direttore Paolo Di Maira

L’ATTESA

Esercenti e distributori si riuniscono a Riccione, per la sesta edizione di Cinè, accompagnati dallo straordinario risultato dei primi sei mesi in sala: nel periodo 1 gennaio-19 giugno 2016 si sono incassati, nel campione Cinetel, 372 milioni di euro, +15,06% rispetto all’analogo periodo 2015, +24,80% rispetto al 2014.
Si sono venduti 57 milioni di biglietti, +15,56% rispetto al 2015, +20,57% rispetto al 2014.
La crescita è stata in gran parte determinata dal balzo della quota di mercato del cinema italiano che passa dal 22,35% del 2015 al 38,31% di quest’anno (dati relativi al medesimo periodo: 1 gennaio-19 giugno).
Merito soprattutto di un film: “Quo Vado?” di Checco Zalone, che da solo ha incassato oltre 65 milioni di euro, poco meno della metà di quanto hanno incassato tutti i film italiani (circa 142 milioni) e poco meno dell’incasso di tutti i film italiani nello scorso anno (quasi 72 milioni di euro complessivi).
Ma non c’è solo Zalone: ad innalzare la quota ha contribuito anche “Perfetti sconosciuti” che con oltre 17 milioni di euro d’incasso si è piazzato nella top ten subito dopo “Quo vado?”.
Situazione ben diversa dallo scorso anno, quando bisognava scendere al quinto posto per trovare l’unico titolo italiano in top ten : “Si accettano miracoli” con 15 milioni e mezzo di euro.
La speranza è che, anche senza che Zalone tiri la volata, la seconda parte dell’anno (dipenderà dai film in offerta a Riccione) confermi il segno più.

Da Riccione scendiamo – nei contenuti proposti in questo fascicolo – a Napoli e in Campania, con ben altre attese.
In un territorio ad alta concentrazione di produzioni audiovisive – inferiore, forse, solo al Lazio – l’istituzione regionale non attiva provvedimenti per il comparto dal lontano 2008.
La mobilitazione degli operatori del settore sul territorio ha generato, di recente, una petizione lanciata dal Comitato per una Legge Regionale sul Cinema in Campania (CLER- CC).
Nelle pagine che seguono, tracciamo un sintetico scenario adottando un punto di vista: quello dei professionisti e della loro interfaccia territoriale, la Film Commission.
La ragione per cui Cinema & Video International si occupa ora dell’affaire cinema in Campania è la stessa che ci spinse, nel 2012, a documentare il tentativo di “soppressione” della locale Film Commission da parte della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia: la convinzione che il lavoro delle Film Commission debba affrancarsi dalla subalternità agli orientamenti delle amministrazioni regionali, che mutano nel tempo.
Le differenze tra le due vicende sono tante, ovviamente, non ultima il diverso clima politico-istituzionale che a distanza di qualche anno mostra – è visibile nel disegno di legge nazionale sul cinema – una nuova consapevolezza del ruolo di questi organismi per la crescita del territorio attraverso l’audiovisivo.
Mi limito però, pragmaticamente, a segnalarne una, di differenza: nel 2012 Friuli Venezia Giulia Film Commission si confrontava con un’amministrazione regionale prossima alla scadenza del mandato elettorale.
Non così in Campania, dove la Giunta Regionale, insediatasi nella scorsa estate, è praticamente all’inizio del suo percorso.

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