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MICHIGAN/La corsa agli incentivi

di Andrea Rocco


Un paio di giorni prima dell’apertura di Locations 08, il principale appuntamento internazionale per le Film Commission e il “business” delle locations, il Los Angeles Times dedicava un articolo della sua sezione economica al Michigan e al nuovo piano di incentivi lanciato dalla governatrice dello stato del Midwest, Jennifer Granholm per attirare le produzioni nello stato.

Si tratta effettivamente di un programma molto generoso: lo Stato rimborserà  40 centesimi su ogni dollaro speso localmente, con un ulteriore rimborso del 2% se il film viene girato in comunità  particolarmente bisognose di investimenti e sviluppo.
Inoltre vengono coperte le spese per attori e registi fino a 2 milioni di dollari per persona.
Per le società  di produzione che investono in infrastrutture, teatri di posa, laboratori di produzione digitale) è previsto una detrazione fiscale del 25% e il pagamento del 50% delle spese di formazione del personale.


L’idea è quella di far entrare nel circuito della produzione cinematografica una parte dei lavoratori lasciati a casa dalle industrie tradizionali (il Michigan è la capitale dell’industria automobilistica statunitense).
“Stiamo stendendo il tappeto rosso per l’industria cinematografica “” ha detto la governatrice “” e stabilendo un nuovo standard per il settore”.


Il Michigan fino ad ora era la “Cenerentola” tra gli Stati americani, con un valore di produzioni cinematografiche di appena 2 milioni di dollari, ben lontano dai casi di successo di New York, Louisiana e, più recentemente, New Mexico, dove nel giro di quattro anni la presenza di produzioni è decuplicata, raggiungendo una spesa di circa 500 milioni di dollari.


La mossa del Michigan (il cui stand alla fiera Locations era naturalmente preso d’assalto da produttori e organizzatori) sottolinea da un lato la persistente debolezza della California, che pur avendo un governatore che si chiama Arnold Schwarzenegger non è riuscita ancora a produrre un programma di difesa della produzione domestica ed è esposta alle incursioni su questo interessante mercato da parte di altri stati.


Dall’altro mette in evidenza una specie di “gioco al massacro” sugli incentivi che non si capisce bene dove andrà  a fermarsi.
Ovvero, ed è stato un argomento molto discusso nei corridoi di Locations 08, che cosa succederà  quando altri stati Usa o Paesi esteri diranno “più uno” ( “più due, dieci, cento”) rispetto al programma del Michigan?


A livello internazionale, come sempre Locations presenta paesi emergenti (e paesi che si defilano, a volte dopo aver provato senza successo per qualche anno ad attrarre le grandi produzioni hollywoodiane).
Interessante ad esempio la presenza, per la prima volta, della Film Commission della Repubblica Ceca, diretta da Ludmila Claussova. Dopo anni di straordinario successo con le produzioni americane e tedesche (gli studios Baranov di Praga lavoravano a pieno regime) l’effetto combinato di un aumento dei costi,della svalutazione del dollaro e dell’approvazione di incentivi per le produzioni domestiche che restano a girare in Germania ha creato seri problemi ai cechi.
Per contro si è sviluppata una concorrenza da parte di bulgari e rumeni e anche dei lituani.


Per i paesi dell’Europa occidentale, difficoltà  dovuta al cambio dollaro-euro, ma la volontà  di non mollare il mercato americano sembra esserci, se vuole dire qualcosa la presenza, spesso in stand collettivi, di numerose regioni francesi, britanniche, spagnole e tedesche.


Buona la presenza italiana, in uno stand collettivo realizzato dall’ufficio di Los Angeles dell’Istituto per il Commercio Estero, nel quale erano presenti materiali e/o rappresentanti delle Film Commission di Torino- Piemonte, Genova-Liguria, Roma-Lazio, Italian Riviera- Alpi del Mare, Latina e Vicenza, oltre all’APE (Associazione Produttori Esecutivi) e a Cinecittà  Studios.


Tra gli emergenti, certamente una segnalazione per il Brasile, presente in forze con sei Film Commission locali nuove di zecca e con una organizzazione nazionale, l’Alleanza delle Film Commission Brasiliane (ABraFiC) che ne raccoglie ormai oltre trenta. Non hanno (per ora) programmi di incentivi, ma non passerà  molto tempo

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