É l’anno della Svizzera al Festival di Cannes, e anche le film commission sono state protagoniste di due panel al Marché du Film.
In Film Commissions beyond Locations, dedicato alla co-produzione, le film commission del Ticino, di Zurigo, Valais, e il Film Fund di Zurigo hanno dialogato Carlo Cresto Dina di tempesta film, moderati dalla nuova manager di EUFCN, Vania Vergou.
Il secondo panel, Dispelling Location Stereotypes: Switzerland, ha visto ancora le tre film commission svizzere assieme ai produttori svizzeri Michela Pini e Nicolas Burlet, produttore di Sauvages di Claude Barras, il film di animazione in stop motion che è stato presentato sabato 18 maggio in Special Screenings. A moderarlo, la giornalista Gabriella Geisinger (KFTV | Locations Editor, Screen International).
L’incontro era parte del Global Film Commission Network Summit di AFCI, che ha fatto il suo ‘debutto’ al Marché du Film di Cannes, coordinato da Jaclyn Philpott, direttrice esecutiva di AFCI: una serie di incontri volti evidenziare il ruolo cruciale della selezione di luoghi strategici e delle diverse modalità di produzione nel panorama audiovisivo attuale.
Gli stereotipi possono paradossalmente risultare utili nella promozione di una locations: le film commission svizzere li ‘sfruttano’ a loro vantaggio, usandoli come punti di forza.
La Svizzera è il paese delle montagne innevate, della finanza, degli orologi, “inizialmente le troupe venivano qui a filmare solo gli ‘establishing shots’ o alcune sequenze, perché non immaginavano che si potesse girare tutto un film da noi, non solo a livello professionale, ma anche di paesaggi, che sono molto più variati di quanto si pensi” dice Niccolò Castelli, direttore di Ticino Film Commission, la più ‘anziana’ fra le film commission svizzere.
“Quest’anno compiremo 10 anni, – spiega Lisa Barzaghi, responsabile operativa della struttura. – Il nostro principale obiettivo, oltre a quello di attrarre le produzioni, è quello di promuovere e supportare il settore audiovisivo locale: dal 2017 abbiamo visto una significante crescita di tecnici e professionisti che fanno cinema. Anche se i nostri incentivi finanziari sono contenuti, seguiamo passo passo le produzioni, per i location scouting, ad esempio. Con Gloria! prodotto da tempesta e tell film (e da poco passato nelle sale, n.d.r.) abbiamo fatto un grande lavoro.”
Lo conferma il produttore, Carlo Cresto Dina, raccontando come la pre-produzione sia stata in effetti “un puzzle un po’ complicato, visto che si tratta di una commedia musicale, quasi un musical, ambientato nel 18° secolo. Dovevamo mostrare Venezia senza girare lì, trovare un collegio che potesse corrispondere con un altro che avevamo scovato in Italia…In Svizzera, poi, abbiamo girato la scena finale, con la protagonista che visita Madame de Staël.”
“Senza le film commission sarebbe stato molto più complicato convincere i produttori a venire a girare da noi. Tutti pensano che il nostro paese sia piccolo e caro, ma abbiamo il cash rebate e le regole per le spese da effettuare sul territorio non sono così severe come in altri paesi, siamo precisi ma non siamo complicati!- spiega Michela Pini
La Zurich Film Commission, nata 6 anni fa, ha da poco messo a punto un ‘location scouting package’ che mette a disposizione un contributo (fino a 6000 euro) per i produttori in cerca di locations che ne fanno richiesta. Inoltre, rivela Dino Malacarne, direttore della film commission, “proprio qui a Cannes abbiamo lanciato un nuovo, piccolo incentivo alla produzione (fino a 30 mila euro a progetto), rivolto ai produttori internazionali (che però devono lavorare con un service producer di Zurigo)”
Zurigo conta anche un Film Fund (Zurich Film Fund) con cui, ha spiegato la direttrice Julia Krätti, “supportiamo tutti i formati, dando sostegni per lo sviluppo (un massimo di 100 mila franchi) produzione (fino a 1 milione di franchi) e la promozione (fino a 100, 000 franchi)”
“Il fatto di essere un paese piccolo, -riprende Pini, – fa si che siamo costretti a fare esperienza all’estero: per questo abbiamo tecnici eccellenti, come, ad esempio, gli ingegneri del suono.”
La dimensione contenuta e rilassata è una delle ragioni che ha portato la troupe di Sauvages (50 persone) a realizzare un film di animazione sul territorio, restandoci 9 mesi anche in assenza di uno studio (che è stato allestito in un capannone).
“La vita di un animatore è più regolare rispetto a quella degli altri filmmakers: noi lavoravamo dalle 9 alle 6, e poi, nel tempo libero e nei weekend, uscivamo, andavamo a nuotare, a fare trekking sulle montagne: era tutto a portata di mano, le questo ci ha permesso una qualità della vita molto superiore rispetto a quando lavoriamo nelle grandi città.” Racconta Burlet.
Un contesto che sicuramente aiuta la sostenibilità delle produzioni, punto che sta particolarmente a cuore a Carlo Cresto Dina che con la Svizzera ha prodotto quasi tutti i suoi film, iniziando da Corpo Celeste di Alice Rohrwacher.
“Le film commission sono l’ultimo tassello della filiera attraverso cui una notevole quantità di denaro, e spesso denaro pubblico, arriva sui territori attraverso i produttori, che a loro volta vogliono denaro dalle film commission. Quindi sarebbe opportuno che fra le due parti ci fosse uno scambio equo:a fronte dei fondi di sostegno, le produzioni dovrebbero obbligatoriamente rispettare certe condizioni, riguardanti, ad esempio, le procedure per produrre in maniera sostenibile. E, a questo proposito, sarebbe necessario avere una terza parte che analizzasse i protocolli green e valutasse la loro applicazione. Questo manca, perché molti dei protocolli, come Albert, che è considerato lo standard, si auto-certificano: questo non è accettabile, anzi a mio avviso è puro greenwashing.”