Mentre i set sono fermi e le sale chiuse, che succede nel campo della post-produzione e del doppiaggio?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni professionisti del settore.
POST -PRODUZIONE
Reel One è un’azienda di post produzione per cinema e Tv creata nel 2018 ma figlia di un’esperienza nel settore lunga 50 anni, legata al nome della famiglia Vittori.
“Attualmente – dice Gianni Vittori, consulente commerciale di Reel One – dei 15 dipendenti il 20% è fisso in azienda, il 20% in smart working, il resto è in cassa integrazione. Al momento, paradossalmente, il lavoro di post legato alle piattaforme è aumentato del 20/30%, questo perché si è concentrata la richiesta dei prodotti già finiti da parte delle televisioni e delle piattaforme on line.”
Qualche titolo: i film “Sei tornato” di Stefano Mordini, “La vita davanti a sè” di Edoardo Ponti, “La terra dei figli” di Claudio Cupellini, la quarta stagione della serie web per Tim Vision prodotta da Cross Production “Skam ” , la fiction Mediaset “Giustizia per tutti” con Raoul Bova e “Cops” di Luca Miniero per Sky Italia.
“Abbiamo anticipato la finalizzazione dei prodotti”, continua Vittori:” ciò vuol dire che abbiamo lavoro fino a maggio: il problema ci sarà nei mesi successivi, considerato il blocco della produzione di questo momento, ci sarà un buco di almeno 4 mesi, considerando che , ottimisticamente, i set riapriranno a settembre, e le sale cinematografiche a dicembre”.
Vittori, comprensibilmente, non è in grado di fare previsioni, ma non nasconde che il problema c’è, ed è grande, lavorando, l’azienda, principalmente sulla serialità televisiva che è legata alla stagionalità; e il cinema in sala occupa circa il 40% del fatturato.
“Skam” è anche fra i progetti di Sound Art 23, con cui gli studi di registrazione e post-produzione di cui Marzia Dal Fabbro è managing director, sta continuando a lavorare: “stiamo andando avanti con il mix, con il fonico che lavora da solo in sala con il materiale che gli viene trasferito dal dipartimento del montaggio audio e video.” Sound Art curerà il mix anche dei citati “Sei tornato” e “Giustizia per tutti” , che “dovevano partire, rispettivamente il 25 marzo e a metà aprile, ma sono slittati- spiega Del Fabbro, che fa una differenza fra i prodotti cinema, la cui uscita in sala è comunque ferma, e il cui slittamento della post-produzione può anche permettersi qualche ritardo in più, e quelli televisivi o legati alle piattaforme, per i quali c’è più urgenza. “tra l’altro, subito prima della chiusura di tutto, a inizio marzo eravamo riusciti a chiudere vari progetti: due targati Lucky Red (“sotto il sole di Riccione” per Netflix, e “DNA” di Lillo e Greg, per il cinema), il nuovo film di Nanni Moretti “Tre piani”, “Antigone” di regista canadese per Parthenos e il film algerino “Conosci Papicha” distribuito da Teodora”.
Ancora in fase di lavorazione e quindi esposto a tutti i rallentamenti e le problematiche che la situazione comporta, è una serie per la RAI, 6 puntate da 100 minuti: “siamo esattamente a metà, dovremmo chiudere il doppiaggio della terza puntata, e abbiamo gli attori a Napoli, Milano e Savona: proseguiremo grazie alle registrazioni in remoto. Napoli ci ha già dato l’ok dal 22 aprile.”
DOPPIAGGIO
Ed eccoci alla più controversa e delicata questione del doppiaggio, legata anche al fatto che i doppiatori sono liberi professionisti e quindi spesso la scelta di continuare o meno a lavorare è assolutamente discrezionale, visto che, come rileva Lidia Cudemo, CEO di D-Hub Studios, studio romano di post-produzione e doppiaggio, la situazione è paradossale: “le società di doppiaggio rientrano fra quelle con codice Ateco che consente di continuare a lavorare, ma i doppiatori non potrebbero, prima di tutto per la questione delle distanze, ad esempio.”
“Con il loro sindacato, i doppiatori hanno dunque scritto al MISE, -continua Cudemo, -che gli ha risposto positivamente, facendo comunque sempre riferimento al protocollo, laddove prevede che qualora il lavoro imponga di stare a meno di 1 metro, è comunque necessario l’uso di dispositivi di protezione.” Da qui, la discrezionalità, e la decisione di molti di non lavorare, che sottolinea Cudemo, “Non si può condannare, perché è una questione molto delicata, che riguarda la salute di tutti”
Nel frattempo, però, rivela Marzia Dal Fabbro, “i sindacati hanno individuato per la Regione Lazio, Gianluca Aloi, come RLST (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale): una figura che ha il compito di certificare i vari studi, in modo da facilitare la ripresa. Da noi verrà domani.” E aggiunge: “C’è da dire tuttavia, che il workflow e l’organizzazione del doppiaggio subirà necessariamente dei grandi cambiamenti, dato che le misure di prevenzione rallenteranno i tempi di lavorazione (per dar tempo alle operazioni di sanificazione) e non permetteranno inoltre di effettuare turni con più di un attore in sala, il ché renderà complicata la registrazione di brusii e ruoli minori. Questo comporterà un aumento di costi di produzione che difficilmente potrà essere coperto dai budget già stabiliti con i clienti. Fortunatamente, alcuni strumenti di registrazione in remoto quali Source Connect permetteranno di registrare a distanza (nel caso di attori bloccati in altre città) e potranno così limitare gli spostamenti”.
A parte i problemi del doppiaggio, anche l’attività di D-HUB sta comunque proseguendo su altri fronti:
“stiamo andando avanti con il lavoro di sottotitolazione, che i nostri collaboratori svolgono in smart working, e abbiamo approfittato dell’occasione per concentrarci di più sulla formazione, che è un altro ambito a cui teniamo molto e a cui abbiamo dato impulso anche attraverso I Sassi d’Oro di Matera, (la manifestazione che premia ogni anno le maestranze dell’audiovisivo, n.d.r. LEGGI QUI). Facciamo formazione ai nostri dipendenti, oltre a portare avanti da remoto i workshop che facevamo fra Roma e Matera.”
Anche le realtà più piccole legate alla post-produzione si stanno riorganizzando. Alessio Focardi, titolare de La Sartoria dell’Immagine, è convinto che per alcuni settori dell’audiovisivo, quest’esperienza possa rappresentare anche un’occasione di rilancio e di positivo cambiamento.
“La tecnologia che abbiamo a disposizione è stata usata in
maniera ridotta fino ad oggi, e può darsi che questo stravolgimento ci porti a sfruttare
e a implementare le possibilità di lavorare a distanza. Questo ci permetterà,
credo, di dare anche maggior valore ai rapporti umani, magari le riunioni in
carne ed ossa, ora che ci stiamo abituando a farle online, diventeranno più
rare, qualcosa di simile agli incontri fra capi di stato”. Focardi scherza, ma
non troppo. “Ovviamente, -precisa, – questo discorso non è valido per la
produzione tout court, non si può pensare di far recitare gli attori sul green
screen per poi ricreare gli ambienti in post-produzione. Per questo è
necessario definire bene quali sono le attività che si possono svolgere a
distanza e quali no, e attivarsi per far ripartire queste ultime al più presto.
Io sono in grado di realizzare tutta la post da remoto, dalla visione del
materiale alla colour correction, sto lavorando sulla sperimentazione di questo
nuovo approccio, e sto cercando anche fondi, regionali e provinciali, per acquistare
le nuove tecnologie che mi permetterebbero di farlo al meglio. Parte del
software ce l’ho già: ho lanciato recentemente ai soci di CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, l’idea di provare a sperimentare
con quei progetti che sono rimasti a metà, e rinnovo l’invito.
Filmtools ha messo in catalogo le mascherine, assieme ai classici prodotti da
set: un altro elemento che fa pensare che non si tratti di una situazione solo
emergenziale.”