The Room next Door di Pedro Almodóvar ha vino il Leone d’Oro della 81° Mostra del Cinema di Venezia: un premio che è tutto delle ‘sue donne’ dice il il regista spagnolo, che nel 1988 aveva conquistato il Premio Osella alla miglior sceneggiatura per Donne sull’Orlo di una Crisi di Nervi e nel 2019 aveva ricevuto il Leone d’Oro alla Carriera.
Riferendosi, ovviamente, alle protagoniste del film, il suo primo lungometraggio in lingua inglese, girato negli Stati Uniti: Julianne Moore e Tilda Swinton.
“Questo premio appartiene a loro. Uno dei privilegi di noi registi è che siamo i primi testimoni quando accade un miracolo davanti alla macchina da presa, e in questo caso è stato così, per molti giorni di riprese. E’ una storia che racconta di una donna che agonizza in un mondo agonizzante, e dell’amica che decide di accompagnarla, mostrando una grande qualità che possediamo noi esseri umani, la capacità di una solidarietà senza limiti. Ma il film parla anche della decisione di porre fine alla propria vita prima che questa diventi insopportabile, allontanandosi da questo mondo in maniera pulita e dignitosa. Una questione che dovrebbe essere umana prima che politica.”
Lo sguardo sull’attualità che si fa veicolo di conoscenza del mondo e dell’umanità di oggi è la ragion d’essere della definizione di Mostra del Cinema, “un concetto che va ben oltre il festival”, precisa il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, nei ringraziamenti per il “clamoroso” successo dell’edizione di quest’anno, che vanno al direttore Alberto Barbera, alle istituzioni, e al pubblico (cresciuto del 12%, dicono biglietti e abbonamenti staccati) che “torna a farsi tale e a impossessarsi della sala, questo presidio in cui in cui si esercita lo spirito critico e la libertà di pensiero, e a cui affido il compito di difendere gli altri due presidi fondamentali che sono stati cancellati, le librerie e i teatri, luoghi che fondano e saldano l’istinto stesso del nostro vivere sociale”.
Racconta di tre donne anche il bellissimo Vermiglio di Maura Delpero, che conquista il Leone d’Argento– Gran Premio della Giuria.
Se la storia si allontana dal momento presente, svolgendosi durante la prima guerra mondiale nel piccolo paese di montagna del Trentino Alto Adige che dà il nome al film, all’attualità del cinema italiano indipendente, e non solo, ci riporta il discorso della regista, che ringrazia, oltre alla splendida location della Val di Sole, “Cinedora, una nuova casa di produzione italiana che si è imbarcata in questa avventura, e il sostegno pubblico, senza il quale forse il film sarebbe stato costretto a tradire se stesso, dovendo magari rinunciare alla recitazione in dialetto, che fa paura al botteghino, e sarebbe stato filologicamente scorretto. Senza cui non avrei potuto scegliere ogni singolo volto senza aver imposti attori più conosciuti e commercialmente forti, e senza cui non sarebbe stato possibile ascoltare i silenzi e i tempi della montagna. Per questo è importante continuare a fomentare il dialogo fra chi fa cinema indipendente e le istituzioni. Grazie, infine, a chi aiuta la conciliazione fra il lavoro e la famiglia in questo settore, cosa non facile, soprattutto per le donne”.
Il film, la cui sceneggiatura ha preso forma anche grazie a ScriptLab, il percorso per sceneggiature del Torino Film Lab nel 2021, ricevendo anche il premio ArteKino International di 6.000 €, è stato realizzato inoltre con il sostengo di Trentino Film Commission e IDM Film Commission Südtirol.
Ha ottenuto, poi, la certificazione del Green Film della film commission trentina (LEGGI QUI) ed è vincitore anche del Green Drop Award, il premio collaterale della Mostra del Cinema promosso da Green Cross Italia e dalla Città di Venezia, ex aequo con Ainda estou aqui (I’m stille here) di Walter Salles, che ha conquistato invece il Premio per la Migliore Sceneggiatura firmata da Murilo Hauser Heitor Lorega.
La presenza del cinema italiano nel Palmarés è legata anche ad un’altra giovane regista, e a un’altra storia al femminile, di morte e di nascita, che ci porta nella Georgia degli aborti illegali: April di Dea Kulumbegashvili, Premio Speciale della Giuria, è una co-produzione Francia- Italia, firmata anche da David Zerat, Luca Guadagnino, Francesco Melzi d’Eril, Gabriele Moratti, Alexandra Rossi, mentre il montaggio è di Jacopo Ramella Pajrin.
Locations italiane sono anche in The Brutalist, che ha valso a Bradley Corbet il Leone d’Argento per la Migliore Regia. Il film, interpretato anche da Alessandro Nivola, ègirato anche a Carrara, dove Adrien Brody, che impersona il geniale architetto ossessionato dalla costruzione dell’edificio più importante della sua vita, va a scegliere il marmo.
Le Coppe Volpi per le migliori interpretazioni, maschili e femminili, sono andate a Nicole Kidman per Baby Girl (la ritira però la regista, Halina Reijn, perché l’attrice, come ha spiegato in un messaggio, aveva dovuto lasciare Venezia per l’improvvisa morte della madre, a cui ha dedicato il premio), e a Vincent Lindon, protagonista di Jouer avec le feu, di Muriel e Delphine Coulin, dramma familiare dolente e di stringente attualità in interpreta Pierre, un padre che alleva i suoi due figli da solo. (Il film, che si è inoltre aggiudicato il Leoncino d’oro, premio istituito da Agiscuola, la cui giuria è composta da giovani da tutta Italia. arriverà nei cinema italiano con il titolo Noi e Loro a gennaio 2025 distribuito da I Wonder Pictures.)
Il Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice è stato vinto da Paul Kircher per Leurs Enfants après Eux.
Ancora premi per il cinema italiano in Orizzonti, dove il giovane Francesco Gheghi vince come Miglior Attore in Familia di Francesco Costabile.
La Migliore Attrice è invece Kathleen Chalfant nel film Familiar Touchdi Sarah Friedland (Stati Uniti), che vince anche il Premio per la Miglior Regia e il Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima- “Luigi de Laurentis”
Il Miglior Film è invece il rumeno- serbo Anul nou care N-A Fost (L’anno nuovo che non venne mai) di Bogdan Mureșanu.
Happy Holidays di Scandar Copti, co-prodotto da Intramovies (assieme a Palestina, Germania, Francia, Qatar) vince il Premio Orizzonti per la Migliore Sceneggiatura.
La nomination di Venezia per gli European Film Awards 2024 va al cortometraggio
RENÉ va ALLA GUERRA di Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa.
Ancora successi per i film italiani alle Giornate degli Autori , dove il Premio del Pubblico è andato a Ciro De Caro per Taxi non Amour (il miglior film è invece il brasiliano-portoghese Manas di Marianna Brennand). “Una piccola epopea di solitudini lontane, che inaspettatamente si fondono per un viaggio nel femminile e nelle criticità della nostra epoca, che ha colpito il cuore degli spettatori”. Ha definito il film Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, che ha co-prodotto il film, oltre ad essere nella compagine co-produttiva di Vermiglio. Così ha commentato il successo del film di Maura Delpero:
“Quella di Maura Delpero è una voce femminile potente che ha trovato la forza di farsi ascoltare e apprezzare anche all’estero. Un’autrice che sapevamo avere una cifra stilistica fuori dal comune, in grado di proporre storie senza tempo e di esplorare in profondità l’animo umano, affrontando temi sempre attuali come la ricerca dell’indipendenza e la maternità. Rai Cinema crede nel suo cinema dal suo esordio e siamo particolarmente felici di festeggiare questo riconoscimento, oltre che con lei, anche con Francesca Andreoli di Cinedora, produttrice del film.
In questi anni ci siamo impegnati a fondo per dare spazio al lavoro delle autrici e professioniste della nostra industria e questo bellissimo traguardo, raggiunto insieme a due di loro, conferma il valore di quanto seminato che, eravamo certi, prima o poi avrebbe avuto il suo riconoscimento.”