direttore Paolo Di Maira

Lilian T. Mehrel gira Honeyjoon, dal ComedyLab al Tribeca

Novità assoluta della 17° edizione del TorinoFilmLab Meeting Event, che prende il via il 21 novembre, nell’ambito di Torino Film industry, sono i quattro progetti di ComedyLab, il nuovo percorso dedicato alla commedia. Sono stati sviluppati durante quest’anno da altrettanti team di sceneggiatori e produttori, affiancati da comedians e performers che hanno ‘messo alla prova’ i progetti, portando un po’ d’azione nelle writers room.

Uno di questi, Honeyjoon, opera prima di Lilian T. Mehrel, incarna lo spirito del motto Donna-Vita-Libertà, con una storia autobiografica di riscoperta della bellezza della vita dopo un evento luttuoso, e di riconnessione fra una madre e una figlia appartenenti alla diaspora curdo-iraniana.

Abbiamo intervistato Lilian Mehrel, che è attualmente impegnata sul set alle isole Azzorre: il film, infatti, ha già fissata una premiere internazionale al Tribeca Film Festival 2025, in quanto vincitore del contest Tribeca – AT&T Presents: Untold Stories, che l’ha finanziato con 1 milione di euro. 

Un inizio straordinario per il tuo primo lungometraggio: quando ti sei candidata al contest del Tribeca avevi già iniziato il TFL ComedyLab? Ti ha influenzata in qualche modo?

Le due esperienze si sono svolte pressoché in parallelo: ho scoperto di essere stata selezionata per ComedyLab a metà marzo, e di essere finalista ad Untold Stories alla fine di marzo. Ma sicuramente l’esperienza di TFL mi ha aiutato a prepararmi per il pitch del Tribeca scavando più a fondo nella mia storia, e incentivando la mia ‘voce’ di narratrice cinematografica che mescola umore sincero e cuore.
Inoltre, per una fortunata coincidenza, uno dei workshop del TFL ComedyLab era in Portogallo, il paese dove si svolge la storia (il film è una co-produzione fra Portogallo, Stati Uniti e Paesi Bassi, n.d.r.)

Un momento di ComedyLab

In cosa consiste per te la commedia, e perché hai deciso di scriverne una come film d’esordio?

La commedia è vita. Nei miei momenti più bui, c’era commedia. Nei miei momenti più leggeri, c’era la commedia. Quindi quando faccio film, che ovviamente trattano della vita, l’humor è un elemento centrale. ComedyLab ci ha chiesto di rispondere a quest domanda più e più volte: cosa rappresenta per te la commedia? E alla fine, la conclusione era: vita e morte. La loro relazione, la luce e il buio in conflitto fra loro. Commedia è contrasto. E commedia è verità: essere così onesti da far sì che il pubblico rida, riconoscendo, sorpreso, la propria umanità.  

Qual è stata la sfida più grande nella scrittura?

Quando crei un’opera che deve essere vista da un pubblico, può essere rischioso essere chiusi in una stanza a scriverla solo in compagnia dei tuoi pensieri. Esperienze come quelle di TFL o come il pitch di Tribeca ti mettono in connessione con gli altri, dandoti un piccolo assaggio del tuo futuro pubblico, ti fanno sentire le risate che ci saranno, fornendoti fiducia sul fatto che la storia avrà un impatto, e dandoti la carica per realizzare il film in modo da condividerlo con molte più persone.

Come sta andando il set? Quali le locations principali e quanto dureranno le riprese?

Abbiamo iniziato il 7 novembre e andremo avanti per 4 settimana nell’isola di São Miguel alle Azzorre. Abbiamo locations favolose: cascate, spiagge vulcaniche, sorgenti termali, e stiamo anche coinvolgendo talenti locali. Gireremo una processione ri-messa in scena dagli abitanti di un paesino di qui: non vedo l’ora!

Questo progetto è stato selezionato in molti, diversi laboratori, incluso il TFL. In cosa sono stati utili e qual è stata la peculiarità del TFL?

ComedyLab mi ha dato spazio di recitare, esplorare e esprimere così il mio tipo di commedia, che consiste nell’essere veri e umani, e il tutto il mix di emozioni che questo comporta.

Ho sviluppato Honeyjoon all’interno del TFL ComedyLab e del Cine Qua Non Storylines Lab, che si sono rivelati meravigliosamente complementari, perché gli accorgimenti per fare una grande commedia sono molto legati con quelli che servono per scrivere una grande storia. Entrambi i laboratori si sono immersi nel cuore della narrazione, nei personaggi, con i loro bisogni, i desideri, gli ostacoli che si trovavano davanti. É sempre un regalo incontrare gli altri partecipanti ai laboratori e condividere i progetti, incoraggiandoci a vicenda e facendo amicizia all’interno di chat di gruppo piene di battute tutte nostre.

Un elemento molto speciale del TFL è che hanno selezionato 4 progetti e 4 comedians/performers perché lavorassero con i filmmakers, portando diverse esperienze e prospettive. Abbiamo improvvisato alcune scene ed è stato un modo molto efficace di testare i momenti forti del film.

Ho amato totalmente Torino, (dove, fra l’altro, ho mangiato come una regina) e Porto: è fonte d’ispirazione essere in posti così belli, a scrivere storie divertenti e commoventi. Se è un sogno, non svegliatemi!

Hai lavorato anche in pubblicità. É stato utile e se sì, in che modo per scrivere commedie?

L’esperienza con forme multiple di narrazione mi rende una filmmaker più forte. Le pubblicità sono micro-storie, e mi hanno insegnato a dire più con meno. Mi hanno anche fatto capire cosa significa essere universali, connettersi con pubblici vasti. La commedia, come il cinema ruota intorno a questo: la connessione con il pubblico.

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