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direttore Paolo Di Maira

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GDA / Viaggio in bilico su un filo: Taxi Monamour unico italiano in gara

L’immagine di una donna che cammina in bilico su un filo sopra il tumulto del mondo, realizzata dalla grafica milanese Francesca Gastone, è la sintesi perfetta dei protagonisti dei 11 film della  XXI edizione delle Giornate degli Autori, “equilibristi che cercano di mantenersi leggeri nonostante il mondo intorno a loro imploda ed esploda” spiega la direttrice delle Giornate, Gaia Furrer

La selezione è caratterizzata “da un eclettismo formale interessante”, dice Furrer, sottolineando il numero record della presenza di registe femminili in tutto il programma delle Giornate (che comprende anche  9 Notti Veneziane, 5 eventi speciali e 3 cortometraggi), con 16 su 25 film. 

Ad aprire le danze, evento speciale Fuori Concorso, Coppia aperta quasi spalancata diretto da Federica Di Giacomo, interpretato e prodotto da Chiara Francini, ispirato all’omonimo testo teatrale di Franca Rame e Dario Fo che Francini ha portato in scena per anni.  Il documentario si interroga con ironia e intelligenza su cosa sia la coppia oggi, sulla monogamia e il poliamore e su come e perché si possano o debbano mettere in discussione i modelli di vita imperanti: è prodotto da Nemesis e Ballandi, e uscirà al cinema il 29 agosto con I Wonder. Il film è realizzato con il sostegno della Regione Lazio- Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo

Venendo al Concorso, funambole della vita sono le protagoniste dell’unico titolo italiano, Taxi Monamour quarto lungometraggio di Ciro De Caro, che torna alle Giornate degli Autori dove due anni fa aveva presentato Giulia, con un film libero e rigoroso che racconta la storia di due donne perse (Rosa Palasciano e Yeva Sai, star di Mare Fuori), ma comunque ostinate nel voler vivere le proprie scelte in piena autonomia. Prodotto da Chimera Film, uscirà in sala grazie ad Adler.

Dai Fratelli Quay, “una nell’animazione sperimentale, punto di riferimento per Terry Gilliam e Christopher Nolan”, arriva Sanatorium Under The Sign Of The Hour Glass, mix singolare di animazione in stop-motion e live-action ispirato all’omonimo racconto dello scrittore polacco Bruno Schulz. Un viaggio alla ricerca del padre appena morto, diventa per il protagonista un percorso metafisico dove il tempo e la realtà sono decomposti. Ha a che fare con il tempo anche il film giapponese Super Happy Forever, terzo lungometraggio di Kohei Igarashi, il racconto di una storia d’amore che non vediamo mai mentre accade. 

Dalla Georgia arriva The Antique di Rusudan Glurjidze , film pieno di riferimenti alla scuola sovietica, ai film e alla letteratura russa che la regista e produttrice di Tbilisi stravolge completamente. Protagonisti sono due amanti nella San Pietroburgo del 2006, all’epoca della deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia:
una critica allegorica all’attuale regime putiniano.

Sempre georgiano è il regista Alexandre Koberidze, qui in veste di montatore di Boomerang, raffinato esordio di Shahab Fotouhi, un’istantanea sociologica sui legami affettivi nella Teheran moderna. 

Altri esordi sono Sugar Island debutto alla regia della domenica Joana Gomez Ferrero, Manas, della brasiliana Marianna Brennand, una storia di ribellione all’’abuso familiare che ha come produttori associati i Dardenne e Walter Salles. E ancora un’opera prima, spettacolare e pittorica arriva dalla Mongolia: To Kill a Mongolian Horse in cui Jiang Xiaoxuan, in bilico tra mondo rurale e mondo capitalistico, sembra ispirarsi al cinema di Jia Zhangke. 

In Selon Joy di Camille Lugan, già assistente alla regia per Jacques Audiard, troviamo Asia Argento e Raphaël Thiéry a rappresentare rispettivamente il diavolo e l’acqua santa.
La montagna è la protagonista assoluta di Alpha, terzo lungometraggio dell’olandese Jan-Willem Van Ewijk, singolare thriller psicoanalitico ad alta tensione su un tormentato rapporto padre-figlio e ambientato sulle vette delle Alpi svizzere. Il film ha goduto del supporto logistico e organizzativo della Friuli Venezia Giulia Film Commission (leggi qui)
Chiude, Fuori Concorso, l’italiano Basileia di Isabella Torre, storia di uomini a caccia di tesori e di luoghi che li custodiscono con l’aiuto di Ninfe eteree pronte a scatenarsi contro i profanatori. Film anomalo e di atmosfere, musicato da Andrea De Sica e montato da Jonas Carpignano.

Notti Veneziane, la sezione realizzata dalle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo, aprirà con Quasi a casa, esordio alla regia di Carolina Pavone, Un racconto di formazione interpretato da Lou Doillon, Maria Chiara Arrighini, al suo primo film, Stefano Abbati, Michele Eburnea e con la partecipazione di Francesco Bianconi; musiche di Coca Puma.

Prodotto da Marta Donzelli, Nanni Moretti, Gregorio Paonessa e Rai Cinema, il film è una produzione Sacher Film e Vivo film con Rai Cinema e arriverà al cinema dal 5 settembre distribuito da Fandango Circuito Cinema. Le vendite internazionali sono curate da Totem Films.

Alle Notti Veneziane anche L’occhio della gallina  di Antonietta De Lillo, prodotto da Marechiarofilm con il contributo del Mic e realizzato con il sostegno di Film Commission Regione Campania, e Vakhim, documentario di Francesca Pirani, regista e sceneggiatrice che ha iniziato la sua carriera collaborando con Marco Bellocchio.

Una storia di adozione e di difesa della memoria e dell’identità culturale, che ha per protagonista proprio il figlio di Francesca, Vakhim, adottato in Cambogia a quattro anni, e di cui poi i genitori adottivi decideranno di andare a cercare la madre naturale. Il film, prodotto da Luca Criscenti per Land Comunicazioni, in collaborazione con Valeria Adilardi.

Il 27 agosto, presso la Sala Laguna, ci sarà la proiezione speciale de L’invenzione di Morel, film d’esordio di Emidio Greco, fondatore delle Giornate (nel 2004 con Citto Maselli, l’ANAC e l’API).

Presentato cinquant’anni fa, nel 1974, alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e riconosciuto come uno dei migliori esordi italiani degli anni Settanta, il film è tratto dal romanzo omonimo di Adolfo Bioy Casares, vede nel cast Giulio Brogi, Anna Karina, John Steiner, Roberto Herlitzka e si avvale delle musiche di Nicola Piovani. L’evento, organizzato in collaborazione con la famiglia Greco e la società di distribuzione VIGGO Srl.

Altro omaggio è  alla Napoli di Gaetano Di Vaio ed Enzo Moscato con Dadapolis di Carlo Luglio e Fabio Gargano.

Infine il saluto di tutta Venezia (insieme alla Mostra e alla SIC) a Massimo Troisi, 30 anni dopo la prima mondiale del suo ultimo capolavoro, Il postino.

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