direttore Paolo Di Maira

BLOCCO E ACCELERAZIONE

Nel giro di un mese tutto è cambiato: se, all’indomani della Berlinale salutavamo il coraggio di Rai Cinema e 01 Distribution per aver voluto l’uscita in sala di “Volevo nascondermi”, forte dell’Orso d’Argento al protagonista Elio Germano, siamo ora catapultati in una dimensione totalmente diversa. Lockdown, social distancing, smart working ….è il nuovo lessico che ha disegnato anche le coordinate entro le quali l’industria del cinema è costretta ad operare.

Quindi: cinema chiusi, set bloccati, festival cancellati o rinviati.

Adesso veramente il cinema è entrato in casa, nel senso che film e fiction sono visibili ( gratuitamente o con offerte speciali) solo in tv o su streaming.

Il refrain del “nulla sarà come prima” è declinabile in modi diversi.

Quel che è sotto gli occhi di tutti è l’accelerazone del processo di digitalizzazione del consumo dei contenuti d’intrattenimento.

Come era prevedibile, i giganti del web hanno considerevolmente incrementato i propri fatturati

Dunque, in questa fase traumatica della competizione globale ( credo sia improprio definirla guerra), c’è chi vince, per esempio le grandi piattaforme digitali, e chi perde ( per esempio le sale cinematografiche). In mezzo ci sono le produzioni , in particolare quelle indipendenti, che pur essendo ferme con le lavorazioni possono in alcuni casi mandare direttamente i film su web, e le distribuzioni, sia nazionali che internazionali, che nell’esercizio hanno ormai una quota non determinante del loro business.

Va però segnalato che oltre alla deferente gratitudine per la “munificenza” dei giganti di cui sopra ( per esempio i 100 milioni di dollari “donati” da Netflix), il settore sta reagendo con proposte interessanti. L’ultima, in ordine di tempo, è quella di CNACinema & Audiovisivo: un Fondo di Scopo a sostegno dell’Esercizio cinematografico italiano attraverso una percentuale del biglietto elettronico delle piattaforme TVOD ( leggi l’articolo)

Perchè se è vero che in questa emergenza l’esercizio cinematografico si è rivelato l’anello più debole della filiera, è anche vero che sostenerlo conviene a tutti.

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