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direttore Paolo Di Maira

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L’Analisi dei dati: quale ruolo nel futuro del cinema?

Alcuni dei maggiori successi su Netflix, quali Squid GameQueen’s Gambit o Money Heist sono stati totalmente imprevisti e non programmati a tavolino sulla base di qualche algoritmo, per cui “possiamo ancora avere fiducia nel bisogno del pubblico di fare nuove scoperte, e dobbiamo esssere cauti nell’usare i dati per prendere decisioni creative riguardo allo script, al casting, al format delle storie” così Elena Neira, giornalista e autrice del libro “Streaming Wars”, ha concluso il panel che When East Meets West, in collaborazione con EAVE, ha dedicato al futuro dell’analisi dei dati nell’industria audiovisiva (Future thinking of data analysis in audiovisual industry)

“I dati arrivano dopo la spinta creativa, certo, ma sono un parametro importantissimo per gestire la creatività”. – ha ribadito Ali Vahdati, fondatore di Digital-i SODA, che nel 2019 ha lanciato uno strumento per analizzare i dati di Netflix e Amazon

Uno strumento che fornisce una risposta operativa al fatto che gli streamers non condividono i dati, cosa, fra l’altro, non più totalmente vera, ha precisato in apertura la moderatrice del panel Sarah Calderón,  fondatrice e CEO di  Film Marketing Agency e consulente di marketing per EAVE. “Proprio alla fine dell’anno hanno iniziato a rilasciare qualche dato. È possibile trovare online, ad esempio, la top ten di Netflix: il problema è che è limitata solo a questi titoli, molto mainstream, e che il dato è accompagnato solo da un parametro, cioè le ore di coinvolgimento dello spettatore. Nonostante ciò, ci sono anche molte altre realtà che possono darci informazioni importanti sui dati.”

Fra queste, la già citata Digital-i SODA, con cui Film Marketing Agency ha stretto una partenrship sul progetto innovativo Think Data (di cui ha parlato la sua direttrice, Celia Fumanal) e che si pone l’obiettivo di colmare il data-gap attraverso dei report mensili su cinque mercati (UK, Francia, Germania, Spagna ed Italia).

Altri ancora sono ampere, Flix Patrol; European Audiovisual Observatory; Nielsen; Comscore; Statista; Barlovento Comunicacion; Kantar Media; VIP (Variety Intelligence Platform); whip Media, Largo.ai; geca; Parrot; Thinkdata.

Largo Artificial Intelligence ha ideato un sistema di intelligenza artificiale applicato allo sviluppo dei progetti, di cui ha parlato Sami Arpa, CEO della società: si tratta di un programma sperimentale, per il quale sono stati selezionati una ventina di produttori europei.

Fra questi, anche Massimo Arvat, di Zenit Arti Audiovisive, che ha inserito due progetti da testare: i documentari Medium di Laura Cini, già realizzato (si tratta quindi di una speriementazione ex post in questo caso) e Unconventional Gardeners di Alessandro Bernard e Paolo Ceronetto, ancora in fase di sviluppo, che era fra i progetti del forum di co-produzione di WEMW, dove ha vinto l’accesso all’European Producers Network del Marché di Cannes (leggi qui)

“Si tratta di inserire nel sistema, la sceneggiatura del film e il relativo dossier, che vengono poi processati con i loro strumenti di analisi del testo, e messi in relazione a film simili, al fine di dare informazioni utili su target audience, strategie distributive, e suggerire possibili collaborazioni a livello di cast e crew. Un meccanismo che forse mi sembra più adatto ai film di finzione che ai documentari, anche se siamo ancora nella fase iniziale della sperimentazione” – spiega Arvat, che, fra l’altro, sta producendo proprio un documentario dove l’intelligenza artificiale si confronta con quella (“superiore!” è convinto il team) della piante.

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