Succede qualche volta che tra le pieghe della storia ufficiale affiorino episodi esemplari che parlano di persone. In genere sono storie che emergono dopo molti anni.
E’ il caso della vicenda di Alfredo Sarano, segretario della comunità ebraica di Milano che, durante la seconda guerra mondiale, salvò la vita a 14.000 ebrei milanesi, rifugiandosi con la sua famiglia nel convento del Beato Sante di Mombaroccio, nelle Marche.
Questa storia è raccontata dal documentario Siamo qui, siamo vivi, diretto da Daniele Ceccarini, prodotto da Arman Julian, e tratto dall’omonimo libro del giornalista marchigiano Roberto Mazzoli, che ha attinto dai diari di Alfredo Sarano, custoditi in un cassetto dalle sorelle Matilde, Miriam e Vittoria e ritrovati dopo quasi 80 anni. ll documentario, patrocinato da Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura, sarà presentato oggi all’European Film Market ( CinemaxX di Potsdamer Str. 5 alle ore 16).
La ricchezza della storia è data dal fatto che la vicenda s’incrocia con quella di Erich Eder, giovane sottufficiale della Wehrmacht, la cui azione sarà fondamentale nel determinare la salvezza della famiglia Sarano e dei 300 civili rifugiati nelle grotte del santuario. Eder non obbedì agli ordini del Reich e non rivelò la presenza di ebrei nel rifugio.
“Questa storia indimenticabile è stata nascosta per anni”, ha detto il produttore americano Arman Julian. “Ho prodotto questo documentario per far conoscere una storia straordinaria e promuovere il lungometraggio che ne sarà tratto e che verrà girato per la fine di quest’anno con le principali star di Hollywood nella Regione Marche”.
Gli fa eco Francesco Gesualdi, responsabile di Marche Film Commission: “Sostenere un progetto come il documentario “Siamo qui, Siamo vivi” è, per la Marche Film Commission, un onore e una grande opportunità. Un onore perché si racconta una storia che ha nobilitato una comunità e un territorio, un’opportunità perché questo documentario consente di far conoscere un eroe dei nostri tempi che per salvare dei perseguitati dai nazisti, ha messo a repentaglio la sua vita. Le Marche sono una terra di pace che ha ospitato tante storie e gesti di generosità ed eroismo. La Film Commission intende sostenere progetti capaci di far conoscere la vita dei grandi personaggi che hanno onorato la nostra terra”.
Non solo: rappresenta anche una grande opportunità per associare nuovamente le Marche a produzioni internazionali (la storia si svolge nel pesarese in particolare nel convento del Beato Sante di Mombaroccio). Lo sottolinea il Presidente di Fondazione Marche Cultura, Andrea Agostini: Non dimentichiamo che questo documentario apre la strada al lungometraggio su questa storia emozionante, una grande produzione internazionale che si girerà quest’anno”.
Una strategia condivisa con l’amministrazione regionale , ribadita dell’assessore alla cultura, Chiara Biondi: “Ciò che vogliamo fare nel settore audiovisivo – ha detto – è proprio questo: sfruttarne le potenzialità per fare conoscere le Marche in Italia e all’estero. L’investimento di 16 milioni di euro da fondi europei e la collaborazione con la Fondazione Marche Cultura avranno questo obiettivo”.