direttore Paolo Di Maira

MEDUSA/Tutto molto italiano

Chiusa una stagione significativa avviata dal ciclone Checco Zalone e culminata nell’Oscar, i Ciak d’Oro e i David di Donatello a “La grande bellezza”, Medusa Film presenta un listino focalizzato sulla commedi, ma che si spinge a sondare anche nuovi generi e autori, esibisce pezzi da novanta come il nuovo film di Paolo Sorrentino e il progetto di Daniele Luchetti su Papa Francesco, guardando nel contempo a giovani esordi come quelli di Maccio Capatonda e di Piero Messina.
“Un listino tutto italiano, complice il cambio di rotta dell’ultimo anno che ci ha portato a tagliare del 90% gli acquisti di titoli stranieri”, commenta con
Cinema&Video International il vicepresidente e Ad di Medusa Giampaolo Letta, che guarda con ottimismo alla vitalità del nostro cinema e alla curiosità rinno- vata che riscuote sui mercati internazionali.

L’Oscar a Sorrentino produrrà un effetto benefico sul cinema italiano?
Credo e spero che il risultato agli Oscar, dopo anni di assenza dal podio dell’Italia, possa ripercuotersi su tutto il cinema italiano. All’estero i mercati rispondono positivamente: già da qualche anno c’è un interesse rinnovato verso la nostra cinematografia, coronato dalla vittoria dell’Oscar.
Quello che dovremmo fare in Italia è crederci di più e smettere di auto flagellarci come di consueto. I segnali positivi ci sono.

Che fisionomia avrà il vostro prossimo listino?
Sarà un listino che punta molto sulla commedia senza rinunciare alla curiosità verso altri generi. Con l’ambizione di proporre una varietà di offerta per tutti i pubblici.

Sarà una distribuzione equilibrata lungo il semestre?
Direi di sì, anche se non si può parlare di allungamento della stagione perché non siamo in presenza di titoli adeguati. A meno che il nuovo film di Paolo Sorrentino non venga selezionato a Cannes, e si potrà valutare la possibilità di una sua distribuzione nel mese di maggio, come già lo scorso anno per “La grande bellezza”.

Cominciamo dalle commedie: quali e quanti sguardi le attraverseranno?
Andremo dai grandi classici di Ficarra & Picone (“Andiamo a quel paese”, in uscita il 27 novembre) e di  Aldo, Giovanni e Giacomo (“Il ricco, il povero e il maggiordomo”, che vedremo in sala dall’11 dicembre) a delle proposte più inconsuete e fuori dagli schemi come “Soap Opera” (23 ottobre) di Alessandro Genovesi – che mette insieme un cast d’eccezione com- posto da Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Diego Abatantuono, Chiara Francini, Ale & Franz, Caterina Guzzanti – e “Le leggi del desiderio” di e con Silvio Muccino. Poi, ancora, le commedie di due autori consolidati come Gennaro Nunziante (“L’amico di scorta”) e Paolo Genovese, e quelle di due giovani come Paolo Ruffini, con il suo pazzo e demenziale “Tutto molto bello” (9 ottobre), seconda prova dopo il successo di “Fuga di cervelli”, e Maccio Capatonda alle prese con la sua opera prima, “Italiano medio”, una commedia sperimentale che vedremo nella prima parte del 2015.

Sul fronte degli altri generi?
Alle famiglie è rivolto “Il mio amico Nanuk” di Brando Quilici e Roger Spottiswoode, la storia di un ragazzo che tenta di riportare un cucciolo di orso alla madre dal quale è stato separato dopo la nascita, in uscita il 13 novembre, mentre l’esordio alla regia di Piero Messina, l’aiuto di Paolo Sorrentino, con “L’attesa”, ci regalerà un film tra il noir e il giallo ambientato in Sicilia e interpretato da Juliette Binoche e Giorgio Colangeli, produce Indigo Film.
Nelle sale ad inizio autunno, “Perez” di Edoardo De Angelis, il regista di “MozzarellaStory”,è invece un film forte e di atmosfere, che racconta la vicenda di un avvocato d’ufficio a Napoli, tra malavita e criminalità più o meno organizzata, che si intreccia con quella di un boss e di sua figlia; protagonisti Luca Zingaretti e Marco D’Amore, l’attore rivelazione di “Gomorra – La Serie”.

Qualche anticipazione sui nuovi titoli di Sorrentino e di Luchetti?
Il film di Paolo Sorrentino, “La giovinezza”, uscirà intorno alla metà del prossimo anno. Lo sta girando proprio adesso in Svizzera, in una località di montagna, con un super cast internazionale che va da Michael Caine ed Harvey Keitel a Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda.
Massimo riserbo sul nuovo progetto di Daniele Luchetti prodotto da TaoDue, “Chiamami Francesco”, un biopic molto atteso che racconterà il cammino di colui che diverrà Papa Bergoglio.

Si parla di una nuova possibile edizione della Festa del Cinema da organizzarsi con l’avvio della stagione: com’è andata quella di maggio?
L’ultima Festa del Cinema non ha dato i risultati attesi, complici due elementi: la scarsa disponibilità dei film e la comunicazione rada e scadente per un’iniziativa spalmata su sette giorni. Se gli abituali frequentatori delle sale non ne erano a conoscenza, figuriamoci il nuovo pubblico che l’iniziativa aveva l’ambizione di attrarre. Simili manifestazioni o si fanno bene o è meglio non farle. L’impressione che ha lasciato è quella dei saldi di fine stagione con i resti di magazzino. Con il rischio che tutto questo sia controproducente.

Quale ricetta per la prossima edizione?
La riuscita di un evento come questo è data dalla combinazione della modalità di realizzazione (che si esplicita nei titoli proposti e nella loro comunicazione) con l’obiettivo che si intende raggiungere. Io sarei del parere di allungare il periodo della Festa, piuttosto che ridurlo. E poi ci vorrebbe una precisa regolarità: date fisse ripetute negli anni che lo spettatore conosce. La Festa del Cinema deve diventare una consuetudine.

 

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