167 film nel 2013 contro 166 del 2012: apparentemente la produzione cinematografica italiana si è mantenuta stabile.
In realtà, all’interno di questi numeri si registra una sostanziosa diminuzione delle coproduzioni ( 29 contro 37) e un più pronunciato aumento dei film al 100% italiani: 138 nel 2013 e 129 nel 2012.
Questo andamento si traduce in una diminuzione degli investimenti, scesi dai 493,14 milioni di euro ( 2012) a 357,60
(meno 27%), diminuzione ascrivibile principalmente al crollo degli investimenti sui film d’iniziativa estera (cioè coproduzioni italiane minoritarie), passate da 159,91 a 77,20 milioni.
Dunque: aumentano i film ma diminuiscono gli investimenti, abbassando sensibilmente il costo medio dei film: 1,8 milioni di euro contro i 2,2 del 2012 per quanto concerne i film d’iniziativa italiana ( definizione che comprende film al 100% italiani, le coproduzioni maggioritarie e paritarie).
Questa tendenza ha suscitato un preoccupato commento da parte del presidente ANICA Riccardo Tozzi che, nel commentare i dati resi noti alla conferenza stampa “Tutti i numeri del cinema italiano” il 15 aprile a Roma, in via del Collegio Romano, sede del MiBACT, ha parlato di “processo di miniaturizzazione”.
Disaggregando infatti il budget per classi di costo, nel 2013 sono 53 i film con budget entro i 200 mila euro contro i 37 del 2012; inversamente, i film con budget superiore ai 3,5 milioni di euro scendono dai 34 del 2012 a 28 nel 2013.
Sia per Tozzi che per Angelo Barbagallo, presidente dei Produttori, determinante è stata la contrazione degli investimenti da parte delle televisioni . “Il sistema delle quote non ha funzionato” ha detto il presidente ANICA, sottolineando come nel 2010 gli investimenti delle TV furono di 180 milioni, mentre nel 2013 di appena 70/80 milioni). Per Barbagallo “ tutto il sistema finanzia troppo poco il cinema”.
In tale contesto non è stato percepito positivamente il calo dei contributi pubblici diretti (divenuto ormai uno dei più bassi d’Europa, ha sottolineato il DG Cinema Nicola Borrelli): il FUS per film d’interesse culturale e per opere prime e seconde è sceso sotto la soglia dei 20 milioni, mentre l’anno precedente era di quasi 25 milioni. La diminuzione non è stata compensata dall’altra componente “storica” dell’intervento pubblico, il Tax Credit. Infatti, il valore del credito d’imposta richiesto si contrae da 60 a 53 milioni. Unico dato in controtendenza, l’aumento del tax credit alla distribuzione, passato da 4 a 5 milioni. Da segnalare che per la prima volta nell’elaborazione dei dati è stato evidenziato l’apporto dei Fondi regionali, pari a quasi 7 milioni di euro.
Lo studio dà conto anche dei passaggi televisivi (in calo) dei film italiani, della loro distribuzione in sala, aumentata nei primi mesi del 2014 rispetto sia al 2013 che al 2012, con una quota di mercato stabile al 33%.
Tutti i numeri del cinema italiano 2013, è frutto dell’elaborazione di ANICA e MiBACT.