Trionfo agli Oscar per Anora: il film di Sean Baker, che già aveva conquistato la Palma d’Oro al Festival di Cannes, porta a casa quattro statuette. Tre vanno al regista (ex?) indie americano: quella di Miglior film, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Montaggio. Uno a Mikey Madison, Migliore Attrice Protagonista. Sparita dall’orizzonte delle possibilità di vittoria (ma non dalla Cerimonia) Anna Sofía Gascón, a causa delle polemiche scaturite dalla scoperta dei suoi tweet razzisti, Emilia Perez ha dovuto ‘ridimensionare’ le proprie aspettative, accontentandosi dell’Oscar alla Migliore Attrice Non Protagonista, andato a Zoe Saldana (che si dice avesse preso le distanze dalla collega, come il regista e tutto il cast), e di quello alla Miglior Canzone Originale, per El Mal la cui musica è firmata da Clément Ducol e Camille; mentre il testo da Ducol, Camille e Jacques Audiard.
Se il vento è decisamente cambiato per Emilia Perez, che aveva dominato la notte degli European Film Awards con cinque premi, gli Oscar al Miglior Documentario, a No Other Land del collettivo israelo-palestinese di Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abraham, e al Miglior Film d’Animazione, a Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis, Matīss Kaža, Ron Dyens e Gregory Zalcman, si trovano in linea con i riconoscimenti dell’Accademia del Cinema Europeo (leggi qui).
Altro protagonista della serata è The Brutalist di Bradley Corbet: premiati Adrian Brody (Miglior Attore); Lol Crawley (Migliore Fotografia) e Daniel Blumberg (Migliore Colonna Sonora). Sono sette quindi, le statuette che porta a casa Universal Pictures Italy, distributore di questo film e di Anora nel nostro paese.
Miglior Attore Non Protagonista è invece Kieran Culkin per A Real Pain, arrivato la scorsa settimana nelle sale italiane con Walt Disney Pictures Italy.
Miglior film internazionale è il brasiliano I’m still here (Io sono ancora qui) di Walter Salles; Migliore Sceneggiatura Non Originale: Peter Straughan per Conclave.
Due Oscar a testa per Wicked e Dune: Part Two: la ‘backstory’ della Perfida Strega dell’Ovest, parte dell’incantato mondo di Oz vince come Migliori Costumi (a Paul Tazewell) e Migliore Scenografia (Nathan Crowley come Production Designer e Lee Sandales come Set Decorator). Il sequel di Dune diretto da Denis Villeneuve conquista le statuette con il
Miglior Sonoro (per Gareth John, Richard King, Ron Bartlett e Doug Hemphill) e con i Migliori Effetti Visivi (a Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe e Gerd Nefzer).
Ridimensionata anche la ‘bolla’ The Substance, che ha comunque ottenuto, giustamente, l’Oscar per il Miglior Trucco e Acconciatura, andato a Pierre-Olivier Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli.
Miglior Corto d’Animazione è In the Shadow of the Cypress di Shirin Sohani e Hossein Molayemi
Miglior Corto Documentario: The Only Girl in the Orchestra di Molly O’Brien e Lisa Remington
Miglior Corto Live Action: I’m Not a Robot di Victoria Warmerdam e Trent