Inizia oggi e fino all’8 dicembre la sesta edizione di Italy On Screen Today – New York Film & Tv Series Fest, la rassegna diretta da Loredana Commonara, che porta una selezione del cinema italiano contemporaneo negli Stati Uniti: grandi autori ma anche di opere prime e seconde, documentari e animazione.
In attesa della sua controparte in presenza la prossima primavera, il Festival, che si avvale della partnership con Italy for Movies, il portale delle location e degli incentivi alla produzione, è visibile online sulla piattaforma MYmovies ONE, riuscendo ad arrivare così a un pubblico molto più vasto di quello newyorkese.
Il portale nato nel 2010 come database per i film e ormai specialista nello streaming di rassegne, sbarca dunque all’estero: un’analoga operazione partirà il 5 dicembre in Indonesia, il 6 a Praga, e ne è in corso una in Sud Africa.
“Sono una sorta di spin off, nati dall’esperienza di una piattaforma dedicata al cinema italiano, che abbiamo sviluppato per tutti gli istituti italiani di cultura nel mondo, su incarico del Ministero degli Esteri e con il coordinamento di Cinecittà, – spiega Gianluca Guzzo, CEO e fondatore della società che recentemente ha consolidato la sua identità di casa virtuale dei festival dandosi un nome, e creando una nuova offerta: MymoviesOne, con cui è possibile, sottoscrivendo un abbonamento di 12,90 euro mensili, accedere a tutti i film selezionati dai festival che si trovano sulla piattaforma, invece che comprare il pacchetto del singolo festival, come è avvenuto fin’ora.
E’ stato il Torino Film Festival a dare il via a MymoviesOne, con cui si poteva accedere anche alla selezione del Festival dei Popoli, da oggi al River to River, a cui seguirà il Festival del Cinema di Porretta Terme, il Noir in Festival, il Trieste Film Festival in Gennaio.
L’abbonamento includerà inoltre l’accesso alle piattaforme stabili ospitate da Mymovies, quali Biennale Cinema Channel, che comprende una selezione di titoli della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; Fareaststream, con il meglio del cinema asiatico a cura del Far East Film Festival; i corti più acclamati del panorama nazionale e internazionale della piattaforma MYreaload; Sci-fi Club, con una selezione del Trieste Science+Fiction Festival.
Ma la gente vorrà abbonarsi ad un’altra piattaforma?
“Gli studi parlano di tre abbonamenti in media a persona: solitamente due più generalisti, e uno più specifico.” Dice Guzzo, e cita i dati su cui si fonda la fiducia che questa terza scelta possa ricadere proprio su MymoviesOne:
“in questo anno e mezzo ci sono stati quasi 30 mila utenti unici che hanno comprato almeno un abbonamento a un festival: partiamo da questo zoccolo duro. Il primo obiettivo è coinvolgere loro, il secondo, aumentare questo numero.”
E’ consapevole di parlare ad una nicchia, ma, assicura, “è un sistema che con qualche decina di migliaia di abbonati diventa sistema sostenibile”.
E’ consapevole, anche, che la Pandemia ha sicuramente contribuito a questo picco di sottoscrizioni: “portando in media 1500 abbonati per ogni piccolo festival. Cifra che adesso si è ridotta attorno ai 400, ma che, aggregando i festival, possiamo far risalire.”
E continua: “La Pandemia ha riportato in auge quel modello con cui abbiamo inaugurato lo streaming nel 2010, con La Bocca del lupo: visioni online collettive dove gli utenti prenotavano, si sedevano e aspettavano il film, magari chiacchierando.”
Un sistema destinato a non avere successo, che sarebbe stato superato di lì a breve dall’imminente arrivo degli streamers dagli USA, che facevano leva invece sulla visione individuale dell’on demand totale.
“Con il Covid, però, gli utenti hanno sentito la mancanza di questa parte di socialità e condivisione esperienza, che colmavamo con la simulazione della sala.”
Un sentimento che, secondo Guzzo, non è destinato a indebolirsi nonostante la diminuzione dei numeri tipica di questo periodo ibrido di transizione (ci auguriamo!) alla normalità.
Perché la forza dell’ offerta sta nel proporsi esattamente come il contrario dell’algoritmo, laddove la scelta editoriale è affidata al talento dei direttori di festival: “professionisti che hanno sempre lavorato nelle sale, riuscendo a creare un colloquio anno dopo anno fra queste ultime e il territorio. E che adesso portano il loro lavoro anche online, dove continuano a curare il loro pubblico nello stesso modo: noi siamo convinti che la presenza è l’espressione massima con cui si può fruire un film, e un festival ancora di più. L’online è un surrogato, ma è anche un’incredibile opportunità di veicolare il lavoro di questi team oltre il loro territorio. E magari far appassionare qualcuno che l’anno seguente deciderà di seguirlo in presenza, quel festival.”