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direttore Paolo Di Maira

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Mercati dell’est/ rallenta la corsa

Lanciate già  dallo scorso anno verso l’Est europeo da una contrazione del mercato interno, in particolare per quel riguarda le produzioni cinematografiche, le industrie tecniche italiane hanno ormai impiantato solide basi in territori come la Romania, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, dove offrono un’ampia gamma di servizi per le riprese di film, fiction tv e commercials.


Costi ridotti e un’aumentata competenza e professionalità  delle troupe locali sono le chiavi dell’attrazione esercitata dall’Est nei confronti delle produzioni nazionali e internazionali, che spesso si spostano in quelle zone chiamando a supporto i noleggiatori di mezzi tecnici come Cartocci e Panalight.
“Insediatasi” in Romania da circa due anni tramite un accordo con gli stabilimenti Kentauros, la Panalight traccia un primo bilancio della sua apertura all’estero: “In questo periodo di tempo in Romania sono stati girati diversi film low-budget americani, commercials stranieri e italiani “” spiega il direttore commerciale Massimo Proietti “” Ma ci aspettavamo una maggiore affluenza di mercato statunitense.
Ora, con l’ingresso della Romania nell’Unione Europea, le condizioni diventano sempre meno vantaggiose perché anche all’Est aumentano i prezzi, che iniziano ad adeguarsi all’euro”.


 


 



Parallelamente la Fratelli Cartocci, storicamente impegnata nel settore dei mezzi tecnici e dei trasporti per l’audiovisivo, si è proiettata in Bulgaria, dove ha un appoggio per le sue attrezzature presso gli studi di Sofia.
E’ lì che hanno girato diverse produzioni americane, ma anche l’italiana Ager3, che ne ha sfruttato le location per l’atteso “La masseria delle allodole”, il film dei fratelli Taviani tratto dal romanzo di Antonia Aslan che racconta del genocidio degli armeni.
“Dopo la contrazione degli ultimi mesi, iniziano a vedersi segnali di ripresa “” come sottolinea il presidente dell’azienda Giancarlo Cartocci “” ma continua a essere la fiction il settore in cui si lavora di più. Oltre che a est, il mercato internazionale si sta aprendo anche verso Marocco e Tunisia, dove recentemente abbiamo lavorato su “Le rose del deserto” di Mario Monicelli”.
Mercati in espansione, dunque, ma che finora non hanno portato i risultati che si attendevano, come testimonia ancora Giancarlo Cartocci: “Purtroppo non si è verificato il boom di produzioni che ci aspettavamo. Ma anche se ora la situazione è un po’ statica, la Fratelli Cartocci è pronta e all’avanguardia nelle proposte di mezzi tecnici, e in particolare nella fornitura delle nuove macchine da presa, che sono in continua e veloce evoluzione”.
Il rimedio, per Panalight, è da individuarsi in Italia, nel lavoro con gli addetti del settore e in un confronto continuo con le istituzioni, dal Ministero, ai Comuni, alle Film Commission, “nell’ottica di invogliare le produzioni straniere a girare in Italia “” continua Massimo Proietti – Lo hanno capito a Londra, in alcune città  europee e negli Stati Uniti, dove stanno riducendo “˜l’esportazione’ delle produzioni all’estero per riportarle nelle città  americane grazie a un sistema di sgravi fiscali. Anche per l’Italia è necessario muoversi su questo fronte”.
E diversificare le offerte, cavalcando il risveglio del 16mm. Dato per morto 15 anni fa, secondo Proietti “sta vivendo ora una seconda vita grazie anche ai nuovi mezzi Arri e Aaton, concepiti non solo per la fiction, ma anche per i film da gonfiare in 35mm”.
Senza trascurare le nuove tecnologie. Anch’esse ancora “inesplose”, nonostante le rosee previsioni fatte da ormai più di dieci anni, le strumentazioni digitali per l’audiovisivo confermano però le loro potenzialità  in campi finora forse un po’ trascurati. Se è vero che Mel Gibson ha usato la telecamera digitale Genesis per girare il suo kolossal “Apocalypto” nelle giungle dello Yucatan, gli stessi mezzi trovano ora un buono sfruttamento nelle fiction televisive.
Tra queste, “Gente di mare”, la coproduzione Rai Fiction-Palomar che racconta le vicende dei professionisti della Guardia Costiera, che per il secondo anno si affida all’Alta Definizione, e “Un medico in famiglia”, che per la sua quinta serie si è convertita per la prima volta all’HD, fornita dalla Panalight. “Grazie all’accordo con Cinecittà  Studios, con cui abbiamo inaugurato a gennaio 2007 il “˜Centro di Riprese Digitali’ “” sottolinea Massimo Proietti “” siamo sempre più attrezzati per offrire al mercato tutta la gamma di mezzi tecnici. Tra cui, appunto, le telecamere ad Alta Definizione”.


MICHELA GRECO


Cinema&Video International  1/2-2007

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