Girare in Toscana è ancora un sinonimo di campagna pazzesca, filari di cipressi, colline immutate. Si sono ingorgati spot da tutto il mondo, cullati da quelle immagini magnifiche.
Eppure i motivi per venire a girare in toscana sono diversi, e anche violenti.
Che si mostrino le immagini delle periferie di villette a schiera stipate di giovani famiglie cacciate dai centri storici, la vita complessa e faticosa nella chinatown di Prato, le spiagge chimiche di Rosignano Solvay, le lotte fra le commercianti ingioiellate e gli ambulanti neri nel centro di Firenze, le corriere che si fermano alla domenica imprigionando i ragazzetti nei paesi deserti, le discoteche del Valdarno satolle di chetamina e ecstasy, i cinghiali fatti a pezzi per i ristoranti, ammazzati in battute di cacciatori paramilitari, con walkie-talkie e cecchini, le prostitute nigeriane sotto i cavalcavia delle superstrade. C’è la vita; in Toscana; non è un presepe ammuffito, per fortuna. E quindi c’è tanto cinema, da raccontare.
Cinema&Video International 5-2007