Il comparto dell’animazione in Italia è costituito da 80 aziende con circa 3 mila addetti e un fatturato annuo di oltre 100 milioni di euro. Buona parte di questo fatturato è dovuto ad accordi di co-produzione con partner internazionali. L’attività genera sul territorio nazionale un investimento per circa 70 milioni di euro.
Sono i numeri di un pezzo strategico dell’industria audiovisiva italiana, sia per la sua valenza educativa, rivolgendosi prevalentemente a bambini e ragazzi, sia per l’aspetto promozionale, veicolando nel mondo la cultura italiana. Senza dimenticare che il settore si estende ad un mercato molto più ampio, ad iniziare dal licensing e il merchandising.
Eppure, in un sistema televisivo che in Italia conta 22 canali per bambini e ragazzi, solo l’11% della programmazione è di produzione italiana . In Francia – il raffronto è utile – la produzione nazionale occupa il 42% .
Due gli aspetti identitari dell’animazione italiana: l’internazionalità e il rapporto con la Rai.
Se è vero che la transnazionalità fa parte della natura stessa del linguaggio dell’animazione, è anche vero che quella delle co-produzioni internazionali è una via obbligata, considerati gli alti costi del prodotto d’animazione: questo ha determinato una presenza (prevalente rispetto ad altri settori audiovisivi italiani) sempre molto attiva delle aziende d’animazione sui mercati esteri.
La ragione è che il produttore italiano arriva a coprire assieme al broadcaster nazionale dal 40 al 60% del budget e deve reperire il resto sul mercato internazionale.
La Rai è di fatto l’unico broadcaster partner delle produzioni, con un budget annuo di 15 milioni di euro.
Gli altri broadcaster sono praticamente inesistenti.
Questo scenario evidenzia i punti di forza dell’industria dell’animazione italiana, ma anche le sue criticità, puntualmente esposte durante l’incontro romano dalle produttrici Evelina Poggi, consigliere di Cartoon Italia, e Anna Lucia Pisanelli, vicepresidente.
La loro relazione ha fatto seguito agli interventi introduttivi di Anne-Sophie Vanhollebeke (presidente Cartoon Italia) e Maurizio Forestieri (presidente Asifa Italia).
Queste le proposte avanzate da Cartoon Italia per il rilancio dell’animazione in Italia:
– Istituzione di un Fondo per lo sviluppo dei progetti in animazione
– Creazione di poli di produzione
– Avere oneri contributivi adeguati al settore ed effettuare provvedimenti e incentivi sul costo del lavoro
– Incentivi pubblici , tax credit e normative adeguate nel credito al pari degli altri comparti audiovisivi
– Individuazione e ottimizzazione di strategie nazionali per lo sviluppo di attività audiovisive sulle nuove piattaforme
– Introduzione di obblighi di investimenti e programmazione per gli over the top