Sembra che l’estate porterà una normalizzazione di festival e mercati (è fresco l’annuncio della riapertura delle “Fiere” a partire dal 1o luglio). Certamente non sarà un “dove eravamo rimasti”, ma si aprirà uno scenario nuovo, caratterizzato dal cosiddetto evento “ibrido”, fatto sia di partecipazione fisica che di partecipazione virtuale. Potrebber così essere accontentata una più vasta platea, perché le recenti edizioni di Mercati nella sola formula on line non a tutti sono piaciute.
Se tra le compagnie italiane di distribuzione internazionale l’atteggiamento è cauto ma non ostile (come documentato dalla piccola inchiesta realizzata da Cinema & Video International), tra le Film Commission italiane la preferenza per gli eventi in presenza è più pronunciata. Lo ha verificato il feedback dato a Cinema & Video International sull’European Film Market on line di Berlino nello scorso marzo.
Raffaella Conti, responsabile di Toscana Film Commission, nel ricordare la partecipazione all’EFM on line dello scorso febbraio, conferma: “ sono stati interessanti i panel ed è stata funzionale la fruizione degli screening, ma per la parte mercato, ritengo che la presenza fisica renda molto di più in termini di appuntamenti e contatti per le film commission” . Perchè, aggiunge Alessandra Miletto direttrice di Valle D’Aosta Film Commission, “per noi il lavoro nei mercati è soprattutto di costruzione di relazioni personali e non di trattativa su un prodotto finito”
Più netta Francesca Valente, Segretario Generale di Veneto Film Commission : “sicuramente l’esperienza non è paragonabile al mercato vero e proprio e la possibilità di collegarti online, magari incastrando con le attività quotidiane in ufficio, non ti permette l’immersione sia nella fruizione dei panel sia per le opere filmiche” Valente riconosce gli sforzi per garantire comunque lo scambio di prodotti e professionisti , tuttavia “c’è da capire quanto effettivamente se ne trae”.
Il commento di Donatella Tosetti , responsabile comunicazione di Film Commission Torino Piemonte , è invece più “aperto”. Dell’edizione on line di Berlinale/EFM ha apprezzato : “la fruizione del programma fluida, comprensibile, di facile interazione. Le varie iniziative erano calibrate rispetto all’offerta complessiva e molte sono state di sicuro interesse. La possibilità di organizzare one-to-one (autonomamente, non all’interno della piattaforma) ha alleggerito il meccanismo virtuale”. Organizzazione tuttavia perfettibile: “L’uso del network di partecipanti però talvolta è stato dispersivo (limite tipico – forse — di ogni market, ma certamente ancora più in ambiente virtuale)”. Ma in definitiva “La dimensione online si riconferma come imprescindibile e impossibile da abbandonare anche quando la vita in presenza tornerà ad alleggerirci: il virtuale deve integrare il reale ma non potrà evidentemente mai sostituirlo”.
Più cauto Fabio Abagnato, responsabile di Emilia Romagna Film Commission secondo cui “sicuramente l’organizzazione del mercato su piattaforma ha consentito di partecipare ad eventi di approfondimento e formazione a cui di solito non si partecipava, ma è stata riscontrata una minore efficacia delle relazioni one to one che invece sono l’essenza del mercato di Berlino in presenza. Saltare da un incontro all’altro analizzandone i contenuti o la modalità di racconto è stata sicuramente la ricchezza di questo EFM, dove meno efficace invece la parte di incontro sulle diverse piattaforme ed il link tra evento e mercato”.
Anna Olivucci, responsabile di Marche Film Commission, contestualizza la nuova realtà vissuta dai professionisti, ed esorta: “perché questa “nuova comunità” che si sta creando funzioni davvero, ha bisogno di rappresenttività, di fascino e di nuovi “riti”, sia pur digital. Fondamentale sarà non smarrire il collegamento con i luoghi dei festival, per non mandare disperso un potenziale ed un credito accumulato in anni di buone pratiche territoriali”.