Le oasi del WWF di Nettuno e Alviano, al confine fra Umbria e Lazio, Canale Monterano e la Caldara di Manziana, il Bosco del Foglino, Viterbo e Roma: sono queste le locations de “Il Primo Re” con cui Matteo Rovere, che produce anche il film con Grøelandia Film, racconta della nascita di Roma, attraverso la storia del legame fortissimo fra Romolo e Remo, e della loro lotta in un mondo ostile e avverso.
Un mondo che è stato ricreato con un budget di 8 milioni di euro, in 12 settimane di riprese “in mezzo a boschi, paludi, senza poter contare su cover set. La sfida, -spiega Andrea Paris, che ha prodotto il assieme a Rovere per Grøelandia Film, – è stata quella di alzare l’asticella del cinema italiano dal punto di vista della spettacolarizzazione e della messa in scena: la sequenza inziale, fortemente emotiva ed estremamente complessa, in cui il Tevere esonda travolgendo i fratelli, è stata realizzata mettendo assieme l’inventiva e la capacità degli artigiani di Cinecittà con il mondo dei visual effetc di EDi e Digital District, molto più internazionale. L’alto livello di spettacolarizzazione è dovuto anche al grande lavoro degli stunt, coordinati da Emiliano Novelli, e dall’uso di circa 2000 comparse.”
Fondamentale l’apporto di Roma Lazio Film Commission che, sottolinea Paris, “attraverso Lazio Innova e il Fondo Lazio International ci ha sostenuto finanziariamente e ha agevolato l’accesso alle aree più difficili, come le oasi, gestite da fondazioni o da Università.”
Completano il quadro produttivo, Rai Cinema, Roman Citizen Enter- tainment (Luca Elmi è il produttore associato), e Gapbusters.
Indie Sales avvierà le vendite internazionali all’EFM della Berlinale:
“L’aver girato in protolatino, una lingua neutra, potrebbe essere un vantaggio per il mercato internazionale” conclude Paris.