Le Giornate della FICE di Mantova segnano un momento molto importante per fare il punto sulla distribuzione di cinema d’essai in Italia. Un appuntamento cui il Presidente Mario Lorini guarda con grande attenzione e fiducia
“Dobbiamo affrontare i problemi in maniera seria e approfondire i temi principali del mercato, ma le Giornate della FICE devono restare un appuntamento dove esaminare con grande serenità tutti gli argomenti per tutelare lo sviluppo del mercato, ma anche con una dose di buona volontà per superare gli ostacoli che abbiamo di fronte.”
Sono, infatti, molti i temi da affrontare che vanno a toccare strutturalmente l’esercizio cinematografico italiano: a partire dal rollout digitale che a gennaio 2014 dovrebbe scontrarsi con la fine della distribuzione dei film in pellicola, per proseguire con questioni legate alla distribuzione di film in estate, alla multiprogrammazione e alla distribuzione di titoli simili – forse troppi – in contemporanea.
Il mercato nel mese di settembre ha continuato a dare segnali di sofferenza, e si aggravano se si raffrontano con il 2010 e il 2011. “Soprattutto – continua Lorini – andando a guardare quanto è accaduto con i film di Venezia, possiamo dire che le cose non hanno funzionato.”
Qual è l’importanza degli Incontri di Mantova?
“E’ un momento essenziale di incontro e di riflessione. Vogliamo, però, guardare al mercato nel suo complesso, senza lasciarci distrarre dall’importanza dei numeri che sono sotto gli occhi di tutti. Guardiamo con preoccupazione a quanto sta accadendo, ma intendiamo essere fortemente propositivi su tutte le questioni in ballo, provando ad avere uno sguardo più lungo sul mercato e sull’esercizio in generale. Del resto la città di Mantova sostiene il nostro progetto, così come i distributori, che da qualche tempo, si sono resi disponibili a fare delle nostre Giornate una data essenziale per pianificare le uscite d’essai dell’anno. La visione di film in anteprima e lo spirito quasi festivaliero restano il cardine di questo evento che sta diventando imprescindibile per chi fa questo lavoro”.
Un bilancio della scorsa estate?
“E’ stato un momento importante in cui abbiamo ottenuto, fortunatamente, una certa contemporaneità con le uscite americane.
Il problema è che la maggior parte di questi film non ha avuto i risultati sperati. Gli incassi sono stati sotto le aspettative e non c’è stato un incremento sostanziale del mercato.
Il cinema d’autore è stato quasi del tutto assente dagli schermi quest’estate e a parte ‘La Grande Bellezza’ non abbiamo avuto film destinati al nostro pubblico.
Meno male che Indigo Film e Medusa hanno voluto fare qualche uscita in estate. Il mercato li ha premiati. Cosa che non è accaduta con tanti altri film che nell’ingorgo di settembre sono rimasti schiacciati e impossibilitati a esprimere il proprio potenziale raggiungendo così il loro pubblico. Ricordiamoci che il problema non è solo dei distributori, ma anche dei produttori che spesso non capiscono l’assurdità di volere uscire in date dove l’eccessiva offerta rischia di compromettere seriamente gli esiti al botteghino”.
Un caso interessante è stato la riedizione di ‘Essere o non Essere’ di Ernst Lubitsch…
“Un caso importantissimo su cui riflettere. E’ vero, è un film che ha funzionato soprattutto nelle grandi città. Che la riedizione di un film in bianco e nero ottenesse un incasso importante è non solo motivo di soddisfazione, ma anche di speranza che la distribuzione cominci a pianificare altri eventi come questo. Questo successo dovrebbe far decidere la distribuzione ad approfondire , come promesso in passato, il lavoro sulla filiera, mantenendo fermi i listini e spalmando meglio le uscite per fare crescere il mercato, anche a costo di essere meno com- petitivi”.
Cosa porterà la digitalizzazione?
“E’ un tema complesso, perché nonostante il Ministero abbia messo a disposizione due milioni di Euro per la digitalizzazione, questo potrebbe non bastare a cambiare la situazione delle sale in sofferenza che, con difficoltà, potrebbero accedere al Tax Credit. Ottocento cinema, in gran parte monosala, fatturano meno di centomila Euro l’anno: per loro il passaggio al digitale diventa molto difficile, va trovata una soluzione efficace”.
Più in generale, come valuta la situazione del mercato?
“Il mercato del cinema non può prescindere dalle condizioni generali di un paese in difficoltà e in cui tutti quanti noi siamo in attesa di cambiamenti. Detto questo, numeri e dati alla mano, dobbiamo essere bravi ad affrontare in maniera adeguata questa situazione, essendo propositivi e facendo delle scelte chiare; aiutando chi fa di più e con più fatica; programmando film di qualità, sostenendo film di interesse culturale, sviluppando iniziative di promozione e di fidelizzazione del pubblico. Non possiamo dare più credito, contributo d’essai, sostegno per schermi di qualità, agevolazioni varie, con criteri che non rispettano le proporzioni. Dobbiamo guardare al futuro con attenzione