direttore Paolo Di Maira

MARIOLINA VENEZIA/Scrivere la Fiction

di Paolo Di Maira


Nonostante sia difficile tracciare una linea che separi il cinema dalla televisione”” essendo sempre più un cantiere frequentato dagli stessi talenti – non c’è pace fra i due; il primo rivendica un’aristocratica superiorità , a risarcimento della mancanza di quella popolarità  che mitiga i complessi d’inferiorità  di chi lavora per la tv.
Quando poi tra cinema e tv s’infila la letteratura, ci sono scintille.


Su La Repubblica dello scorso 2 giugno era pubblicata un’intervista con lo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafon, autore del bestseller ” L’ombra del vento”.
Secondo lui, oggi la migliore letteratura si trova nel cinema, e soprattutto nella televisione.
” La letteratura “” picchia duro Zafon “” è diventata un ghetto di mediocrità , di noia, di pretenziosità , di gente che se la tira”.


Parole sul filo del paradosso, che riportano alla mente la polemica che contrappose nello scorso settembre, sui giornali, lo scrittore Fruttero alla scrittrice Mariolina Venezia, vincitrice nel 2007 del Premio Campiello con “Mille anni che sto qui”.
Lo scrittore torinese era nella rosa dei finalisti.
Ricorda la scrittrice: “Capisco che non c’è posto per me, disse in sostanza Fruttero: perché la gente è di bocca buona. Hanno premiato chi scrive fiction televisive”.


“E’ vero, scrivo sceneggiature per la tv”, ammette con malinconica ironia Mariolina Venezia.
“Incautamente lo dissi in alcune interviste”, racconta a Cinema & Video International.
“Dissi anche che nello scrivere il libro avevo pensato ai lettori: io, che sono sempre stata una grande lettrice, volevo creare una storia avvolgente, come avrei desiderato leggerla”.
Altro peccato: “compiacere” il lettore.


“Mille anni che sto qui” è il suo romanzo d’esordio: una sontuosa storia brulicante di personaggi generati dalla terra del sud, che percorrono oltre cent’anni di Storia, dall’Unità  d’Italia fino al crollo del Muro di Berlino.

Il romanzo ha dominato a lungo le classifiche dei libri più venduti.
Attirò subito l’interesse di una major hollywoodiana, ma non se ne fece nulla.
Ora la scrittrice sta nuovamente trattando i diritti per l’adattamento sullo schermo con un produttore italiano, di cui non fa il nome.


” Ho iniziato scrivendo poesie, ho pubblicato tre libri in Francia”, racconta, “hai talento visivo, mi dissero, dovresti scrivere per il cinema. Così sono approdata alla sceneggiatura, dovendo guadagnarmi da vivere e scoprendo di poterlo fare continuando a scrivere”.
Non senza imparare il mestiere: ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia e ha poi iniziato a lavorare per la televisione.


Sua è la sceneggiatura di due episodi della nuova serie di “Butta la luna”, attualmente in fase di riprese.
Tratta dall’omonimo romanzo di Maria Venturi, la prima serie (otto episodi, protagonista Fiona May), andò in onda tra dicembre 2006 e gennaio 2007, con un indice d’ascolto molto alto, che sfiorò i 9 milioni di telespettatori.
“E’ una fiction molto innovatrice, ha per protagonista una donna di colore.
E’ straordinario, in un’Italia che sta diventando sempre più xenofoba, che sia stata vista da così tante persone.
Avere la possibilità  di lavorare a un prodotto che ha avuto un impatto così forte con la gente, è un grande valore”


Mariolina Venezia ha scritto anche per il cinema, ma cose rimaste per ora sulla carta.
“Di cinema se ne fa talmente poco, che è difficile considerarlo un lavoro”, pare giustificarsi.
Ma non è l’unica spiegazione: ” Oggi “” dice- l’arte popolare è nella televisione. Scrivere per la tv è una grandissima responsabilità : comunichi con milioni di persone e contribuisci a creare il loro immaginario. E’ un lavoro che faccio con molta passione. Perché non è meno creativo lavorare a un prodotto dove le regole vengono imposte”.


 Mentre il romanzo è libertà .
“Ci ho messo sei anni per scrivere “Mille anni che sto qui”, un lusso”, conferma.
Inimmaginabile per la televisione, che richiede il rispetto di tempi enormemente più brevi.

Proprio per questo avere alle spalle un libro diventa prezioso: ” E’ una riserva di qualità , dà  maggiore spessore alla storia, perché è frutto di ricerche, approfondimento, riflessione.”
Insomma, una parte del lavoro è già  fatta.

Alternare le due forme di scrittura non sembra creare problemi a Mariolina Venezia.
Anzi, nella loro circolarità  sono ” psicologicamente complementari”. Spiega:”Quando scrivo per la tv accumulo frustrazioni, certe cose non si possono scrivere: o perché costano troppo, o perchè sono troppo complesse.
Allora mi viene voglia di scrivere una cosa mia, con i miei tempi.
A un certo punto, però, mi sento schiacciata da questa grande libertà  che è anche un’enorme responsabilità “.
E ritorna, la scrittrice,con animo diverso, alla televisione:
“Sono ben contenta di rifugiarmi nella sceneggiatura, perché lì ti dicono quello che devi fare”¦ e ti senti alleggerita”.


Mariolina Venezia è al lavoro sul suo secondo romanzo:
“Ha a che fare con Cristoforo Colombo, un astronauta, un immigrato clandestino e due amanti”.
Sembra già  il risvolto di copertina.
“Mi sono imbarcata in un progetto complicato, che mescola tempi, spazi e personaggi diversi, e che non so se riuscirò a portare a termine”, confessa.
Perché la seconda volta è sempre più difficile, difficile perché il lettore si aspetta sempre qualcosa di simile al primo romanzo.
” A me invece piace cambiare generi”.
Ma c’è un legame con “Mille anni che sto qui”?
“Si può dire che continua la riflessione sul tempo”, concede la scrittrice.

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