Il cinema è una questione di sguardi incrociati, quello delle persone in campo, quello del cineasta che le inquadra, quello dello spettatore che li attraversa.
Ci è dunque sembrato interessante, in questa prima esperienza del Festival dei Popoli in terra americana, ancorare la nostra proposta alla dinamica di uno scambio di sguardi: da una parte gli sguardi di cineasti che nel corso degli anni hanno osservato incuriositi o appassionati le peculiarità della realtà toscana; dall’altra quelli di altri cineasti che si sono posati sulla realtà cosmopolita e complessa di New York; da un’altra ancora quella del pubblico di Staten Island che scoprirà il presente di una regione lontana e la memoria di un luogo a loro così vicino.
Alcuni dei documentari racconteranno New York così come rappresentata nei titoli facenti parte del palmarès della rassegna dai primi anni ad oggi: dalla preparazione di una marcia pacifista nel 1967 in “Profile of a Peace Parade” di David Loeb Weiss, alla ricerca nelle memorie di Ellis Island in “Récits d’Ellis Island”(1978-1980) di Robert Bober e Georges Perec, alla storia della costruzione del ponte in “Brooklyn Bridge” di Ken Burns.
Un altro gruppo di titoli racconterà in maniera inedita luoghi o eventi della Toscana così come percepiti e interpretati da autori di prestigio internazionale: da Otar Iosseliani, che in “Un petit Monastère en Toscane” posa il suo sguardo sulla vita silenziosa di Castelnuovo dell’Abate, a John Appel, che documenta in “The Last Victory” le attività le attese e le speranze dei contradaioli della Civetta nelle settimane antecedenti il palio di Siena a Hugues Le Paige, che con “Il fare politica. Cronache della Toscana rossa” segue dal 1982 al 2004 le passioni e le evoluzioni di una piccola sezione comunista toscana.
Luciano Barisone, Direttore del Festival dei Popoli