Spesso è il cinema a fare la fortuna di certi luoghi, altre volte sono i luoghi a mantenere viva la memoria di certi film.
In ogni caso la scelta e l’offerta delle location sono strategiche.
In Italia, la capacità di arricchire e diversificare tale offerta deve misurarsi con un nodo irrisolto: le location pubbliche.
Alla questione Roma & Lazio Film Commission e Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, con il supporto della nostra testata, dedicano un convegno, il 23 ottobre, negli spazi del Vittoriano, a Roma.
Ma cosa intendiamo per location pubbliche?
Si tratta di un repertorio di cui non è disponibile un inventario, ma che certamente è vastissimo: luoghi e immobili che sono sotto la tutela delle soprintendenze, le zone militari, ad iniziare da quelle dismesse, luoghi di proprietà delle istituzioni religiose.
Un patrimonio che può costituire il valore aggiunto delle location italiane, soprattutto nei confronti delle produzioni internazionali.
Ma la loro utilizzazione è attualmente estremamente difficoltosa, quando non è addirittura interdetta.
Un argomento molto interessante per un giornale, come il nostro, che ha costruito la sua identità sull’esplorazione e la conoscenza del rapporto tra l’audiovisivo e il territorio.
Così, incoraggiato dall’esperienza pilota delle Forze Armate francesi che hanno creato al loro interno un dipartimento in grado di organizzare l’offerta di location, nella scorsa primavera Cinema & Video International dedicò un servizio all’argomento, e fece successivamente un primo sondaggio presso i professionisti italiani per verificare quanto il problema fosse realmente avvertito.
Constatammo che il mondo della produzione lamenta la mancanza di referenti in grado di dare risposte in tempi certi e rapidi.
E verificammo anche che da parte delle istituzioni manca, o è troppo poco sviluppata, la consapevolezza che un servizio adeguato può produrre un ritorno sia economico (i luoghi/ location sono un prodotto il cui valore è stabilito dal mercato), sia d’immagine (lo Stato si “apre” alla collettività , non si ferma alla soddisfazione dei bisogni, ma coltiva anche i suoi sogni).
Se, allora, la prospettiva di una collaborazione assicura reciproci vantaggi, perché , abbiamo pensato assieme a Cristina Priarone, direttore di Roma e Lazio Film Commission, non creare un’occasione in cui poter avviare un dialogo?
Così è nata l’idea del convegno: un’occasione “ufficiale” per verificare se e in quali modi è possibile arricchire le location con un patrimonio inedito e unico al mondo.
Saranno chiamati a partecipare rappresentanti delle Forze Armate, delle istituzioni ecclesiastiche, dei Beni culturali, delle Ferrovie, scenografi, produttori esecutivi, Film Commission.
L’incontro sarà arricchito dall’esposizione di due modelli vincenti, quello delle Forze Armate francesi e di Versailles. “Conoscersi” sarà utile se è propedeutico alla ricerca di forme di collaborazione.
E avremo fatto un buon lavoro se potremo, in un futuro prossimo, dare notizia di accordi che garantiscano un miglior servizio alle produzioni e un’interessante ritorno per il territorio.
Attivando un processo “virtuoso” dove le Film Commission , con le loro competenze, potranno giocare un ruolo chiave.
PAOLO DI MAIRA