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direttore Paolo Di Maira

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LA PROPOSTA/Energia Nuova in Sala

Come altre Regioni italiane, anche la Regione Toscana ha annunciato un sostegno agli esercenti cinematografici toscani per l’innovazione tecnologica.
Con un bando che verrà  pubblicato in dicembre si rende disponibile un fondo di 2 milioni di euro a favore di microimprese (con meno di dieci dipendenti) che abbiano un fatturato non superiore ai due milioni di euro.
I contributi coprono il 50 % dell’investimento, che è ammesso fino a un tetto massimo di 80 mila euro.
Per “innovazione tecnologica” si intende la dotazione di proiettori digitali, essendo opinione corrente che questa misura possa aiutare i cinema di città  ad uscire dalla crisi.
Questo vale senz’altro per le sale orientate alla programmazione dei blockbuster, che possono cogliere le nuove opportunità  offerte dal 3D; o di sale dei piccolissimi centri , o sale di comunità  (cinema parrocchiali), tradizionalmente penalizzate dal noleggio, o di sale che vogliono diversificare l’offerta, potendo accedere anche a contenuti extracinematografici, come gli eventi di musica lirica.


Ma per le sale che hanno costruito la propria identità  sul cosiddetto cinema di qualità  (non di nicchia né da cineclub) , il digitale è la salvezza?
Esercenti e distributori concordano sul fatto che per il film di qualità  il problema della copia non esiste (spesso l’offerta di copie supera la domanda), facendo così venir meno la principale motivazione addotta dai fautori della digitalizzazione. “Ma, allora, i fondi europei a disposizione per l’ammodernamento tecnologico non potrebbero finire nel “fotovoltaico”?


La proposta è di Stefano Stefani, che fa questo ragionamento: dato che l’energia elettrica incide sui costi di gestione per un buon 20%, poter sommare gli incentivi già  esistenti a quelli specifici per i cinema, consentirebbe un doppio risparmio.
Stefani crede sia arrivato il momento “per gli esercenti che hanno a disposizione tetti capienti di istallare impianti fotovoltaici e farsi con questi una piccola rendita negli anni, oltre ad abbattere la propria bolletta energetica”.
Dati alla mano: “Un impianto fotovoltaico di potenza di 15 kw costa 75 mila euro, ed occupa una superficie netta di circa 100 mq; trasforma il cinema in una piccola, virtuosa “centrale elettrica” che produce energia per sé e per gli altri, vendendola.
Con gli incentivi del cosiddetto “conto energia” l’impianto produce una rendita già  nel primo anno che , e crea subito un risparmio importante nella bolletta della sala”.
Ma non è solo una questione di soldi: “L’adesione al risparmio energetico verrebbe in questo modo veicolata ai cittadini dall’esempio di luoghi di spettacolo che da sempre “sprecano” lo spazio che occupano: almeno i tetti siano ben sfruttati e non solo a vantaggio degli esercenti, ma dell’intera comunità “.
Stefani conclude: “Io credo che, se frequentando un cinema venissi come spettatore messo al corrente che quella sala è a impatto energetico ridotto e che produce energia anche per il territorio circostante, sarei più felice di entrarci”.

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