
Un’esperienza positiva che però non sostituisce la presenza fisica. Ottima la performance degli screenings, meno quella delle conferenze e degli appuntamenti one to one. Il Padiglione italiano ha funzionato, l’esperienza verrà replicata al Festival di Mubai; a Venezia verrà lanciata una versione streaming che affiancherà lo svolgimento fisico . Il successo della conferenza delle Film Commission.
A chiusura del Marché di Cannes Cinema & Video International ha intervistato Roberto Stabile, reponsabile delle relazioni internazionali ANICA e coordinatore dei desk audiovisivi ICE nel mondo.
Per primo, l’impatto: in un’intervista su Cineuropa il direttore del Marché, Jerome Paillard, ha detto che molti partecipanti gli hanno confidato di “essersi sentiti un po’ a Cannes”. Condivide?
Ad essere sinceri anche io gli ho detto una simile “bugia bianca”; in verità , lui e il suo team hanno messo grande impegno e passione per organizzare questa versione inusuale del Marché, ma Cannes fisico è ben altro … ovviamente, per premiare il suo e loro entusiasmo credo che un po’ tutti abbiamo dato un riscontro positivo, seppur consapevoli della realtà. Ripeto: il mercato fisico è ben altro, e quello che succede sulla Croisette è irripetibile e non replicabile in alcun modo.
Sempre nella stessa intervista Paillard ha dichiarato che ci sono state oltre 10 mila presenze e che ‘è stato un incremento di spettatori agli screenings.
Sicuramente il web e i prezzi estremamente popolari hanno incrementato le visite, anche quelle occasionali. Ma penso, in tutta sincerità, che in realtà l’ attività svolta online sia notevolmente inferiore a quanto accade nella edizione fisica.
Devo comunque riconoscere che gli screenings hanno funzionato molto bene, permettendo agli operatori di avere esattamente il controllo delle fruizione dei propri prodotti da parte dei buyers. Sono poi certo che la possibilità di visionare le opere online sia un incentivo, che si somma al fatto che, durante l’edizione regolare, ci sono talmente tanti appuntamenti ed eventi, che è estremamente difficile trovare il tempo per sedersi in sala e vedere un’intero film.
Sicuramente tale strumento andrà tenuto in considerazione anche una volta tornati alla normalità, e potrebbe essere una opportunità da offrire sia ai buyers che vanno a Cannes, sia, e sopratutto, a quelli che per molteplici ragioni non partecipano.
Gli screenings dei film italiani hanno avuto più o meno viewers rispetto alle edizioni passate?
Da quello che ho sentito dai nostri operatori, erano tutti molto soddisfatti degli screenings online, e sopratutto hanno apprezzato molto il fatto di poter avere tutti i dati degli spettatori, sapere chi ha visionato i loro prodotti e sopratutto per quanto tempo è stato ritenuto molto utile.
Come sono andati gli “incontri” e le conferenze?
Qui forse c’è stata un po’ di confusione, mancanza di chiare comunicazioni e numerose sovrapposizioni.
Pare che gli organizzatori siano stati sommersi da richieste di convegni, workshop e presentazioni di ogni genere, e il cercare di accontentare tutti ha creato caos in agenda e sopratutto polverizzato il pubblico.
Noi abbiamo organizzato una presentazione, curata dalle Film Commision, di quello che offre il nostro territorio alle produzioni straniere e la presentazione del Portale Italy for Movies da parte della DGCinena del Mibact: devo dire che, nonostante fosse sparita dal calendario ufficiale e non comparisse nella newsletter del giorno precedente ( come dicevo la comunicazione non ha sempre funzionato bene e il numero di eventi era eccessivo e dispersivo), abbiamo avuto più di 200 partecipanti stranieri (non iscritti, ma presenze reali). Qui e’andata molto bene.
Quanto e come ha inciso sul business questa versione online ?
Diciamo piuttosto che ha inciso positivamente sull’umore degli operatori: c’è stato un risveglio dopo un lungo lockdown che ha stordito tutti e mutato le prospettive, non solo di business, ma di visione della vita.
La realizzazione di Cannes online è stato un importante segnale per tutto il settore, un ritorno alla vita reale, occasione di incontro tra operatori dei Paesi più disparati, e concreta possibilità di portare sul mercato tutto quel prodotto maturato dopo la Berlinale che attendeva un’ occasione di sbocco commerciale.
Com’è andata l’organizzazione del Padiglione italiano?
L’organizzazione del padiglione è stata una bella sfida che abbiamo portato avanti, grazie al contributo finanziario di ICE, con DGCinema e Istituto Luce Cinecittà. Ci siamo resi conto che tutta l’ attività svolta nelle consuete formule finisce quando si smontano gli allestimenti del Padiglione, e rimane solo qualche foto – colgo l’occasione per ricordare il compianto Pietro Coccia che ci ha lasciati già da un anno – mentre con la versione digitale resta tutta registrata.
Stiamo cercando di realizzare una versione in streaming che accompagnerà i momenti fisici, sia per raggiungere anche noi un pubblico più ampio, sia per conservare, in un portale che stiamo immaginando e ipotizziamo di lanciare a Venezia, tutta l’ attività messa in campo a futura memoria e fruizione.
Tra l’altro in questa settimana replicheremo l’esperienza di Cannes a FICCI Frames di Mumbai. L’Italia è Paese partner alla edizione online del più importante mercato dell’audiovisivo indiano, e saremo presenti con un padiglione virtuale, la presentazione di quello che l’Italia offre alle produzioni indiane. Faremo un Focus sull’ animazione.
Come valuta l’organizzazione del Marché?
Nell’insieme si sono confermati una grande macchina da guerra, anche se di problemi ce ne sono stati parecchi, va loro riconosciuto il grande sforzo e buon risultato.
È chiaro che, essendo il primo vero e grande mercato virtuale, non si poteva certo pretendere che fosse tutto perfetto ed impeccabile; però nel contesto è andata bene.
C’è qualcosa che non ha funzionato?
La cosa che non ha funzionato è la piattaforma per i singoli appuntamenti, che si sono svolti, per la gran parte, grazie al più solido e consolidato Zoom; per cui: si sono fissati gli appuntamenti al mercato, ma si sono svolti fuori, sul mezzo che tutti abbiamo imparato ad utilizzare durante il lockdown.
Anche gli stand individuali pare che non abbiano brillato per funzionalità.
Ma ripeto, nell’insieme gran bella esperienza e prova di determinazione e rigore nella realizzazione.
Pensa che quest’esperienza, augurandoci che non torni il lockdown, generi una nuova formula di mercato? Il futuro dei mercati sarà ibrido? E se sì, sarà un bene o un male?
Sicuramente la tentazione di realizzare mercati e festival online sarà grande, già ne sono nate fin troppe di queste iniziative, ma spero che questa “moda” passi presto. Il Mercato fisico è come l’esperienza della sala, non sarà mai sostituita completamente dal web, le persone hanno bisogno dell’incontro, del contatto visivo e fisico di sentirsi, di “respirarsi”, con i droplet non trasmettono solo virus, ma principalmente vibrazioni, emozioni, sogni e sensazioni difficilmente replicabili e trasmissibili con altri mezzi.
Da questa esperienza potremmo trarre qualche buona pratica e ottimizzare il tempo che si impegna nei vari mercati; sono certo che la stessa Cannes mutuerà i positivi risultati degli screenings online, mentre sono certo che i b2b e i vari appuntamenti saranno difficilmente sostituiti dalla tecnologia a distanza.