Ha vinto Prospettive Doc Italia “Dal Profondo”, il documentario di Valentina Pedicini (già vincitore del Premio Solinas per il Documentario), prodotto da La Sarraz Pictures di Alessandro Borrelli.
Una storia molto legata al territorio, anzi ai territori. E ancor prima alla terra, visto che la maggior parte del film si svolge a 500 metri sotto suolo, nelle profondità di una miniera di carbone, la miniera di Nuraxi Figus, a Gonnesa, nel Sulcis Inglesiente, in provincia di Cagliari.
“Sognavamo il mare, volevamo essere marinai…Ma apparteniamo alla terra, all’oscurità” dice ad un certo punto Patrizia, la protagonista di questa storia di minatori, la voce femminile (in mezzo a 150 colleghi maschi) che ci guida in questo viaggio nelle profondità di un mondo che è fatto di uomini, ma soprattutto di fatica, rischi e precarietà.
“E’ un bene che tu non sia qui a guardare tutto questo che scompare…” continua Patrizia nel suo immaginario dialogo col padre, minatore, che l’ha ‘iniziata’ a questo mestiere.
Oltre alla Sardegna, sono coinvolti nel progetto anche il Piemonte (il film gode del sostegno del Piemonte Doc Film Fund, poiché La Sarraz è una società piemontese) e l’Alto Adige (BLS ha finanziato l’operazione con 50 mila euro per la post-produzione, realizzata a Bolzano, dove Valentina, come anche altri componenti della troupe, ha frequentato la scuola Zelig).
E proprio in Alto Adige, a Bolzano, il 19 novembre, c’è stata la prima del film, che contemporaneamente è uscito anche a Roma, al Cinema Aquila (il 19 e il 20): è
Il 21 novembre il film ha toccato Trento, il 22 Carbonia, il 23 e il 24 .Cagliari, il 25 Catania. Il 4 dicembre farà tappa anche in un multiplex, il Prato di Nuoro, e contemporaneamente toccherà Vicenza e a Milano. In gennaio, il 9, inizierà da Torino il tour piemontese.stata inaugurata così una serie di uscite regionali pianificate e ‘cucite’ sul film. Perché anche la distribuzione, in questo caso, è profondamente legata al territorio.
Ce ne parla Antonietta Bruni, responsabile di Distribuzione cinema DOC per La Sarraz: “Abbiamo pensato di creare piccoli tour regionali per aumentare la visibilità del film, concentrando la comunicazione su un’area che copra più città, e per realizzare anche economie sugli spostamenti della regista, che cercherà di accompagnare sempre le proiezioni.”
In tutto saranno raggiunte circa una quarantina di sale, una specie di piccolo circuito costruito pazientemente, cercando di delineare un pubblico possibile già in fase di produzione del film. Continua Bruni: “Un documentario va veicolato in maniera diversa da un film, e visto anche che noi non possiamo sostenere costi elevati di promozione, ci è necessario partire dal pubblico, capire chi è il pubblico di riferimento e agire di conseguenza. Questo documentario, ad esempio, ha tag molto forti che sono il lavoro, la crisi , la disoccupazione, che purtroppo è qualcosa di molto attuale, e la donna.”
Dal 2010 Las Sarraz ha curato anche la distribuzione di altri suoi documentari: “Giallo a Milano”, ”Sampat Pal”, “Bakroman”, “Cadenas”.
Quella di distribuire ‘in proprio’ è dunque la strada da intraprendere per la società guidata da Alessandro Borrelli, e se è vero che ogni film rappresenta un caso a sé, e ha bisogno di impegno e fantasia nell’individuazione di un suo pubblico, è altrettanto vero che la costanza innesca necessariamente virtuose sinergie.