentre quelle straniere mettono subito l’accento su quello, perché in fondo è ciò che attrae più di tutto. Anche la promozione deve essere pensata in maniera più globale, l’obiettivo deve essere quello di portare i film in Italia, non nei singoli territori”.

“Noi possiamo essere i testimoni, per le Film Commission, della bellezza e della facilità di girare in Italia”, aggiunge David Nichols di Cineroma, produttore esecutivo di “Everest”, “To Rome with Love”, “The Tourist”.
Ce n’è senz’altro bisogno, perché “sebbene girare in Italia sia il sogno di ogni produttore straniero, soprattutto americano, spesso c’è anche una certa dose di paura, di diffidenza verso il nostro paese. Per me è un sogno girare qui, e quando cerco di convincere gli executives delle majors a farlo, mi rendo conto che non sono del tutto consapevoli di tutte le nostre possibilità”.
Il lavoro che si fa con il ‘made in Italy’ per la moda andrebbe fatto anche con il cinema e le sue eccellenze tecniche e artistiche: “I direttori della fotografia, i costumisti, i truccatori e i parrucchieri italiani sono i più bravi del mondo!”, conclude Nichols.

 

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