di Adriana Marmiroli
C’è chi al cineturismo dice sì con molta cautela.
Sutri, ad esempio.
Località speciale dal punto di vista geografico “” colline morbide, lago a pochi chilometri, un campo di golf rinomato, vicinanza non invasiva con Roma “” e storico “” borgo medievale, importanti siti archeologici d’epoca etrusca e romana -, ormai da 4 anni location della serie “Caterina e le sue figlie”, scelta per spot pubblicitari (Cisco, Peroni tra le altre) anche internazionali, preferisce contenere la presenza dei set sul proprio territorio, timorosa che troppo clamore sovverta la pacata calma della sua campagna e del borgo, già prediletto da una giusta presenza di villeggianti.
Soprattutto ora che la cittadina della Tuscia è entrata nel “giro” dei location scout delle grandi produzioni hollywoodiane, ora che per pochi fondamentali giorni ( anzi, notti) è servita da sfondo di alcune scene di “Nine”, il film tratto dal musical a sua volta ispirato a “8 e mezzo” di Fellini, e per le sue strade si sono aggirate star del livello di Nicole Kidman, Penelope Cruz, Daniel Day Lewis.
Il film è diretto da Rob Marshall, premio Oscar per “Chicago” e prodotto da Harvey Weinstein .
Ci racconta il sindaco Guido Cianti, da 10 mesi alla guida del Comune dopo 10 anni da assessore ai Servizi Sociali e alla Scuola.
«Le riprese vere e proprie sono durate solo un paio di giorni.
Anzi di notti: erano previste solo scene serali, che necessitavano degli sfondi della piazza principale di Sutri e della sua fontana, oltre che di qualche strada.
La troupe si è fermata di più, almeno una settimana, per preparare i set e per prendere il calco della fontana che, insieme a scorci della piazza, avrebbero poi ricostruito in studio per altre scene da aggiungere a quelle fatte qui».
Continua: «Il paese si presta.
Non è la prima volta che veniamo scelti da produzioni di rilevanza internazionale.
Siamo molto orgogliosi di questo fatto.
Ma vogliamo che l’impatto sia armonico: per ora gli inconvenienti dovuti alla presenza di maestranze che occupano le strade e un po’ stravolgono le nostre abitudini sono stati ben accetti, c’è stata partecipazione.
Non vorrei che i sutrini cambiassero parere”¦
Secondo me un massimo di due o tre produzioni all’anno basta.
Questo ci permette anche di selezionare a chi dare i permessi».
Meta di un turismo qualificato ma numericamente contenuto, che ha portato allo sviluppo di agriturismi, bed & breakfast, case in affitto soprattutto nell’ultimo decennio, da tre anni insignito della Bandiera Arancione dal Touring che ne segnala qualità della vita e dell’ambiente, Sutri non vuole attirare le masse.
«Siamo circa 6500 e al massimo in estate la popolazione sale a 8500 persone».
Di cineturismo per ora non parlerebbe “” difficile da verificare o comunque non riscontrato come tale -, tuttavia da questo set si aspetta un riscontro d’immagine e di notorietà per il paese, oltre a un immediato ritorno economico, soprattutto nei mesi freddi, quando l’attività langue.