Cresce il numero di professionisti che lavorano nell’ambito dell’audiovisivo italiano: nel 2022 sono state 116.922 le persone coinvolte in attività audiovisive (+4%)
Cresce anche l’occupazione femminile: il settore con maggiore quota di donne nel management è quello della distribuzione cinematografica, dove le giovani manager superano i manager under 35.
E quasi interamente femminile era il parterre intervenuto al MIA di Roma per la presentazione del 5° Rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale che ha visto avvicendarsi, a seguito dell’esposizione dei dati più importanti da parte della presidente di APA, Chiara Sbarigia, Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura: Eleonora Andreatta, Vice President Italian Originals di Netflix; Antonella d’Errico, Executive Vice President Content di Sky Italia; Antonella Dominici, Senior Vice President Streaming per Sud Europa, Medio Oriente e Africa di Paramount+ e Pluto TV; Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione Mediaset e Giampaolo Rossi, Direttore Generale RAI.
Dal Rapporto è emerso che il valore complessivo degli investimenti in produzioni originali italiane (di tutti i generi) è di €1.800 milioni e che gli investimenti su piattaforma lineare (free e pay) è di circa €1 miliardo.
“La costante crescita della componente online vale oggi quasi un terzo di quella televisiva. Film e serie per la TV e il VOD di finzione costituiscono il genere principale per volumi di investimento (55%) ma abbiamo rilevato una crescita importante dei documentari e dell’animazione, principalmente sul segmento VOD.” Ha dichiarato Chiara Sbarigia.
Aumentano gli investimenti, ma non i titoli, a causa, secondo Antonella d’Errico, “dell’aumento dei costi e anche del fatto che la qualità di questo ‘eccesso’ di produzioni seriali e cinema non sempre è all’altezza di ciò che il consumatore vuole vedere, e non sempre è così esportabile.” Per questo continueremo ad investire in serie con numero inferiore e qualità più alta, in cinema”.
E proprio a proposito di qualità e anche del momento d’oro dei documentari, d’Errico ne ha citati due, prodotti l’anno scorso da Sky Studios Italia, “che sono vetrine per la piattaforma: Villeneuve e Pironi e Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America (Nastro d’Argento come miglior documentario 2023). Sono entrambi stati acquistati da HBO, che rappresenta un po’ ‘il faro’ dell’innovazione: questa è la prima volta che accade ed è indicativo del fatto che Italia ha un’ identità estremamente rilevante, sia dal punto di vista dello storytelling che delle maestranze.”
Quello delle maestranze è anche un punto critico, rileva Sbarigia, “per la scarsità di tecnici, considerata anche l’auspicata ulteriore crescita del mercato e che possiamo ritenere concluso l’effetto inflativo pandemia superato”. Controverso anche, secondo Borgonzoni, il persistente processo di aggregazione e acquisizione di importanti società italiane da parte di grandi gruppi esteri (“è lecito che una società voglia vendere, ma è compito nostro quello di dare gli strumenti, a chi vuole, per rimanere italiano.”
Raccontare l’identità italiana è sicuramente l’ambizione degli streamers. Per Tinny Andreatta, la sfida di Netflix Italia è duplice: “da una parte, ricreare quell’immaginario costruito negli anni ’60 quando la nostra industria cinematografica era famosa nel mondo, raccontando però un’Italia moderna, contemporanea diversa, dall’altra, costruire un filone di produzione dotato di quella continuità che lo rende fenomeno, come i K-Drama in Corea ad esempio.”
E in merito alla crescita degli adattamenti da format internazionali, e al leggero miglioramento di prodotti nazionali venduti all’estero, Andreatta cita Rythim&Flow- Nuova Scena, adattamento di un format di grande successo in Usa e Francia, che vede Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain partire dalle città più rappresentative del rap italiano – Roma, Napoli e Milano – alla ricerca del miglior talento della prossima generazione.
La ricerca di linguaggi sempre nuovi è anche nell’animazione per adulti di Zero Calcare
Anche ‘l’ultima arrivata’, Paramount + che ha l’ambizione, dice Antonella Dominici, “di intrattenere le famiglie, integrando il catalogo importante che viene dagli Stati Uniti con prodotto locale”, ha all’attivo molte belle storie che raccontano l’Italia “così com’è: da Vita da Carlo, di cui arriveranno anche la terza e la quarta stagione, e che per un brand come nostro solitamente associato al grande cinema rappresenta un efficace gancio verso la serialità popolare. A Miss Fallaci che sarà pubblicata fra pochissimi mesi, ai successi di Circeo, prodotta con Cattleya e Rai Cinema, Corpo Libero, Francesco Il Cantico, di e con Benigni, e Ti Mangio il Cuore, che a distanza di un anno registra ancora ottimi consumi, anche grazie alla sua protagonista, Elodie.”
“Le produzioni italiane sono sempre più attrattive a livello internazionale, come dimostra l’incremento dei prodotti audiovisivi venduti all’estero, – commenta Lucia Borgonzoni.
l risultati di questa mattina testimoniano il grande impegno del Governo e del settore per rendere sempre più attrattivo il cinema italiano all’estero e per valorizzare lo star system italiano e soprattutto i talenti più giovani. Proprio in questa direzione si muove il nostro impegno per portare al Festival di Tokyo i grandi nomi del cinema italiano insieme ai giovani attori e musicisti italiani proprio per ribadire che l’Italia è stata cultura, è cultura e sarà cultura. È importante riuscire ad esportare il cinema italiano perché i film girati in Italia hanno poi ricadute sul settore del turismo, ma non solo, e rappresentano un volano per la rinascita del patrimonio a tutto tondo del nostro Paese”.