“Per 20 anni ho detto: non farò mai tv.
Poi mi sono decisa, consigliata anche da quello che considero il mio maestro, Igmar Bergman .
E’ stata inizialmente una necessità , adesso è una bella alternativa”.
Così Margaretha Von Trotta, la cineasta tedesca resa celebre dal film “Gli anni di piombo” ( Leone d’Oro a Venezia ’81), racconta a Cinema&Video International perché ha cominciato a dirigere per la tv. RomaFictionFest le ha dedicato un tributo, presentando una retrospettiva delle sue opere televisive, inedite in Italia, realizzate dal 1997 al 2006 .
Cosa cambia?
“Si può fare cinema in Tv”, taglia corto Margaretha Von Trotta.
“Quel che cambia,semmai, è che ci sono meno soldi e meno giorni per lavorare. Nel mio ultimo film – ricorda – ho avuto 70 giorni di riprese , nella tv 25”.
Fare televisione è come “fare una bella torta con pochi ingredienti”.
Però il vantaggio è che “Quando la tv ti offre di dirigere un film, puoi farlo subito.
Nel cinema questo non succede”¦e io sono impaziente, amo fare le cose veloci”.
Che ne pensa, lei che ha vissuto da protagonista la prima, negli anni ’80, di quella che ora appare una seconda rinascita del cinema tedesco?
” La nuova generazione di registi, direttori della fotografi a, attori, che è venuta fuori in questi ultimi anni ha di nuovo qualcosa da dire”.
Secondo Margarethe Von Trotta si è riprodotto lo stesso meccanismo che ha “paralizzato la mente” dei cineasti nell’immediato dopoguerra: allora passarono molti anni “prima che riuscissimo a comprendere e raccontare il passato e il presente”.
La stessa cosa è successa dopo la caduta del muro di Berlino: “c’è stata come una rimozione, e sono dovuti passare oltre dieci anni prima che le nuove generazioni ricominciassiero a parlare di quello che ci era accaduto e ci stava accadendo”.
PDM
Cinema&Video International n. 6-7 Giugno/Luglio 2007