Sembra che il cinema spagnolo goda di migliore salute all’estero che in patria.
Nei 17 paesi dove si consuma maggiormente il cinema spagnolo, i 72 film spagnoli esportati hanno totalizzato 132 milioni di euro e sono stati visti da 22 milioni di spettatori.
In Spagna invece, i 139 titoli in uscita nello stesso anno, hanno prodotto 81,6 milioni di euro e 14,35 milioni di spettatori.
Negli ultimi anni la quota di mercato interno è andata calando, anche se di poco: dal 13,5% nel 2007 al 13,3% nel 2008, mentre è diminuito significativamente il numero degli spettatori (da 15,7 a 14,3 milioni), e la diminuzione dell’affl uenza totale al cinema è stata dell’8,44%.
La tendenza non si è invertita nella prima metà del 2009, attestandosi au una quota del 13,3%”.
Questi dati sono stati resi noti all’interno della quarta edizione di Madrid de Cine, gli screenings del cinema spagnolo, tenutisi a Madrid, dal 7 al 9 giugno scorsi.
Al Cinema Princesa sono stati proiettati 51 film e l’Hotel Melià Princesa ha ospitato meeting fra agenti di vendita, produttori (circa 200) e buyers (132) provenienti da 31 paesi.
Presentando i dati, Pedro Perez, presidente della FAPAE (Federazione delle Associazioni dei Produttori Audiovisivi Spagnoli), si è dichiarato tuttavia fiducioso che questa percentuale salga entro l’anno, grazie a una manciata di “assi nella manica” che fanno ben sperare, come il film di Almodovar, “Los Abrazos Rotos”, ancora nelle sale spagnole durante Madrid de Cine.
Annuncia infatti Perez: “Devono ancora uscire in Spagna “Agorà ” di Amenabar, un kolossal con un budget e pretese elevatissime (presentato fuori concorso a Cannes, uscirà in Spagna il 2 settembre), “Map of the Sounds of Tokyo” di Isabel Coixet, (in concorso a Cannes insieme a “Los Abrazos Rotos”, esce il 28 agosto) e “El Baile de la Victoria” di Fernando Trueba, che il regista spagnolo ha girato in Cile, adattando l’omonimo romanzo di Antonio Skarmeta.”
Ma la novità più importante si preannuncia per fine anno, ed è legata ad un importante film d’animazione, “Planet 51”.
Racconta Perez: “E’ stato realizzato da Ilion Animation, uno studio che impiega 400 animatori in un paese alle porte di Madrid.”
Uscirà negli stati Uniti il 20 novembre, distribuito da Sony con 3500 copie e un budget promozionale di 50 milioni di dollari.
“Crediamo sarà uno dei film di animazione più attraenti del momento, ed è una scommessa importante per la Spagna: se la cosa riesce sarà la prima volta che una produzione straniera entra nel mercato nord americano con le loro stesse regole del gioco.”
E’ comunque il cinema americano a giocare la parte del leone al Box Office spagnolo: “il problema è anche legato al fatto che produciamo troppi film, dovremmo ridurre la produzione a una sessantina di opere, che siano più ambiziose, soprattutto a livello di promozione.
Dei 173 film prodotti nel 2008, solo 48 superavano i 900.000 euro di budget.
E’ praticamente impossibile che i film con budget inferiori possano competere contro film americani che costano 10 volte tanto.”
Secondo lo studio sopracitato, il paese che maggiormente “consuma” cinema spagnolo è la Francia (61 milioni al Box Offi ce), che, secondo Perez, costituisce un modello da seguire, soprattutto in relazione al rapporto con la propria cinematografia.
Della necessità di cambiare l’immagine con cui gli spagnoli percepiscono la propria cinematografia ha parlato anche Ignasi Guardans, a capo dell’ICAA, l’istituto che si occupa di cinema all’interno del Ministero della Cultura.
Sempre secondo lo studio FAPAE, i tre film spagnoli più visti all’estero sono “El Orfanato” di Juan Antonio Bayona, “REC” e “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen.
A quest’ultimo (al produttore Jaume Roures) è andato il premio FAPAE per il film spagnolo che ha avuto maggiore ripercussione internazionale (coprodotto dalla spagnola Mediapro, ha incassato circa 94 milioni in tutto il mondo).
Il secondo e il terzo classificato sono rispettivamente “Los Abrazos Rotos” di Almodovar e “El Lince Perdido”(che ha vinto il Premio Goya come migliore lungometraggio d’animazione).
E sembra che, nell’ottica di riavvicinare il pubblico spagnolo alla propria cinematografia, la commedia svolga un ruolo fondamentale, almeno stando ai risultati di Box Office, che hanno decretato il trionfo delle due commedie giovani “Fuga de Cerebros” di Fernando Gonzà¡lez Molina (1,2 milioni di euro il primo fine settimana di uscita) e “Mentiras y Gordas” di Alfonso Albacete (1,82 milioni di euro nel primo trimestre del 2009). Entrambe hanno come protagnista un gruppo di adolescenti.
Le commedie spagnole sono state particolarmente apprezzate anche dai compratori di Madrid de Cine.
Fra quelle che hanno destato maggiore interesse, si sono distinte “Dieta Mediterranea”, “Pagafantas” e “Fuga de Cerebros”.
Fra i film presentati agli Screenings , alcuni erano già stati proiettati nei festival, come “Ander”, “The Frost”, “25 Kilates”, mentre altri ancora non sono usciti nelle sale (“El cà³nsul de Sà³doma”, “Negro Buenos Aires”).
Hanno raccolto particolare consenso “Eloà¯se”, “25 Kilates” , “Trash”, “La Vergà¼enza”, il documentario “Bejart, a ballet for the 21st Century” e “Solo quiero caminar” di Agustin Diaz Yanes (il regista di “Alatriste”), uno dei film protagonisti della passata stagione.
Diaz Yanes ha annunciato che sta lavorando alla sceneggiatura del suo nuovo film, una coproduzione con la Francia, una storia di fantascienza ambientata alla fine del 21simo secolo.
UNA REGISTA MINISTRA DELLA CULTURA
“Avvicinare il cinema al pubblico, affinché non sparisca per colpa della televisione e di Internet. Credo che per fare del buon cinema sia necessario girare moltissimi film, proprio come fanno in America”.
E’ l’auspicio lanciato da Alex De La Iglesia, neo Presidente dell’Accademia de las Artes y las Ciencias Cinematogrà¡ficas de Espaà±a.
De la Iglesia prende il posto lasciato vuoto da àngeles Gonzà¡lez-Sinde, che dal 7 aprile scorso è il nuovo Ministro della Cultura.
La nomina della Sinde è un fatto significativo: è infatti la prima professionista del mondo del cinema a ricoprire questo incarico e sarà interessante vedere quanto questo si tradurrà effettivamente in un nuovo corso politico, che dia al cinema spagnolo un maggiore impulso e una più forte identità , riconnettendolo al pubblico interno, affamato soprattutto di blockbusters americani.
Regista e sceneggiatrice di successo, la Sinde, appena nominata, ha voluto un nuovo direttore dell’ICAA: Ignasi Guardans, ex deputato europeo, che a Bruxell si occupava anche di questioni legate all’audiovisivo.