Sospiro di sollievo: l’appuntamento con Disney è confermato. Grandi e piccini potranno trascorrere il giorno di Natale con “Soul”, l’ultimo gioiello d’animazione creato da Pete Docter. Non lo troveranno però nelle sale ( che sono chiuse) , ma in streaming sulla piattaforma Disney +.
Business is business! Una logica che vale un po’ per tutti, distributori grandi e piccini, la maggior parte dei quali, con i cinema chiusi, cerca altri sbocchi commerciali ai propri film. Esempio recente è la distribuzione I Wonder, che pur ribadendo la centralità della sala, ha lanciato una propria piattaforma VOD.
Forse è venuto il momento di liberare la sala cinematografica dalla melassa che l’avvolge: spendere bellissime parole in suo soccorso (“indispensabile presidio sociale”, etc) non basta; anzi, complica le cose, perché l’ambiguità ritarda ogni efficace intervento.
In un momento in cui quel che resta del mercato (non solo cinematografico) dipende dalla regia pubblica, ed è evidente che i “ristori” alle sale sono misure temporanee , è venuto, credo, il momento di distinguere quel che è utile da quel che utile non è (forse la migliore lezione che ci lascia questa emergenza sanitaria).
Perciò: se il cinema in sala è ritenuto un servizio socialmente utile, è utile che lo Stato (assieme alle associazioni di categoria) studi un piano per assicurarne la vita, non la sopravvivenza. Continuare a celebrarne le virtù un rigo prima di comunicare l’indirizzo di questa o quella piattaforma streaming, è non soltanto inutile, ma anche dannoso.