Ha ricevuto l’Orso d’Argento per il Miglior Contributo Artistico (Silver Bear for an Outstanding Artistic Contribution) al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino Disco Boy, opera prima di Giacomo Abbruzzese, unico italiano nel Concorso ufficiale.
Ad essere premiata è stata la straordinaria fotografia con cui Hélène Louvart (Pina, Corpo Celeste, Lazzaro felice) ha messo in immagine la storia di tre destini che si intrecciano: quello di Aleksei (Franz Rogowski), bielorusso in fuga dal suo passato, che raggiunge Parigi e si arruola nella Legione Straniera per ottenere il passaporto francese, di Jomo (l’esordiente Morr Ndiaye), giovane rivoluzionario, che si batte contro le compagnie petrolifere che hanno devastato il suo villaggio, nel delta del Niger. E di sua sorella Udoka (Laëtitia Ky) che sogna di fuggire, consapevole che ormai tutto è perduto.
Il film, co-produzione fra Francia, Italia (Dugong Films) e Belgio, ha vinto inoltre il Premio Kinéo e GCHR per i Diritti Umani, che per la prima volta nella sua storia è stato attribuito a un autore italiano. Uscirà al cinema il 9 marzo distribuito da Lucky Red.
La Giuria, capitanata da Kristen Stewart, e composta da Golshifteh Farahani, Valeska Grisebach, Radu Jude, Francine Maisler, Carla Simón e Johnnie To, ha consegnato l’Orso d’Oro al miglior film al documentario di Nicholas Philibert Sur L’Adamant, storia del battello sulla Senna – centro di accoglienza diurno frequentato da persone con disturbi mentali, che ha avuto anche la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica.
In Italia, il film sarà distribuito da I Wonder Pictures.
L’Orso d’Argento-Gran Premio della Giuria è andato a Roter Himmel (Afire) di Christian Petzold, l’Orso d’Argento- Premio della Giuria a Mal Viver (Bad Living) di João Canijo. Miglior Regista è Philippe Garrel con il suo Le grand chariot (The Plough).
L’Orso d’Argento come migliore interpretazione principale è di Sofía Otero, protagonista di
20.000 especies de abejas (20,000 Species of Bees) di Estibaliz Urresola Solaguren, mentre Thea Ehre ha vinto come attrice non protagonista in Bis ans Ende der Nacht (Till the End of the Night) di Christoph Hochhäusler.
L’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura è di Angela Schanelec per Music, di cui è anche regista.
I documentari hanno fatto incetta di premi anche in Encounters: il messicano El Echo (miglior Regia a Tatiana Huezo) che poi ha vinto anche il Berlinale Documentary Award (€40,000, offerti da Rund- funk Berlin-Brandenburge); e il francese Orlando, ma biographie politique (Orlando, My Political Biography) con cui Paul B. Preciado ‘dice’ a Virginia Woolf che il personaggio da lei creato è diventato realtà, e la sua transizione è in quella di tutti i corpi non-binary di tutti gli Orlando in giro per il mondo. Il film ha ottenuto il Premio speciale della Giuria ex aequo con Samsara di Lois Patiño, ha ricevuto la Menzione Speciale per il Berlinale Documentary Award, e ha vinto anche il Teddy Award nella categoria Best Documentary/Essay Film
Il Miglior Film di Encounters è invece Here di Bas Devos, un film semplice e quasi muto, come The Survival of Kindness di Rolf de Heer, in Concorso, e forse non è un caso che entrambi hanno conquistato il Premio della Giuria FIPRESCI, assieme The Quiet Migration, per Panorama.
Miglior Film d’Esordio della 73° Berlinale è Adentro mío estoy bailando (The Klezmer Project) di Leandro Koch, Paloma Schachmann (la Menzione Speciale è andata a The Bride di Myriam U. Birara).
L’Orso d’Oro al Miglior Corotmetraggio è per Les chenilles di Michelle Keserwany, Noel Keserwany (sarà anche il corto candidato per Berlino agli European Film Awards)
Il Teddy Award come Miglior Lungometraggio di finzione va a All the Colours of the World Are Between Black and White di Babatunde Apalowo, film nigeriano, le cui vendite internazionali sono curate da Coccinelle Film Sales.
Il cortometraggio coming of age Incroci di Francesca de Fusco (Italia-USA) ha ricevuto la Menzione Speciale come miglior corto (Premio Speciale della Giuria Internazionale nella sezione Generation 14+).