A pochi mesi dal ritorno della Regione nella Roma Lazio Film Commission, ratificato dalle modifiche alla legge sul cinema e l’audiovisivo della Giunta Polverini approvate dal Consiglio regionale lo scorso 21 ottobre, si apre un nuovo capitolo per la Fondazione che ha sede negli studi di Cinecittà.
I nodi da sciogliere restano molti: dall’annosa questione dei permessi su Roma alla necessità di fare sistema, creando un “modello Lazio”. Ce ne parla il direttore, Cristina Priarone, alla vigilia del Festival di Berlino.
Quali prospettive apre il rientro della Regione Lazio nella Film Commission?
Il primo effetto è l’aver riportato la struttura alla sua originaria identità, quella di riferimento chiave per l’intero territorio. Questo consentirà di lavorare con un respiro molto più ampio. La Regione Lazio mancava in FC da due anni: nel 2011 la Giunta Polverini formalizzò il recesso, che è diventato effettivo nel 2012. Fin qui ci siamo trovati in concreto a gestire la stessa mole di lavoro, ma senza alcun supporto.
Su che budget può contare oggi la FC?
La nuova dotazione è pari a 600mila euro, il doppio di quella dell’ultimo biennio, così suddivisa: 300mila euro dalla Regione, 200mila dal Comune e 100mila dalla Provincia di Roma. In più siamo rientrati di buona parte dei crediti regionali, quasi completamente regolarizzati dalla Giunta Zingaretti, arrivando ad una copertura di circa il 50% dei crediti complessivi, pari ad oltre un milione di euro.
Il Fondo regionale per l’audiovisivo ammonta a 45milioni di euro in 3 anni: chi lo gestirà?
Allo stato attuale il referente del Fondo è la Regione. Ma per agevolarne l’accesso da parte degli operatori, sarebbe utile attivare uno sportello informativo presso la Film Commission. Nelle Regioni in cui i fondi regionali funzionano bene la promozione è gestita da strutture come la nostra.
Il nuovo corso della FC passa da una rivisitazione della sua mission?
Più che una rivisitazione, un’ottimizzazione delle sue mansioni. Due le azioni più urgenti da mettere in agenda: il rinnovo delle procedure per ottenere i permessi su Roma e la formulazione di una linea forte e unitaria in materia di audiovisivo a livello regionale. Un lavoro che potrà essere fatto in sinergia con le due nuove Giunte. Attualmente i permessi per effettuare le riprese sul territorio romano vengono gestiti dall’Ufficio cinema che fa capo al Comune.
Sarebbe fondamentale svecchiare le procedure, semplificarle e sburocratizzarle, dando la possibilità di pagare agevolmente anche on line i permessi. Gli stranieri faticano a girare qui. Perchè ancor più delle tariffe è la difficoltà della procedura a scoraggiare.
Dialogando quotidianamente con gli operatori, conosciamo le criticità di questo sistema, oltre che le procedure in uso negli altri Paesi: sarebbe importante, allora, sederci a un tavolo con il Comune per discuterne.
E sul fronte regionale?
L’altra questione fondamentale è che la Regione dia dei segnali forti, una linea guida al territorio. Il Lazio è un terra versatile, ma per sviluppare al meglio le sue potenzialità è necessario sensibilizzare gli enti locali,integrando le singole azioni in un sistema condiviso. Le location pubbliche devono essere concesse nel modo più veloce ed economico possibile. In quest’ottica stiamo riprendendo anche il dialogo con Sovrintendenze, Polizia di Stato e Demanio.
Tra le attività della FC indicate dalla Regione nella modifica alla Legge n. 2/2012 c’è anche – a fianco del sostegno alle produzioni e il marketing del territorio – il capitolo formazione.
È un tasto che abbiamo sempre battuto. Tra le diverse iniziative, c’è stata quella in favore dei giovani produttori locali per lo sviluppo delle coproduzioni e un progetto per la salvaguardia del sapere delle maestranze. Ma perché il supporto formativo sia realmente efficace, bisogna che sia continuativo.
Prossimi passaggi?
Saremo alla Berlinale, insieme al gruppo delle Italian FC. E poi partiranno le altre iniziative, aspettando il rinnovo del Consiglio di amministrazione: imprescindibile per l’avvio di un nuovo percorso.