The President’s Cake, il primo film iracheno presentato al Festival di Cannes ha vinto la Caméra d’or del Festival di Cannes e il People’s Choice Award nella sezione indipendente della Quinzaine des Realisateurs.
Il premio, lanciato l’anno passato in partnership con la fondazione Akerman, è l’unico premio del pubblico del festival, considerata sia la selezione ufficiale che le sezioni parallele, e vale €7,500 ($8,400).

Si tratta dell’opera prima del regista e sceneggiatore Hasan Hadi, e ha come protagonista la piccolo Lamia, che ha il compito intimidatorio di cucinare la torta di compleanno di Saddam Hussein.
E’ prodotto dallo statunitense Leah Chen Baker, ha partecipato al Doha Film Institute’s Qumra lab lo scorso aprile, ed è venduto da Films Boutique.
Altro primato per l’Iraq è al Marché du Film, con la presenza per la prima volta dell’Iraq Pavillion, organizzato dall’Iraqi Film Fund, diretto da Wareth Kwaish.

L’Iraq Pavillion ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria del festival come Best Pavillion Design, in riconoscimento del suo valore culturale e dell’efficacia visiva e tematica dell’allestimento e delle presentazioni, sotto il claim “From Mesopotamia to Cannes.”
Il pavillion era sponsorizzato dalla piattaforma di streaming 10001, dalla catena di cinema di Baghdad, VOMAX Cinemas e dalla Iraq International Development Bank.


Suo ‘vicino di casa’ al Marché era il Palestine Pavilion, impegnato, durante l’ignobile genocidio perpetrato a Gaza, nella lotta per preservare le narrazioni palestinesi, come quelle dei gemelli di Gaza Arab e Tarzan Nasser, tornati a Cannes, in Un Certain Regard, con Once Upon a Time in Gaza, per il quale sono stati premiati per la miglior regia.
Il Palestine Pavilion era organizzato da Palestine Film Institute (PFI) con il supporto di The Masharawi Fund, Doha Film Institute, Watermelon Pictures, 2048 Foundation e Hikmat Palestine, e in collaborazione con Fondation romande pour le cinéma (Cinéforom), Documentary Association of Europe (DAE), International Emerging Film Talent Association (IeFTA), il Consolato francese a Gerusalemme, Network of Arab Alternative Screens (NAAS), Filmlab Palestine, Akka Films, Lightdox, Noise Film PR, Square Eyes e Film Workers for Palestine.
Fa parte dell’Iraq anche la regione semi-autonoma del Kurdistan, che ha fatto il suo debutto al al Marché di Cannes con la nuova Kurdistan Film Commission, che è stata presentata ufficialmente il 14 maggio, e di cui poi ha parlato la sua fondatrice Bavi Yassin, all’interno dell’AFCI Summit, essendo la nuova struttura già parte sia dell’associazione delle film commission internazionali, che dell’AFCNet (Asian Film Commission Network).

“Non si può prescindere dalla collaborazione con le altre infrastrutture per chi, come noi, si affaccia per la prima volta sulla scena internazionale con questa struttura e un film fund, il Suli Film Fund rivolto a filmmakers e a film curdi (aperto ovviamente alle co-produzioni).” Rivela a Cinema&Video International Yassin. “La nostra presenza a Cannes è un evento storico, perché siamo sempre stati sotto rappresentati, le nostre storie, la nostra lingue proibite, e invece adesso siamo qui per accogliere le produzioni nella nostra regione con una prospettiva completante diversa. Per la prima volta il Kurdistan ha un vero sistema di supporto per la propria industria e per dare la possibilità ai nostri autori di raccontare le loro storie dal loro punto di vista. Fino ad adesso hanno dovuto contare su fondi stranieri: così ovviamente continuerà ad essere, le co-produzioni continuano ad essere fondamentali, ma questo è un passo importante per dare impulso alla creazione di un’infrastruttura sostenibile e alla formazione di un’industria locale sempre più professionale.
La maggior parte delle persone è convinta che viviamo in mezzo alle montagne o in mezzo ad una guerra, la gente non conosce bene la nostra regione, che è sicuramente molto piccola, ma sicura e con una buona qualità di vita.”
Regione curda dell’Iraq è una Repubblica semi autonoma dal 1992. La capitale politica è Erbil ma, ci tiene a sottolineare Yassin, il quartier generale della film commission è a Slemani, detta anche Suli (da qui Suli Film Fund) “città riconosciuta dall’Unesco come città della letteratura, la capitale della cultura della regione curda: i poeti, gli artisti vengono tutti da lì”.
Prossimamente verranno forniti dettagli su budget e criteri di accesso del Suli Film Fund.