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direttore Paolo Di Maira

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PRATO PHYGITAL / Il Velluto Medici rivive nella magia dei numeri

Si è tenuta al Cinema La Compagnia di Firenze, lo scorso 5 giugno, la dimostrazione dei primi risultati di Prato Phygital, progetto avviato lo scorso anno con il finanziamento del MIMIT nell’ambito delle applicazioni della tecnologia 5G.

Il percorso è già nel logo: il neologismo sta a indicare un continuum tra universo fisico e universo digitale; mentre Prato, protagonista dell’impresa, è stata scelta assieme ad altre 4 città italiane per la sperimentazione del 5G: una sfida che intraprende portando con sé la storica vocazione nel tessile, settore manufatturiero – paradossalmente – tra i più tradizionali. Se poi si considera che Prato è il luogo dove si è insediato il primo polo di Manifatture Digitali Cinema (MDC), la rete di “botteghe” pensate per valorizzare il sapere artigianale attraverso le nuove tecnologie applicate all’audiovisivo, il progetto si delinea con maggiore chiarezza, e non meraviglia che Fondazione Sistema Toscana, lo stesso ente che ha concepito le Manifatture, di Prato Phigital sia coordinatore e capofila.

Fanno parte del raggruppamento: Comune di Prato con Prisma – Casa delle Tecnologie; UNIFI con il laboratorio REI del dipartimento di Architettura; PIN – Polo Universitario Città di Prato, Fondazione Museo del Tessuto di Prato, Marini Industrie, Immerxive, startup nata e cresciuta nella Casa delle Tecnologie di Prato, la casa di produzione Indiana Production, EDI – Effetti Digitali Italiani, società di effetti speciali,e, ultimo ma non ultimo,Wind Tre, partner tecnologico, fornitore dell’infrastruttura 5G. Queste competenze hanno utilizzato l’audiovisivo per realizzare lo scopo del bando ministeriale: rendere comprensibile per le imprese le applicazioni pratiche della nuova tecnologia 5G.

L’evento tenutosi a La Compagnia ne è la prima tappa, cui seguirà, l’11 e 12 luglio, un mock-up di teatro in virtual production.

Ma andiamo con ordine.

UN VIDEO IMMERSIVO

Dopo una breve introduzione di Stefania Ippoliti, responsabile area cinema di Fondazione Sistema Toscana, che ha fatto gli onori di casa assieme al suo presidente, Iacopo Di Passio, è stato mostrato nel cinema fiorentino un video di 15 minuti che, tra realtà immersive virtuali e live action, ha guidato, con l’attore Massimo Poggio, lo spettatore/visitatore nel passaggio dal reale al virtuale.

Il viaggio inizia dalla mente umana: uno smisurato “archivio organico di esperienze e sapere”, che ha però una falla: si arresta sulla soglia della morte. Per questa ragione sono stati inventati gli archivi storici, depositari di una memoria capace di sopravviverci.

Questa sorta di prefazione permette di immergerci nella memoria depositata nel Museo del Tessuto di Prato, che ci tramanda manufatti unici come il Velluto Medici, realizzato in seta con broccature in oro filato a metà del ‘400, o, in epoca recente, nell’Archivio di Marini Industrie di Prato, con il sofisticato tweed verde tipico degli anni ‘60-’70, il pied de poule in versione optical tanto amato dai grandi stilisti.

Come sfruttare questa immensa ricchezza?

Un modo può essere quello di riportare suggestioni in forme moderne ispirate dal passato , come i copricapo creati per la serie televisiva Medici nella bottega di Manifatture Digitali Cinema, sotto la guida di Alessandro Lai.

A questo punto la nostra guida pone una domanda: è possibile restituire agli archivi storici la vita degli archivi mentali? Ricostruire cioè la sapienza, la creatività che ha generato quei manufatti unici?

Per rispondere bisogna avventurarsi oltre, con l’avatar di Massimo Poggio, in un universo parallelo e speculare dove tutto è possibile, e l’unico limite è la nostra creatività: siamo nel metaverso. Qui, grazie a sofisticate tecnologie, gli archivi sono ora digitali, capaci di una ricchezza d’informazioni mai vista prima, in grado di scomporre la struttura, l’ordito, il colore, il numero dei fili di questi tessuti..

Il finale, rassicurante, è che il ritorno al reale è possibile. E’, cioè, possibile calare queste nuove conoscenze e applicarle alla vita quotidiana.

LA TAVOLA ROTONDA

Difficile rendere a parole la suggestione del video, estremamente coinvolgente e a tratti seduttivo ( è il caso dell’animazione del tessuto mediceo, fluttuante come le onde del mare). Meno difficile, forse, la sintesi della tavola rotonda che è seguita alla proiezione, dove il filo conduttore correva su due piani tra loro complementari: la formazione e le applicazioni commerciali per le imprese.

Ha moderato Benedetta Squittieri, assessora al bilancio, sviluppo economico, innovazione e agenda digitale del Comune di Prato. Che ha premesso: Prato ha scelto di “pensare il mondo in 5G” partendo dalle esigenze produttive del territorio e individuando nuove opportunità per un settore trainante della propria economia, fatta soprattutto di piccole e micro imprese.

Ha di nuovo incrociato Fondazione Sistema Toscana (FST), che a Prato è di casa, in quanto con la sua Manifatture Digitali Cinema (MDC) aveva già creato, nel 2017, la connessione tra tessile e audiovisivo, partecipando, nella realizzazione dei costumi, alla produzione della serie televisiva internazionale “Medici”.

Ha provveduto Luigi Formicola, per MDC, a raccontare come, decidendo di partecipare al bando del MIMIT, FST ha messo insieme tutti gli elementi che costituiscono il progetto . L’archivio costruito nella realizzazione dei costumi per “Medici” non bastava, così l’ingresso di due partner del peso del Museo del Tessuto di Prato (da 50 anni impegnato, con la sua collezione di tessuti proveniente da tutto il mondo, nella valorizzazione degli archivi come fonte di apprendimento e di ispirazione, ha evidenziato il suo direttore Filippo Guarini), e di Marini Industrie, ha garantito un patrimonio sufficientemente ricco.

Poi il salto decisivo: “serviva trasformare questi archivi in files”.

Entra in scena l’Università degli Studi di Firenze con il suo team di ricercatori guidati da Elisabetta Cianfanelli, docente di architettura e design industriale. La professoressa Cianfanelli ha ripercorso i dieci mesi di ricerca, individuando nel progetto un’ opportunità per “costruire acceleratori di formazione”, anche lei esaltando la città di Prato, con il suo forte connubio tra sapere artigianale e sapere industriale che proviene dal medioevo
(“Prato ha inventato il riciclaggio del tessile”).

Nella prima fase del lavoro c’è stata la scelta dei tessuti; nelle seconda, la più impegnativa, “abbiamo costruito modelli matematici”, dove i tessuti sono “ matrici numeriche”. La difficoltà maggiore l’ha prodotta la constatazione che i tessuti non sono bidimensionali, come può sembrare, ma tridimensionali, “perché i fili hanno colore, peso, materiali diversi, dove la filatura crea luci ed ombre. Per questo sono state create mappe multilivello, stratificate, che permettono alle superfici di assumere elementi tridimensionali”. Ma l’impresa non si è fermata qui: “ Di fronte ai big data acquisiti ci siamo chiesti cos’altro potevamo fare, e abbiamo ricreato un corrispettivo pezzo musicale”, ha rivelato la professoressa Cianfanelli esemplificando così le enormi potenzialità della ricerca, che può essere applicata anche ad altri settori del Made in Italy. “ Se possiamo trasformare un tessuto rinascimentale in un brano musicale, aumentiamo il valore non solo del brand, ma anche dell’experience di quel prodotto”.

Benedetta Squittieri riporta il discorso “a terra”, mettendosi nei panni dell’imprenditore pratese che vuol sapere se tutto questo è utile per “vendere più pezze”.

C’è questo e molto altro, secondo Francesco Marini, che guida l’omonima azienda leader nel settore, la quale, oltre a possedere l’importante archivio storico (con oltre 40 mila campioni), è sul mercato da ottant’anni.

“Abbiamo sempre lavorato alle nostre collezioni pensando che il mondo finisse quando la pezza era stata consegnata”. Questo mondo, fin’ora concentrato sul prodotto, si è dilatato “nel mix tra fisico e digitale”. I servizi sono il prodotto del futuro. Innovazione significa che attraverso i software CAD “noi possiamo raccontare al cliente il nostro tessuto prima ancora di realizzarlo. Produciamo e vendiamo un’ idea”; adottando, tra l’altro, una pratica sostenibile, tiene a sottolineare Marini, in quanto i prodotti viaggiano senza produrre CO2.

Sulla maggiore efficienza produttiva si è soffermato anche Guglielmo Boggia, di Immerxive, che ha supportato il team della professoressa Cianfanelli nel lavoro di digitalizzazione. “ Il nostro lavoro – ha spiegato- è portare su piattaforma digitale oggetti complessi e interagire con essi”. Dunque, non solo riprodurre, ma poter modificare l’oggetto reale. Boggia ha raccontato, a titolo esemplificativo, lavori precedenti su oggetti in ceramica: “li abbiamo digitalizzati e messi a disposizione degli uffici di progettazione per la realizzazione di nuovi prodotti”, dimezzando i tempi e dunque i costi .

Perchè, ha spiegato Lorenzo Mucchi, professore associato del PIN, Polo Universitario Città di Prato, a differenza del word wide web, che nell’ormai lontano 1993 permise la condivisione dei contenuti, nel metaverso i contenuti vivono insieme. “L’idea che sorregge il progetto è utilizzare questo spazio tempo tridimensionale digitale (il metaverso), per rappresentare i dati acquisiti in uno spazio pensato per l’interattività sociale . Il metaverso è l’ambiente ideale per mettere assieme competenze diverse”, ha detto Mucchi, evocando così il prossimo evento, che vedrà protagonista il PIN assieme a Wind Tre , partner tecnologico fornitore dell’infrastruttura 5G.

“La vera sfida è quella che ci attende nei prossimi appuntamenti dell’ 11 e 12 luglio – conferma Luigi Formicola – quando gli archivi digitali diventeranno supporto di un nuovo racconto messo in scena da Indiana Production e EDI negli spazi di MDC di via Santa Caterina a Prato”. Si girerà

un cortometraggio all’interno di un modello in scala ( mock -up) di Teatro di Posa per Virtual Production.

Wind Tre ha realizzato l’infrastruttura di edge computing che permetterà di assistere in tempo reale da remoto, anche privatamente – nelle zone di Firenze e Prato – a quanto avviene sul set. La visione “pubblica” è programmata per l’11 luglio al Museo del Tessuto, e il 12 al Teatro La Compagnia.

Lo ha confermato Fabrizio Brasca, innovation manager di Wind Tre, che ha chiuso il panel con un’interessante riflessione: “Gli ecosistemi – ha detto – sono il futuro, dove più partner che fanno cose diverse si mettono assieme per realizzare prodotti e servizi che ad oggi non sono pensati”.

Questa è la sfida dell’ecosistema creato da Prato Phygital.

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