direttore Paolo Di Maira

LOMBARDIA /Come rilanciare la Film Commission

La necessità e l’urgenza di riformare e rilanciare la Lombardia Film Commission è stato oggetto del convegno No signal? Audiovisivo lombardo, una nuova film commission come motore del rilancio, organizzato dal raggruppamento Cinema e Audiovisivo di Cna Lombardia e a cui hanno partecipato istituzioni, associazioni, operatori. Premessa necessaria a “una moral suasion coordinata di tutti noi operatori privati, associazioni, e film commission perché Lombardia deve tornare a essere protagonista del Made in Italy dell’audiovisivo nel cinema”, ha detto in apertura dei lavori Gianluca Curti, presidente nazionale di CNA

CNA Lombardia, con l’intervento di Gianfilippo Pedote e Cinzia Masòtina, ha proposto una revisione statutaria dell’attuale film commission e la creazione di una fondazione di partecipazione, allargata ai molti altri soggetti protagonisti della filiera. Un’ipotesi accolta con calore da Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, che si dice “disponibile ad essere controparte di CNA per questa proposta  di partecipazione allargata, che sottragga la struttura a stretta dialettica fra la Regione, socio di maggioranza, e il Comune, socio di minoranza, che spesso assomiglia a un diaologo fra sordi. E’ innanzitutto necessario capire se la Regione è disponibile ad attivare risorse finanziarie nella forma di un Film Fund.”
E in effetti, commenta Armando Trivellini di AIR3, Associazione Italiana Registi: “Noi registi abbiamo avuto poche esperienze in Lombardia negli ultimi tre anni. Nessun bando, nessun fondo erogato, nessuna idea. Così ci spingono a lavorare in altri territori, un’occasione mancata.”

E considerare, prosegue l’assessore, l’orizzonte temporale che vede Milano e Cortina protagoniste delle Olimpiadi invernali del 2026: “un’occasione molto importante anche per quanto riguarda l’investimento sulla filiera audiovisiva”.

Gli strumenti di incentivazione finanziaria sono ormai indispensabili a una film commission che voglia stare al passo coi tempi, specifica Silvio Maselli, fondatore ed ex direttore di Apulia Film Commission e oggi produttore con Fidelio, “e i suoi dirigenti devono essere autonomi, ma non distinti dalla politica locale, con manager che provengano preferibilmente dal mondo audiovisivo”.

La competenza tecnica del direttore di una film commission (mentre quella del presidente attiene più al saper intessere e gestire le relazioni con le istituzioni di riferimento) è centrale anche per Stefania Ippoliti, responsabile dell’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana-Toscana Film Commission, che mette in guardia dal “prediligere un direttore che sia un personaggio famoso, e quindi possa anteporre i suoi interessi personali al lavoro per la struttura: il nostro lavoro deve rispondere ad una programmazione seria, non siamo a servizio di un capriccio del momento” citando l’esempio del recente commissariamento di Calabria Film Commission.

Prima di tutto, però, nota Del Corno, “è imprescindibile riposizionare la film commission e ovviare alla gigantesca crisi reputazionale che sta passando in questo momento in cui il suo ex presidente e il suo consulente economico finanziario sono agli arresti domiciliari”

Anche Cristina Priarone, presidente di Italian Film Commission,ricorda il momento di difficoltà della film commission, evidenziando al contempo le enormi potenzialità del territorio, “dotato del più importante mercato pubblicitario in Italia”.
Potrebbe essere proprio quella la specificità lombarda, che andrebbe ad arricchire proprio la varietà dei 19 membri del coordinamento, che probabilmente presto cresceranno “Abruzzo e Molise si stanno strutturando per essere con noi, – dice Priarone, – siamo un gruppo unito e compatto, pur restando ognuno con la propria peculiarità.” Proprio per questo, Priarone sottolinea come il rilancio della film commission sia un obiettivo importante per tutto il paese.

Potenzialità che partono da una realtà di circa 2.000 imprese, che impiegano 20.000 addetti, producendo un fatturato di oltre 6 miliardi di euro.

Alberto dell’Acqua, neo presidente di Lombardia Film Commission, ha ricordato le cose positive che la struttura da lui presieduta ha fatto fino ad oggi e di cui, ha detto, “si conosce poco: nel 2019 abbiamo supportato oltre 200 produzioni e quest’anno più di 115 nonostante il Covid. Abbiamo iniziato a recepire stimoli dalle associazioni e dagli operatori del settore, e siamo impegnati in alcune azioni nel breve termine, quali la realizzazione di interventi di ottimizzazione degli spazi del Cineporto, affinché siano disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.”

Ciononostante, ha concluso Franco Bocca Gelsi, Presidente CNA Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia, “l’esperienza della Film Commission lombarda al momento non può essere ritenuta soddisfacente in quanto la situazione e l’orientamento regionale in materia di audiovisivo vanno in direzione contraria sia alla Legge nazionale sia a tutte le altre Film Commission. Riteniamo necessaria una sua riforma e un suo maggiore protagonismo a sostegno del settore. Servono politiche ed iniziative che tendano verso obbiettivi significativi, che portino ad elaborare una strategia adatta per la nostra realtà.”

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