Le novità tecnologiche, le possibilità creative e le regolamentazioni: i droni sono stati uno dei temi di Focus, summit e trade show dedicato al mondo alle locations, che si è svolto il 14 e il 15 dicembre a Londra, al Business Design Centre di Islington, organizzato dal Magazine “The Location Guide”
All’interno della sessione “Droning…ON!” ne ha parlato Emma Boswell, responsabile della società Helicopter Girls, una dei primi operatori UAS ( unamanned aerial systems ) professionali, approvati da la CAA (civil aviation authority). Sul mercato dal 2009, “progettiamo, costruiamo e manteniamo i nostri sistemi in house, usando la tecnologia più avanzata, in un continuo processo di testaggio e redefinizione che ci consente di stare al passo dell’evoluzione dei tempi di volo, delle performance e dell’efficienza. La nostra è una ricerca continua per rendere le attrezzature più piccole più leggere e più flessibili, la nuova Alexa Mini è stata disegnata per questo.”
Proprio la flessibilità è uno dei punti di forza delle tecnologie messe a punto e gestite da Helicopter Girls, che hanno reso possibili riprese in luoghi remoti e inaccessibili della Groenlandia, come anche nel centro di Londra, dove è stato girato il documentario “Welcome to the Mosque” per BBC 2. Con le attrezzature di Helicopter Girls è stato girato anche “Mission Impossibile: Rouge Nation” (Paramount).
Con i droni è agile passare piuttosto velocemente da un primo piano a un’altezza di 400 piedi (in alcuni casi speciali anche di 600) e di spostarsi fino a 500 metri in orizzontale (rimanendo sempre all’interno dell’orizzonte visivo del pilota). Helicopter Girls ha anche una concessione speciale rispetto ai permessi standard che le permette di avvicinarsi fino a 10 metri ad una persona (mentre le regole impongono una distanza di 50 metri, e di 150 se si tratta di un’area affollata).
“I droni consentono un’incredibile esplorazione di possibilità creative, -ha detto Nicola Daley, – per noi direttori della fotografia sono un ulteriore prezioso strumento della nostra ‘cassetta degli attrezzi’, assieme alla steady cam, ai dolly. Ci permettono di raggiungere posti prima inaccessibili, sono meno cari e più silenziosi degli elicotteri (anche se non tanto da consentire scene di dialogo…per ora!) e producono un modesto impatto ambientale.” La Daley ha citato l’esempio di un documentario sulla moda a cui sta attualmente lavorando in Italia, a Milano (sullo stilista Manolo Blanich n.d.r.) in cui “siamo entrati nella fabbrica con un drone attraverso la finestra”.
“Sono cresciute molto le richieste di utilizzare i droni- aggiunge Andy Pavord, di FilmFixer, – anche se non è semplice muoversi nella ‘giungla’ di regolamenti, permessi e divieti che circondano questi sistemi. Molte location, inoltre, decidono di proibire le riprese con i droni, come ad esempio Potters Field Park, a fianco di Tower Bridge, a Londra”.
Alle problematiche e alle opportunità relative all’uso dei droni sarà dedicato il corso “Understanding Drone Technology”, che AFCI (Association of Film Commissioners International) organizzerà in marzo.