direttore Paolo Di Maira

LONDRA/Un mondo di buone regioni

Tornerà a Londra il 3 e il 4 dicembre prossimo, Focus, The Meeting Place for International Productions, con una quinta edizione sempre più ricca e promettente, e un’attenzione maggiore all’industria della post-produzione, del gaming e dell’animazione.

“Vogliamo cercare di intercettare con più forza questa parte dell’industria, pur mantenendo le parti dedicate al finanziamento e agli aspetti legali delle produzioni cinematografiche, – rivela il direttore di Focus, Jean Frédéric Garcia, – inoltre, ospiteremo un maggior numero di sezioni dedicate alla pubblicità, che è molto più vicina di prima al cinema e alla tecnologia, visto che oggi l’industria non è più tanto guidata dalla volontà del cliente, quanto dalle possibilità di distribuzione dei contenuti (penso a tutte le grandi compagnie come Google Amazon Spotify, snapchat, Instagram).
In sostanza, puntiamo a riequilibrare ancora di più i nostri contenuti, a beneficio di tutte le industrie creative dell’audiovisivo.”

Anche la presenza italiana sarà rafforzata rispetto all’anno passato, con lo stand gestito da Italian Film Commissions e da Cinecittà, con il sostegnoo di ICE e due VIP lounge per gli incontri riservati alle singole film commissions e agli studios.

Fra le new entries ‘istituzionali’, il Montenegro, l’Uzbekistan, Trinidad e Tobago, Lituania e Filippine.
“Ci siamo resi conto che i nostri clienti sono molto interessati al networking, per cui faremo un paio di esperimenti per capire come potenziare, gestire e promuovere al meglio questi scambi di contatti e informazioni, e cercheremo anche di avere qualche lounge in più a disposizione, specificamente per i meetings.”

Quest’edizione di Focus sarà la prima, tra l’altro, ad avere Netflix come vicino di casa: agli inizi di luglio, infatti, il gigante dello streaming ha annunciato l’apertura del suo secondo hub europeo (dopo Madrid) a Londra.

“Mi sembra una grande notizia per il paese, che sarà sempre più affollato, con gli spazi all’interno degli studios sempre più difficilmente accessibili. –Continua García.- C’è da dire però, che con il processo di regionalizzazione, ci saranno più spazi che apriranno altrove: c’è una precisa volontà politica, nel Regno Unito, che spinge affinché le produzioni si spostino fuori da Londra, le regioni e il governo sono impegnati in questo senso, usando la leva dei fondi e delle infrastrutture.
Tra l’altro, questo è un altro dei temi che vogliamo proporre quest’anno. L’anno passato abbiamo organizzato molti focus regionali, ma rimanendo all’interno del Regno Unito (sul Galles, lo Yorkshire…).
Quest’anno vorremmo spostarci su un piano europeo, e guardare a come funziona la regionalizzazione fuori dai consueti poli di produzione nei vari paesi europei e quali benefici porta ai produttori. Penso ad esempio, alla Francia, che fa molto in questo senso, o alla Spagna, che non solo ha due grandi poli produttivi, ognuno con la propria specificità, Madrid e Barcellona, ma anche ulteriori locations con una forte tradizione di produzione internazionale. Mi viene in mente Ridley Scott, che girà quasi regolarmente in Spagna. E adesso, anche il fatto che Netflix abbia messo la sua base là, avrà probabilmente ripercussioni positive su tutto il paese.

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