Si è svolta ieri, 7 agosto, la cerimonia di premiazione di Locarno Pro, lo spazio industry del Festival di Locarno. Il vincitore di First Look, l’iniziativa dedicata ai film in post-produzione, quest’anno focalizzata sul cinema tedesco del futuro, è Letzter Abend (One Last Evening) by Lukas Nathrath, prodotto da Klinkerfilm, co-prodotto da Doppelbauer & Nathrath Filmproduktion ha conquistato il Premio Cinegrell First Look – in servizi per il completamento dei film in post-produzione per un valore di 50’000 euro. Gli altri due riconoscimenti sono andati a Arthur & Diana di Sara Summa, prodotto da Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin (Premio Le Film Français – in servizi pubblicitari per un valore di 5’600 euro), e a Elaha di Milena Aboyan, prodotto da Kinescope Film, co-prodotto by Essence Film (Premio Kaiju Cinema Diffusion – per la progettazione di un poster internazionale del valore di 5,000 euro).
É stato inoltre assegnato l’Alphapanda Market Breakout Award (servizi di consulenza per un valore di 3’000) a un progetto della piattaforma di co-sviluppo Alliance 4 Development: va al film austriaco The Village Next to Paradise, di Mo Harawe, prodotto da Oliver Neumann (FreibeuterFilm) e Sabien Moser (FreibeuterFilm).
Ne è particolarmente soddisfatto Markus Duffner, direttore di Locarno Pro, anche perché il progetto arriva dalla ’new entry’ di quest’anno, l’Austria, che va a sommarsi ai paesi di provenienza dei film in cerca di coproduttori della sezione (Svizzera, Francia, Germania, Italia).
Quest’aggiunta è uno dei tanti indicatori di crescita del mercato, tornato quest’anno ‘in forze’ e in presenza, con un significativo aumento di presenze (“quasi 1400 partecipanti professionisti, mentre l’anno prima della pandemia erano 1040”), sezioni più corpose (l’ingresso dell’Austria in Alliance4 Development, il nuovo Swiss Film Preview, “lo showcase di film svizzeri in post produzione che affianca in maniera più piccola e mirata il lavoro della sezione competitiva First Look” e i 32 produttori che hanno preso parte a Match Me! contro i 24 dello scorso anno).
Ulteriore balzo in avanti è quello poi, del numero e della qualità di società presenti al mercato: “E’ stata questa la vera sorpresa, – continua Duffner, citando distributori americani e streamers, fra cui Paramount Pictures, Universal, Amazon Netflix, Mubi, Warner, Neon, Radar, A24 Oscilloscope – frutto di un lavoro mirato fatto con Giona Nazzaro (il direttore del Festival, n.d.r.), per spiegare ai players che ci interessava avere qui, come l’anima di Locarno sia nella scoperta dei talenti, sia dal lato festival (sono stati scoperti qui Jim Jarmusch, Spike Lee, Manoel De Oliveira) sia nello spazio industry, che si configura sempre più come una fucina che comprende tutti i punti della catena audiovisiva, dai produttori emergenti di MatchMe! ai giovani professionisti che si occupano di vendite, distribuzione, marketing, programmazione di festival, VOD, che vengono a fare programmi a loro dedicati, come Industry Academy e U30.”
Tutto questo rende Locarno un appuntamento di business informale, ed è proprio questo il suo punto di forza: “qui il modello fieristico non funzionerebbe mai, perché si ricerca proprio il tempo dedicato di qualità, che non si ha in mercati più strutturati. Qui si viene per scoprire futuri business partner, nuovi talenti e si riesce quindi a fare un lavoro più mirato ed approfondito.”
É in quest’ottica che è cresciuta anche l’offerta di contenuti per gli accreditati, con masterclass, come quella della produttrice Christine Vachon, di Katriel Schory, o di Neon che ha illustrato le proprie strategie sulla distribuzione di film non in lingua inglese negli USA. O ancora un panel sulle nuove forme di finanziamento dei film, come la cripto currency o NFT: “ne abbiamo discusso in relazione ai film classici perché potrebbe essere un’opzione concreta per la loro distribuzione quando non ci sarà più il dvd” aggiunge Duffner.
Quella con il cinema classico è sempre stata un’affinità elettiva del Locarno Film Festival, che quest’anno presenta ben due restauri: quello di Nos vies privées (Private Life) di Denis Cotè, nell’anniversario dei 15 anni dall’anteprima locarnese (in Cineasti del Presente), realizzato con Cinegrell, e quello di O Dia do Desespero di Manoel De Oliveira a 30 anni dell’anteprima in Piazza Grande, realizzato con la Cineteca Portoghese.
E non è un caso che questa cura si sposi con l’attenzione alle nuove tecnologie, come non è un caso, forse, che Duffner, che fra le altre cose è il fondatore della piattaforma streaming Spamflix, sia stato anche il responsabile della messa a punto di Heritage Online, il database dei diritti dei film classici, nato nel 2020 per “creare una vetrina industry che desse una nuova vita commerciale a questi titoli.”
“E’ una riflessione a che è nata proprio durante la pandemia, quando da buyer per Spamflix, partecipavo, come tutti gli streamers, alla ‘rincorsa’ ai contenuti. Quelli contemporanei, chiaramente, andavano diretti sulle piattaforme. Ma quando si parla di cinema classico, non è per niente facile né scontato, a volte, risalire al proprietario dei diritti. E in fondo, quando l’home video classico non sarà più una finestra commerciale, è il VOD che prenderà il suo posto.”