di Marco Spagnoli
Ferzan Ozpetek a Lecce ha girato il suo primo film non ambientato a Roma : è “Mine Vaganti’, con Riccardo Scamarcio e Nicole Grimaudo. Il film, fuori concorso nella sezione Panorama al Festival di Berlino, uscirà in Italia il prossimo 12 marzo, distribuito da 01.
Racconta: “Ci trovavamo al Festival di Toronto per presentare “Un giorno perfetto” e quando Domenico Procacci mi ha proposto il progetto di “Mine Vaganti”, ho pensato fosse “˜impazzito’ all’improvviso.
E’ un produttore attratto dalle cose difficili e, spesso, per farlo sente la necessità di tornare a girare un film in Puglia dove c’è qualcosa di personale e segreto che lo lega ai luoghi.”
Dal canto suo Domenico Procacci, il produttore pugliese per eccellenza e tra i principali protagonisti del cinema italiano degli ultimi anni, si dice entusiasta di poter tornare nella sua regione a fare film: “Quando ho iniziato a fare del cinema si parlava sempre della crisi del cinema italiano. Negli ultimi tempi, invece, c’è stato un grande entusiasmo. Tutto questo si è raggiunto attraverso un lavoro serio portato avanti da persone che si sono impegnate moltissimo per cambiare le cose: produttori, registi, distributori. Ed è fondamentale la spinta di professionisti seri che lavorano per l’audiovisivo come quelli di Apulia Film Commission, in un contesto politico virtuoso come quello creato dalla Regione Puglia”.
Non è pugliese la produttrice Donatella Botti, ma per lei l’impatto con il territorio è stato decisivo:
“Sono rimasta favorevolmente impressionata non solo dal rapporto con l’Apulia Film Commission, ma anche con quello stabilito con tante altre piccole realtà di comuni e province che ci hanno sostenuto. In Puglia si respira ancora il gusto per la magia del cinema.”
Donatella Botti è entusiasta del lavoro realizzato in Puglia con due pellicole molto diverse tra loro: “˜L’uomo nero’ scritto, diretto ed interpretato da Sergio Rubini, e l’esordio della sceneggiatrice Giorgia Cecere alla regia di “˜Il primo incarico’ interpretato da Isabella Ragonese, di prossima uscita.
“La Puglia è una regione che propone molto dal punto di vista visivo: il suo paesaggio è il grande punto di forza. I suoi centri storici, le sue campagne, il mare, offrono possibilità notevolissime ad una produzione. Soprattutto alle due che ho realizzato io, ambientate una negli anni Sessanta, l’altra negli anniCinquanta.”
Il territorio è stato fonte di costante ispirazione per un pugliese doc come Sergio Rubini, reso in tutta la sua solarità nell’ ultimo film, “˜L’Uomo Nero’.
Dice Rubini: “Nel mio cinema ho voluto rappresentare la Puglia non in maniera nostalgica, ma come spazio della mente, ho voluto farne un ritratto mentale e metafisico.
Per me il rapporto con il sud è stato un rapporto strano. Sono andato via molto presto da casa. Studiando in Accademia, poi, ho anche perso alcune inflessioni dialettali.
E’ stato un distacco netto, e non credevo di poter tornare indietro. Poi, invece, lentamente, mi sono avvicinato ai luoghi che conoscevo fin da bambino, i posti in cui sono cresciuto.
Girando alcuni anni fa “Tutto l’amore che c’è” alcune scene le ho riprese dalla finestra di casa di mia madre, ed è stata una sensazione di strana familiarità .
Credo che da quel momento io abbia cominciato un percorso di riavvicinamento e maturazione molto intenso.
Con “L’anima gemella”, invece, volevo sfruttare una finzione arcaica del sud e sono andato in un territorio come il Salento , remoto e affascinante. Volevo realizzare una storia satura di sentimenti in un luogo saturo di colori come il Salento. E’ uno spazio visivo “˜estremo’ adattissimo alla narrazione che volevo realizzare: il mare e il cielo blu si scontrano con la pietra bianca. In quella saturazione si trova la giustificazione di questa dimensione alterata, fondamentale per una storia in cui si fondono elementi onirici e di realismo.
Il Salento è una terra in perenne stato di ebbrezza, fondata su contrasti come arcaico e moderno, passione e amore. Volevo fotografare una terra leggendaria.
Al Sud non esiste la favola, ma direttamente il Mito.”
Una considerazione che trova d’accordo Pupi Avati che proprio in Puglia ha realizzato uno dei suoi film di maggiore successo: “˜La Seconda Notte di Nozze’, con Antonio Albanese, Neri Marcorè e Katia Ricciarelli: “Con quel film ho voluto fare una sorta di incursione nel meridione d’Italia dove si trattengono e si conservano le prerogative delle nostre culture. Sono convinto che oggi come oggi più ti muovi verso il Sud del nostro paese, più trovi l’Italia. Soprattutto l’Italia da cui provengo. Il Nord e il Centro hanno avvertito fortissimamente la spoliazione culturale dell’identità italiana.
Il meridione “” nonostante tutti i suoi problemi, anche drammatici “” a livello culturale ha mantenuto saldo il rapporto con lo spirito e le suggestioni di quell’Italia in cui mi riconosco.
E’ un’Italia così “˜tantoItalia’, che sono voluto andare a confrontare con la terra in cui sono nato, e che in qualche maniera ha abdicato alla sua tradizione, in cambio di una sorta di sbiadita identità centro- europea in cui io difficilmente potrò identificarmi. Il viaggio fatto da Bologna verso la Puglia assume quindi un valore “˜simbolico’…”
Un altro regista non pugliese, Daniele Vicari, è rimasto favorevolmente impressionato dal lavoro svolto a Bari per “˜Il passato è una terra straniera’, che con una fotografia “sulfurea” coglie l’aspetto più notturno e metropolitano di Bari.
“Abbiamo avuto la massima collaborazione da parte della città , nonostante avessimo creato anche disagi ai cittadini per le riprese notturne delle corse in macchina. Un’esperienza interessante ed importante che mi ha molto colpito per la grande professionalità e l’aiuto che abbiamo ricevuto.”
Pugliese è Edoardo Winspeare che a differenza di molti suoi colleghi continua a vivere in provincia di Lecce.
Winspeare racconta come l’amore per il cinema sia fortemente correlato a quello per la regione.
“Tutto nasce dall’enorme passione che io nutro per la mia terra. Qualcuno ha detto “˜Racconta del tuo villaggio e racconterai del mondo’. Le mie storie sono ambientate in Puglia, ma hanno tutte un fortissimo carattere universale. Mia madre è nata a Budapest, sua madre è nata a Praga, la mia bisnonna è nata a Cracovia e io porto un cognome inglese, da padre napoletano ma vivo in Puglia. Sono un miscuglio di razze e sebbene non abbia nemmeno una goccia di sangue pugliese, culturalmente, mi sento tale, perché vivo in una terra che come il cinema che produce, non solo il mio, ha un’ identità molto complessa.”
E’ probabilmente la complessità il plus che comincia ad attrarre in Puglia anche cineasti non italiani.
Alle Giornate degli Autori, durante la scorsa Mostra del Cinema di Venezia, si è visto l’ultimo film diretto dal regista serbo Goran Paskalievic, “Honeymoons”, girato nel 2009 a Brindisi con il supporto di Apulia Film Commission.
E prima ancora, a Cannes, era stato presentato “˜Ne Retourne Pas’ di Marina De Van, per la maggior parte girato a Lecce e dintorni, con l’interpretazione di Sophie Marceau e Monica Bellucci.
Ricorda la Bellucci: “Ho esordito diretta da Francesco Laudadio ne “La Riffa” e sono tornata con piacere a lavorare in una regione che nel corso degli anni è cresciuta dal punto di vista cinematografico, così come sono cresciuta io. All’epoca ero solo una modella con il sogno di fare del cinema e non sapevo nulla. Da allora non sono più tornata in Puglia: è inevitabile essere affezionata a questa regione. Credo che Lecce sia una città incredibile, una vera scoperta.”
E infine c’è Bollywood, che frequenta sempre più spesso le location pugliesi.
Nel 2008 sono state due le produzioni indiane ospitate, dirette entrambe dal regista Sajd Kahn: “Bachna de Aseeno”, girato a Mattinata, e “Maska”, una storia d’amore ambientata fra Trani , Alberobello e il Salento.
Sajd Kahn è tornato in Puglia anche nel 2009 per “Housefull” all’inizio di settembre , scegliendo ancora una volta Mattinata .
(Ha collaborato Carolina Mancini)
PUGLIA E LIBERTA’ SUL PICCOLO SCHERMO
Non solo il cinema, ma anche la fiction televisiva trova casa in Puglia.
Grazie Soprattutto all’exploit dello scorso anno con la miniserie in due puntate “Pane e libertà “, diretta da Alberto Negrin, interpretata da Pierfrancesco Favino e musicata da Ennio Morricone.
A produrre la versione per il piccolo schermo della storia del sindacalista pugliese Giuseppe Di Vittorio, che nell’immediato dopoguerra fu eletto primo segretario generale della CGIL e fu membro dell’Assemblea Costituente nelle file del PCI, è stata la Palomar di Carlo Degli Esposti.
Girato tra Gravina in Puglia, Altamura e Cerignola e andato in onda su RaiUno a marzo 2009 con ottimi ascolti, “Pane e libertà ” ha ampiamente coinvolto la Regione, intervenuta a sostegno della fiction sia in termini logistici che economici ( investendo un milione di euro).
“Ci siamo trovati benissimo, perché la Regione ha coniugato l’attenzione al prodotto con un aiuto economico intelligente per un film che raccontava di un grande italiano, ma anche e soprattutto di un grande pugliese “” ha commentato Carlo Degli Esposti “” Abbiamo girato in diversi piccoli paesi della Puglia e abbiamo sempre riscontrato un’ottima accoglienza e un valido aiuto pratico”.
Lo stesso buon trattamento che deve aver ricevuto la Casanova Entertainment, società di produzione di Luca Barbareschi, che ha girato in terra pugliese “” a Otranto “” uno degli episodi della terza serie di “Nebbie e delitti”, che ha per protagonista il commissario Soneri, interpretato proprio da Barbareschi, e che vi tornerà nei prossimi mesi per “Una musica silenziosa”.
Destinata a RaiUno, la fiction si girerà tra Bari e Brindisi nella prima metà del 2010, ed è realizzata anch’essa con il supporto della Apulia Film Commission.
(Michela Greco)